
Open arms aveva tentato di convincere la Spagna a prendersi i migranti. La «solidale» Madrid, però, ha chiuso i porti per prima. Ma se di fronte a Pedro Sánchez gli attivisti hanno chinato la testa, nei confronti dell'Italia hanno iniziato la consueta battaglia politica.Se vogliamo fare un piccolo esercizio di cinismo, dobbiamo riconoscere che le sorti del governo italiano (o, meglio, di quel che ne resta) dipendono dai comodi di alcuni governi stranieri. Ora il Movimento 5 stelle, il premier Giuseppe Conte e il consueto strascico di progressisti dalle mani tese stanno imbastendo una questione morale riguardante la nave Open arms e il suo carico umano di aspiranti profughi. Conte e Salvini hanno trascorso il ferragosto a prendersi a scudisciate sull'argomento, con il presidente del Consiglio che spingeva onde «adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti nell'imbarcazione», e il ministro degli Interni che gli rispondeva come risponderebbe a un Saviano (non esattamente a pernacchie, ma quasi). Non sfugge ai più, insomma, che i 5 stelle si sono aggrappati al barcone al fine di trovare l'ennesimo chiodo a cui appendere il risentimento contro la Lega e Salvini. Fossimo proprio senza scrupoli, noteremmo che - se davvero hanno così a cuore la sorte dei minori (tutti i minori) - allora i grillini non dovrebbero nemmeno pensare di allearsi con quello che giustamente definirono «il partito di Bibbiano». Ma evidentemente ci sono minori di serie A e minori di serie B. Se si trova a bordo del barcone, il pupo vale di più nel tristo suk della politica. Non divaghiamo, però, e torniamo agli amici di Open arms. Alla loro imbarcazione, dicevamo, sono in parte legate le sorti del nostro esecutivo. E allora però, visto che in ballo c'è la tenuta di un governo, vale la pena di raccontare fino in fondo come stiano le cose. Perché se la nave si trova nei pressi dell'Italia da oltre due settimane un motivo c'è, e non riguarda la crudeltà dei leghisti. Come noto, Open arms è l'imbarcazione di una Ong spagnola chiamata appunto Proactiva Open arms. Per prima cosa, questi gentili attivisti umanitari hanno deciso di soccorrere persone al largo della Libia. Come al solito, si tratta di una loro scelta politica ben precisa. A occuparsi dei migranti in acque libiche dovrebbero essere le autorità libiche. Ma le Ong e tanti altri si sentono in diritto di agire come preferiscono. Una volta imbarcati gli stranieri - che, ricordiamolo, non sono naufraghi bensì poveracci abbandonati volontariamente in mare dai trafficanti di uomini - Open arms ha ritenuto di doversi dirigere verso l'Europa (altra scelta politica). Essendo spagnoli, gli attivisti avrebbero dovuto puntare verso il loro Paese d'origine, il quale per altro - in tempi non sospetti - si è molto vantato della propria attitudine all'accoglienza. In effetti, una volta tanto, i militanti immigrazionisti hanno agito con logica: lunedì il capitano di Open arms, Marc Reig, ha inviato una lettera all'ambasciata spagnola a Malta, chiedendo che Madrid si facesse carico dei minorenni presenti a bordo. Sapete qual è stata la risposta della Spagna? Arrangiatevi. Il ministro (progressista) del governo Sánchez, Josè Luis Abalos, ha fatto sapere che «il capitano non ha la competenza legale o l'autorità per chiedere asilo per i minori». Non solo: ha pure mostrato una certa irritazione. «Non è giusto contestare il governo spagnolo, o la sua reputazione, quando si tratta del tema dei soccorsi», ha detto. Insomma, per farla breve Madrid ha respinto al mittente le gentili richieste di Open arms. Nemmeno la campagna stampa portata avanti dai Vip ha potuto piegare l'esecutivo iberico. E pensare che per la buona causa si era speso persino Javier Bardem, una sorta di monumento nazionale: «Crediamo che la Spagna sia il Paese giusto e ideale per farlo», ha detto l'attore, «perché è il Paese d'origine della Ong Open arms, che sta facendo un lavoro necessario e straordinario per la dignità umana e per salvare la vita di persone che fuggono da situazioni che nemmeno possiamo iniziare a immaginare». Incassato il gran rifiuto spagnolo, gli attivisti hanno deciso di puntare sull'Italia, ben consapevoli della manfrina che ne sarebbe scaturita. Sono dettagli, forse, ma sarebbe bene ricordarseli. E sarebbe giusto che li tenesse a mente pure la Commissione Ue. Quella che ieri, tramite la portavoce Vanessa Mock, ha fatto sapere che «sei Paesi membri sono pronti a dimostrare solidarietà e a partecipare alla redistribuzione dei migranti a bordo della nave». I Paesi in questione sarebbero: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna. Furbi gli spagnoli, non trovate? Prima cacciano l'Ong sgradita, poi quando c'è da fare bella figura si precipitano. Come al solito, Salvini viene dipinto quale il cattivo sequestratore di persone. Ma siamo sempre nella medesima situazione: gli altri Paesi giocano sporco, le Ong fanno politica sulla pelle dei migranti e l'Ue si sveglia solo quando c'è da prendersela con l'Italia, berciando che «la situazione delle persone bloccate in mare per giorni e settimane è insostenibile». No: l'unica cosa insostenibile è l'annosa ipocrisia degli altri Stati e delle istituzioni europee. Un'ipocrisia seconda solo a quella sfodera dai 5 stelle folgorati sulla via del barcone.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.
Donald Trump (Ansa)
Luci e ombre nel primo anniversario della rielezione alla Casa Bianca: promosso in Medio Oriente, rimandato sull’Ucraina. Borsa ai massimi ma «sopravvalutata». L’inflazione cresce e la Fed mantiene i tassi alti. Stallo record sulla legge di bilancio.
Gli elettori della Virginia chiamati a scegliere il nuovo governatore si sono espressi: «Trump you are fired! (sei licenziato, ndr). In uno stato però tendenzialmente blu, che nel 2024 aveva scelto Kamala Harris. E confermando il trend, ha optato per la democratica Spanberger. Sebbene il governatore uscente fosse repubblicano. Colpa dello shutdown a detta di molti. Cosa sia lo vedremo alla fine. E comunque negli ultimi 20 anni i democratici alla guida della Virginia sono stati scelti cinque volte su sette. Ma al netto delle elezioni in Virginia, e dando per scontato che la città di New York e lo Stato del New Jersey votassero democratico (per intendersi sono un po’ come Bologna e la Toscana per il Pd), a un anno esatto dalla sua rielezione alla Casa Bianca qual è il bilancio della seconda presidenza Trump?
Buchi nella sicurezza, errori di pianificazione e forse una o più talpe interne. Questi i fattori che hanno sfruttato i ladri che hanno colpito al Louvre di Parigi. Ma dove sono i gioielli e chi sono i responsabili?






