2023-03-01
«Le femministe che l’hanno votata troveranno un avversario politico»
Marina Terragni (Getty images)
La giornalista e storica Marina Terragni: «Il suo pacchetto di idee sdogana il transumanesimo: con la Schlein libera identità di genere e utero in affitto tornano in voga. Sembra sia creata in laboratorio e l’apertura a Zan mi spaventa».Marina Terragni, giornalista e storica firma del femminismo italiano, da sempre collocata a sinistra, è tra coloro che guardano con un certo disappunto (per usare un eufemismo) all’ascesa di Elly Schlein. Sul sito Feministpost.it ha scritto un commento infuocato sulla nuova segretaria. «Ho visto sui giornali la sgradevole notizia - non certo una sorpresa - secondo cui Elly Schlein potrebbe chiamare Alessandro Zan come responsabile dei diritti. Proprio l’uomo con cui abbiamo fatto corpo a corpo per molti mesi sul suo Ddl. Questo dà un’idea dell’impostazione della nuova segreteria».La sua, vale la pena di ribadirlo, è una critica che arriva da sinistra. «Ho avuto questa disgrazia sì, sono sempre stata una donna di sinistra».Però questo tipo di sinistra - i diritti di cui parla la Schlein, il modo in cui affronta le tematiche relative alle battaglie femminili e alle questioni di genere - non la convincono proprio. «Per sintettizare, potremmo dire che il suo è il pacchetto di idee del transumano, in cui troviamo l’utero in affitto, l’identità di genere, il sex work come libero lavoro, l’accettazione della sterilizzazione di fatto delle giovani donne e dei giovani uomini rimandando continuamente il momento della genitorialità (per poi doversi rivolgere al mercato della fecondazione assistita, che è un grosso business). E poi la transizione dei bambini con gli ormoni dati a partire dall’età prepuberale. Tutto questo pacchetto, cui possiamo dare il nome di transumano o postumano, la Schlein non ha mai nascosto di sposarlo». Però la Schlein si propone e viene proposta come femminista. «Le donne che hanno lottato e lottano contro l’utero in affitto, che lottano e hanno lottato contro la libera identità di genere sul modello della Ley trans Spagna, e poi hanno votato Elly Schlein, secondo me hanno votato un’avversaria politica». E allora perché l’hanno votata? Perché è un volto nuovo? Perché è in linea con gli ideali delle nuove generazioni?«Sinceramente penso che una figura come la sua dovesse essere creata in laboratorio. E forse davvero, almeno in parte, è stata creata così. In ogni caso, meglio di così non potevano fare. È giovane e dal punto di vista sessuale si dichiara queer: ha tutte le caratteristiche che la rendono una leader interessante per una formazione progressista, per come è inteso oggi il progressismo. Sui temi che dicevamo prima, il Pd si è sempre mantenuto nell’ambiguità, ha traccheggiato: adesso non si traccheggia più. Il Partito democratico si allinea così agli orizzonti transumani, che sono gli orizzonti del progressismo che dal 1989 hanno riempito il vuoto prodotto dalla assenza di orizzonti».Resta che ha vinto le primarie.«Ecco, vorrei fare una digressione su questa faccenda delle primarie, del voto del popolo, eccetera. Se fossi (e grazie a Dio non lo sono) una di quelle militanti che vanno ad aprire la sede del circolo Pd, che lo tengono vivo, che spazzano alla sera dopo le iniziative, che vanno a fare le frittelle alla festa dell’Unità, io sarei davvero incazzata. Francamente che il voto dei circoli, per la prima volta, sia stato clamorosamente smentito da un voto diciamo esterno (non si capisce bene di chi fosse: in gran parte 5 stelle, di Sinistra italiana, forse un po’ di centri sociali...) è assurdo. Se vuoi fare un partito fai un partito, se no fai un movimento. È il meccanismo stesso delle primarie del Pd a essere bacato». Forse è stata una manovra interna ben studiata. Con la Schlein c’è un bel pezzo di vecchio partito: Dario Franceschini, Romano Prodi... L’ambiente prodiano è quello che ha inventato le sardine, per intenderci. «Sì, e hanno inventato anche la Schlein, che è quasi una nipotina per Prodi. Le famiglie si conoscono, vivono in questo mondo della borghesia bolognese. Una delle sue prime performance fu quella contro i 101 che affossarono Prodi. Dopodiché che cosa abbiano a che fare cattolici come Prodi o Franceschini con la libera identità di genere o gli ormoni ai bambini è tutto da capire. Probabilmente, continuano a pensare che questi temi, il cosiddetto transumano, siano tutto sommato marginali. Questo è un grosso errore prospettico. E continuano a pensare, probabilmente, di poter tenere sotto controllo Elly, ma non è così. Perché la ragazza magari non è tanto ferrata politicamente, ma è astuta, non si fa mettere nel sacco. Ha già liquidato uno dei suoi primi sponsor, Pippo Civati. Se l’è mangiato con le patate».Povero Civati.«A un certo punto lei lo ha mollato. Lei si è preparata per una carriera politica di alto profilo. Ha grandi ambizioni. Al di là di parodie che sono state fatte, anche molto divertenti, che mettevano l’accento sul fatto che non rispondesse alle domande o non riuscisse a esprimere un contenuto strutturato, io inviterei a non sottovalutarla». Che succederà ora nel Pd?«Difficile a dirsi. Non credo ci saranno scissioni o fuoriuscite verso il Terzo polo, magari qualche defezione marginale. C’è però un cambiamento genetico: le voci catto-dem nel Pd si sono indebolite negli ultimi anni e questa direi che è la mazzata finale. Quando ho visto l’endorsement per la Schlein di Beatrice Borromeo, che è una princesse monegasca, sorella della moglie di John Elkann, mi son chiesta se fosse arrivato il fantasma di Ionesco... Una cosa veramente grottesca. Elly è attenzionata dalla élite internazionale, già da quando era parlamentare europea, fu indicata come riferimento da George Soros. Non è esattamente una ragazza del Cassero, anzi è una con le spalle molto solide... La cosa che mi preoccupa di più, comunque, è che ora noi femministe abbiamo le mani ancora più nude». Già. Mancano interlocutori a sinistra per le vostre battaglie. Anzi soffia il vento contrario. A Milano, che si vuole città dei diritti, il 20 e 21 maggio si terrà la fiera Wish for a baby, che si presenta come un luogo in cui «trovare specialisti del settore della fertilità, persone che potranno fornire [...] supporto professionale per aiutarvi ad allargare la vostra famiglia». Non è detto esplicitamente, ma sembra tanto una delle numerose iniziative per sponsorizzare l’utero in affitto. «Anche se fosse così non lo direbbero perché in Italia è vietato. Ma continuano a provarci, tutti gli anni. Per questo le nostre battaglie fanno ancora combattute, ora più che mai».
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)