2018-06-09
Né con la lega né con il M5s
ma dalla parte del buon senso
Abbiamo lodato le buone idee dell'esecutivo su immigrati e fisco più leggero, senza nascondere perplessità su coperture e reddito di cittadinanza. Ma fino a qui è il massimo che si può fare, in assenza di provvedimenti reali. In malafede è chi ha sparato a priori.Caro direttore, sotto la testata della Verità sta scritto «quotidiano indipendente». Forse sbaglio, ma indipendente ha per me un significato preciso. Rilevo invece una partigianeria sbocciata improvvisamente dopo l'insediamento del nuovo governo, che non appariva dai tempi dell'Unità del periodo staliniano. I due nuovi vicepresidenti del Consiglio erano considerati ciarlatani, ignoranti, inadatti. Improvvisamente, allo spuntare della nuova alba, vengono glorificati e osannati come salvatori della Patria. Che cosa è successo? Mario NicolettiCaro Nicoletti, è vero che La Verità in russo si traduce con Pravda e che ai tempi dell'Unione sovietica la Pravda era il quotidiano del Pcus, ma nessuno mi aveva mai accusato di essere il megafono di Stalin, anche perché nei paraggi non vedo nessuno che possa essere equiparato al dittatore comunista che sterminò milioni di persone deportandole nei gulag. Scherzi a parte (dire che siamo una testata staliniana come vede lo considero unoscherzo), rispondo volentieri alla sua lettera, anche perché mi offre l'occasione per spiegare che non siamo né leghisti né grillini né berlusconiani, come qualcuno vorrebbe etichettarci, ma siamo semplicemente giornalisti che non hanno pregiudizi e dunque giudicano chiunque, che sia di destra, di sinistra o di centro, con lo stesso metro. Lei forse si chiederà: ma qual è il vostro metro? Le rispondo subito: il buon senso. A noi non importa nulla se al governo ci sono Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Renzi o Paolo Gentiloni. Importa che facciano le cose che giudichiamo di buon senso. E quali sarebbero queste cose? Semplice: ridurre le tasse, smetterla con un fisco da Santa inquisizione, tenere in galera chi ruba, non far finire dietro le sbarre le vittime di una rapina ma i colpevoli, rimandare a casa i finti profughi, chiudere nei centri di identificazione ed espulsione gli immigrati che non hanno il permesso di soggiorno. Tutte cose che abbiamo sentito in questa prima settimana di governo. Sono anni che, insieme con i colleghi che lavorano alla Verità, scriviamo di interventi di buon senso che possono contribuire a far star meglio il nostro Paese e ora che c'è qualcuno che a Palazzo Chigi fa proprie le nostre tesi, secondo lei che cosa dovremmo fare? Sparare contro per questioni di pregiudizio? Perché al governo c'è Salvini con Di Maio?Ovvio che né io né i colleghi sappiamo se davvero i due padroni del nuovo esecutivo realizzeranno mai ciò che promettono. Forse lo faranno, forse no. Ma il giudizio lo potremo dare fra un po', cioè dopo che avranno governato per qualche settimana o qualche mese. Vede, caro Nicoletti, nel passato mi è capitato di criticare Silvio Berlusconi, Mario Monti, Matteo Renzi e così via. Ma non l'ho mai fatto perché uno era di destra o di sinistra. L'ho fatto perché non convinto delle loro azioni. Del Cavaliere non mi piacque la manovra economica del 2011, prima che cadesse, e il giudizio non lo tenni per me. Quando il leader di Forza Italia venne sostituito dal rettore della Bocconi non strillai né mi strappai le vesti come altri colleghi di giornali di centrodestra: semplicemente aspettai le mosse del professore e dei suoi ministri e dopo aver visto che razza di stangata stava per tirare all'economia del nostro Paese lo criticai. Nessun pregiudizio neppure nei confronti di Renzi, che all'inizio mi parve pieno di buoni propositi: bastò però qualche mese per scoprire che la maggior parte di questi era aria fritta. Ecco, io e i colleghi della Verità non siamo contrari per definizione a questo o quel governo, ma andiamo ai fatti e al momento i fatti non ci sono, però ci sono tante buone idee. Certo, ci sono cose che non ci convincono, come il reddito di cittadinanza e le intenzioni sulle opere pubbliche. E ci sono anche le preoccupazioni sulle coperture delle misure che si annunciano, ma al momento siamo alle parole e non c'è uno straccio di decreto o di disegno di legge che ci consenta di giudicare. Perché dunque dovrei scrivere che Salvini e Di Maio sono ciarlatani, ignoranti e inadatti? Per unirmi al coro di tutta la stampa nazionale che li ha definiti di volta in volta pagliacci, buffoni e così via prima ancora che si insediassero? Forse lo sono, forse non hanno davvero il curriculum giusto e le necessarie competenze, ma chi le aveva nel recente passato? Erano tutti adeguati e brillanti i ministri del governo Renzi? Non mi pare, eppure non mi sembra di aver letto sui giornali le stesse cose che scrivono oggi. Vede caro Nicoletti, io non mi sono mai permesso di dare del ciarlatano, ignorante o inadatto a nessuno prima di averlo messo alla prova. Questi giudizi li avrà letti su altri giornali, non sulla Verità. Ma se sarà il caso, se cioè Salvini e Di Maio prenderanno direzioni diverse da quelle annunciate, se faranno scelte contrarie all'interesse nazionale, se sperpereranno i risparmi degli italiani, allora sì li prenderemo per il bavero mettendoli di fronte alle proprie responsabilità, senza far loro alcuno sconto. I processi staliniani, lei lo dovrebbe ricordare, erano preventivi. Non c'era il reato, ma lo si inventava e la stampa, la tanto detestata Pravda, imbastiva campagne di discredito contro i traditori del popolo. Le prove non c'erano, le colpe nemmeno, ma gli atti d'accusa sì e per condannare bastavano quelli. Ecco, noi non ci uniamo ai megafoni di Stalin che scrivono contro a prescindere e parlano di pagliacciata prima ancora che lo spettacolo abbia inizio. A sipario alzato e dopo il primo atto, se sarà il caso lanceremo le uova, ma perché la commedia non ci sarà piaciuta, non perché ce lo ha ordinato qualcuno.Ps. Nicoletti, mi tolga una curiosità. Ieri Di Maio ha detto che l'idea di trasformare l'Ilva, cioè l'acciaieria di Taranto, in un parco giochi è una proposta personale di Beppe Grillo, ma a decidere non sarà il fondatore dei 5 stelle bensì il ministro dello Sviluppo economico, cioè lui. In pratica ha dato del fesso al suo capo, o per lo meno a colui che lo ha scelto. Che cosa avrebbe dovuto scrivere secondo lei La Verità per dimostrare ai suoi occhi di essere indipendente? Per farla contento avremmo dovuto sostenere che Di Maio sbaglia e dar ragione al comico? E non avendolo fatto, lei dirà che siamo come L'Unità nel periodo staliniano?
Il ministro della Giustizia carlo Nordio (Imagoeconomica)