2020-07-25
Le case degli italiani nel mirino Ue. Bruxelles non ama l’esenzione Imu
Per avere i soldi, Giuseppe Conte dovrà attenersi alle ultime raccomandazioni dell'Ecofin.Non solo le pensioni. Per ottenere i soldi del Recovery fund, il premier, Giuseppe Conte, potrebbe essere costretto a sacrificare anche il patrimonio immobiliare degli italiani. Nel mirino dell'Europa, oltre a quota 100, percepita come un privilegio (gli attacchi durante il Consiglio europeo dell'olandese Mark Rutte alla riforma della Lega sono stati un segnale eloquente), c'è la casa. L'esenzione dell'Imu sull'abitazione principale è vista alla stregua di una anomalia da correggere. Il campanello è stato suonato dalle raccomandazioni Ue pubblicate a seguito dell'ultima riunione dell'Ecofin dell'anno scorso. Quello che i ministri delle Finanze europei hanno messo nero su bianco, sarà il binario che Conte dovrà percorrere con il piano di riforme. Sono note che ricorrono puntualmente e che vengono ripetute anche nelle riunioni informali. Finora il governo è riuscito a sottrarsi, ma questa volta potrebbe essere davvero l'ultima chiamata. Il sistema fiscale italiano non piace all'Europa: poche tasse sui patrimoni e sui consumi e troppe sul lavoro. Le raccomandazioni Ue dicono per filo e per segno dove colpire: «Dato che le basi imponibili meno penalizzanti per la crescita, come il patrimonio e i consumi, sono sottoutilizzate, vi sono margini per alleggerire il carico fiscale sul lavoro e sul capitale senza gravare sul bilancio dello Stato». Poi si entra nel dettaglio: «L'imposta patrimoniale ricorrente sulla prima casa è stata abrogata nel 2015, anche per i nuclei familiari più abbienti. Inoltre i valori catastali dei terreni e dei beni, che costituiscono la base per il calcolo dell'imposta sui beni immobili, sono in gran parte non aggiornati ed è ancora in itinere la riforma tesa ad allinearli ai valori di mercato correnti». Più chiaro di così... Quello che non va giù all'Ue è che non solo l'imposta sulla prima casa è stata abolita, ma che non è stato introdotto un meccanismo impositivo progressivo sul mattone in base al reddito familiare. Tutti i contribuenti a oggi sono esonerati dall'Imu sull'abitazione principale. La patrimoniale sul mattone è un tarlo dell'Europa e non è la prima volta che viene chiesta insieme all'aggiornamento dei valori catastali che costituiscono la base di calcolo dell'imposta sui beni. Nel mirino ci sono anche successioni e donazioni ora esenti da tasse fino a 1 milione di euro. La casa è già pesantemente tassata. Sulla proprietà gravano la Tari, il tributo provinciale ambientale, il contributo ai consorzi di bonifica (dove è previsto), le tasse per i controlli di ascensori, impianti termici e passo carraio. Inoltre siccome l'immobile rappresenta un reddito ai fini fiscali, è soggetto a Irpef, addizionale regionale e comunale, Ires (se l'immobile è intestato a società) e cedolare (se è in affitto). Al momento dell'acquisto si pagano l'imposta di registro, ipotecaria e catastale. Anche la casa in affitto è un tesoretto a cui il fisco attinge abbondantemente. Il proprietario deve versare la nuova Imu (comprensiva della Tasi), l'Irpef, le addizionali regionali e comunali, l'imposta di bollo e di registro. In sostituzione di queste c'è la cedolare secca, ma con un tetto al canone. Dove è previsto, è dovuto anche il contributo ai consorzi di bonifica.Il fisco non si è lasciato sfuggire i passaggi di proprietà. Sono previsti sette tributi indiretti: Iva, imposta di registro, di bollo, ipotecaria, catastale, sulle successioni e sulle donazioni. Dulcis in fundo, in base all'ultima legge di Bilancio, i Comuni possono aumentare ancora le aliquote dopo uno stop di tre anni. Con la soppressione della Tasi, la tassa sui servizi è stata sostituita dall'Imu, fondata su un'aliquota base incrementata, che sale dallo 0,76% allo 0,86%. Tale aliquota può essere portata sino all'1,06% (e in alcuni Comuni anche all'1,14%).