2024-04-12
Landini sfrutta i morti contro la Cisl. E il pm taglia corto sui subappalti
Il leader della Cigl usa la tragedia di Suviana per attaccare Sbarra: «Non sciopera neanche davanti ai defunti». Il procuratore seda le polemiche: «Gli affidamenti in sé non sono un problema». Recuperato il quinto corpo.L’aria ferale è riassunta in un inedito botta e riposta, tra l’ex zarina del berlusconismo e l’inossidabile segretario generale del sindacato rosso. Si discute, a distanza, della tragedia nella centrale idroelettrica di Bargi, gestita da Enel green power. La vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, accusa di «sciacallaggio» il leader della Cgil, lesto a proclamare lo sciopero generale mentre «ci sono ancora dispersi da cercare e corpi da recuperare». La replica di Landini è un pochino scomposta, vista la rivedibile produttività dei sindacati: «Chi è la Ronzulli? In vita sua ha mai lavorato?». Comunque, è stata una giornata campale per lo scatenato «sciacallo» rosso. Che se la prende soprattutto con il collega Luigi Sbarra, alla guida della Cisl. I due sindacati, da tempo, divergono sulle politiche governative. Così in quel di Brescia, a dispetto del momento che imporrebbe sobrietà, il capo della Cgil parte lancia in resta: «In Italia si è svalutato troppo il lavoro. Le leggi introdotte in questi anni stanno favorendo un modello di fare impresa fondato sullo sfruttamento. Appalti, subappalti e profitto a ogni costo. Un modello che danneggia i lavoratori, che muoiono e si infortunano, ma danneggia anche il paese. Bisogna dire basta». E quando gli chiedono come mai la Cisl sia assente, Landini deflagra: «Chiedete a chi davanti ai morti ha deciso di non scioperare. Noi vogliamo unire». Il leader della dileggiata sigla sindacale, Luigi Sbarra, replica: «Gli incidenti sul lavoro sono una grande piaga sociale che impone il massimo di unità tra tutti i soggetti: politici, istituzionali e sociali. Non si ammettono toni demagogici, populisti e incendiari. Dividono le persone e mettono, irresponsabilmente, gli uni contro gli altri». E ricorda che la sua Cisl aveva già proclamato uno sciopero nazionale tra i dipendenti Enel. Sbarra, quindi, aggiunge: «Forse Maurizio è distratto…».Oppure, ancor peggio, è attento a lucrare labile consenso. Quattro giorni dopo l’esplosione nel centrale del bolognese, anche le polemiche divampano. Mentre, purtroppo, salgono le vittime: sono cinque i corpi recuperati dai sommozzatori nel lago di Suviana, tra detriti e contaminazioni. Restano ancora due dispersi. Si indaga per disastro e omicidio colposo. Il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, spiega: «Ci sono accertamenti in corso sugli appalti e i subappalti, abbiamo dato una delega per questo». E dettaglia: «Non è che il subappalto è un problema. È una figura giuridica prevista dal codice civile, a cui tradizionalmente si ricorre per avere personalità specifiche». Nessun pregiudizio o ideologia, insomma. «Valuteremo se è stato fatto tutto dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica». L’unica certezza, per ora, resta l’esplosione: lo scorso martedì mattina, all’ottavo piano sotto terra. Talmente forte da far arrivare un pezzo della turbina al livello meno quattro. Gli esperti, sentiti come oracoli, concordano: colpa dell’alternatore. Sarebbe il principale responsabile dell’innesco. Una strage annunciata, tra l’altro. Ma fare ipotesi, in questo momento, sembra un esercizio azzardato e inutile. Terminate le operazioni per recuperare gli operai dispersi, si capirà di più. Lo stesso procuratore avverte: «Facciamo le persone serie. È troppo presto per dire qualunque cosa. Al momento, nessuna ipotesi può reggersi su fatti oggettivi». Vallo a dire a Landini e piddini, che usano il disastro per fare propaganda politica e sindacale. La manifestazione organizzata a Bologna da Cgil e Uil, a corredo dello sciopero generale di otto ore, viene aperta dall’eloquente striscione: «Adesso basta». Stragi sul lavoro è il definitivo sotteso. Ci sono i sindaci della zona del lago Suviana assieme a quello felsineo, Matteo Lepore, che intima: «Il governo e l’Enel facciano chiarezza». Intanto, proprio l’evocato esecutivo annuncia che il prossimo 26 aprile si insedierà la commissione per la sicurezza su lavoro. E al corteo bolognese non manca nemmeno il governatore dell’Emilia-Romagna, già aspirante segretario dem, Stefano Bonaccini. Pure lui stentoreo: «Non è una tragica fatalità, è emergenza nazionale». Comunque sia: allo sciopero ha partecipato appena l’8,7 per cento dei dipendenti del gruppo Enel. «Sono morti da appalto» concludono le piazze. Ma l’amministratore delegato di Enel green power, Salvatore Bernabei, precisa: «Siamo i committenti di questi lavori e abbiamo incaricato delle aziende di primissima affidabilità proprio perché si tratta di attività molto specialistiche. È stata poi una loro decisione: avvalersi solo di personale proprio, oppure chiamare ulteriori addetti». Bernabei spiega: «Era un normale aggiornamento tecnologico che si fa nelle centrali». In questa storia, quindi, la società energetica si sente «parte lesa». Erano stati chiamati grandi nomi del settore. Voith è una multinazionale esperta in turbine. Abb e Siemens sono colossi dell’energia e dell’automazione. Come ricordava ieri il direttore, Maurizio Belpietro, si tratta di giganti che fatturano miliardi, quotati in borsa, con una solidissima reputazione. Insomma, che senso ha il preventivo sciacallaggio politico e sindacale? Invece, Pd e Cgil alzano il ditino. Mentre il procuratore assicura che non c’è nessuna ipotesi concreta, i compagni giurano di conoscere le cause del disastro. Appalti, subappalti e sfruttamento. Gli avvoltoi rossi hanno già emesso sentenza in pubblica piazza.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.