2024-10-20
La vendita della caserma Reni slitta. Coima disposta a offrire quote a Cdp
Dario Scannapieco (Imagoeconomica)
Altra proroga per la gara del 2023. Manfredi Catella scrive a Real Asset con parere di Origoni.Una ex caserma, un grande investimento immobiliare di rilancio da oltre mezzo miliardo che sta diventando un parto elefantiaco e rischia di infiammare un cda. Nel senso che ne ha già fatti rimandare più di uno. Il progetto è quello di rilancio dell’ex caserma Guido Reni a Roma. Il cda è quello di Cdp real asset, che si prenderà altro tempo per decidere a chi vendere. Perché? Per comprendere bisogna andare indietro allo scorso anno e scorrere una semplice rassegna stampa. Novembre 2023. Il Messaggero: «Avviso per l’alienazione di compendio immobiliare». Parte la gara e fissa termine scadenza offerte il 22 novembre successivo. Novembre 2023. Il Corriere Economia: «Milanosesto, un modello anche per Roma». Manfredi Catella spiega l’accordo di Coima e Redo con Hines, Prelios per la riqualificazione della più grande aerea urbana d’Europa. «La spinta di Intesa Sanpaolo», aggiunge via Solferino. A regime serviranno 3 o 4 miliardi. Articolo confermato da Repubblica: «Restyling caserme Guido Reni, si fanno avanti i milanesi di Coima». Gennaio 2024. Mf: «Chi si contende il mattone Cdp». Risposta Coima. De Agostini e Fabrica con Francesco Caltagirone. Sempre Mf: «Offerte prorogate a marzo». Restiamo su Mf ai primi di aprile: «Short list a cinque per le caserme Guido Reni». L’indomani: «Assist di Caltagirone alla Luiss», raggruppamento temporaneo d’impresa fra Generali, Fabrica per uno studentato. Arriviamo a luglio il citato raggruppamento si ritira. Nel frattempo che è successo. Le buste delle offerte sarebbero state aperte e l’offerta di Coima risultata al primo posto. Affare fatto? No. L’assegnazione slitta. Subentrano alcune questioni tecniche e il pacchetto milanese sembra non essere idonee e corrispondete ai criteri. Tanto che i consigli di amministrazione del mese di settembre e della scorsa settimana non risolvono la questione.«E che l’orientamento vada verso il «no» lo si capisce da quanto riferito da fonti vicine a Cdp real asset le quali dichiarano che «il processo di rigenerazione dell’area delle ex Caserme Guido Reni procede senza interruzioni», scriveva sabato scorso Il Giornale . «Si sta anche valutando un affinamento della strategia di vendita dell’asset sul mercato, con l’opzione di una compartecipazione all’operazione per migliorare l’impatto complessivo della valorizzazione immobiliare». Praticamente in risposta, l’altro ieri Coima sgr prende carta e penna e scrive una lettera formale (visionata dalla Verità) con tanto di parere allegato firmato dallo studio Gianni Origoni. «Riscontriamo la vostra ultima comunicazione del 16 ottobre (…) e con riferimento all’osservazione per non sarebbe possibile prendere in considerazione proposte che si muovano in una logica diversa rispetto ai principi ivi recipt, riteniamo che le nostre soluzioni siano coerenti con la procedura». Cioè, coerenti con le richieste della prima gara. Segue il parere dello studio legale datato 17 ottobre e un paragrafo di spiegazioni relative al motivo per cui Coima si dice pronta ad accettare la declinazione dell’earn-out da aggiungere alla procedura di vendita volta a consentire una compartecipazione ai risultati finanziari futuri Come? Quota del veicolo a Cdp che «garantisca un rendimento pari al 20% degli utili distribuiti oltre a un tasso di rendimento del 10% netto a beneficio degli altri partecipanti». La lettera si conclude «In risposta alla richiesta di ulteriore proroga (già estesa al 31 ottobre) siamo lieti di confermarvi tale nuova estensione». Insomma, si cerca evidentemente una soluzione mista a compartecipazione. Ma la partita sta diventando molto scottante e gli osservatori esterni ci vedono una battaglia che divide Roma da Milano e le rispettive logiche finanziarie.