2024-04-20
La tolleranza zero per Beppe Sala. Mette al bando coni gelato e bibite
Nuova, surreale, crociata del sindaco che vieta la somministrazione di acqua e coppette dopo mezzanotte nelle zone cardine della movida. Commercianti imbufaliti, ma lui fa spallucce: «Leggerissimi limiti».Se vi trovate a Milano, e in particolare nelle aree più affollate, non provate ad avere sete dopo mezzanotte. E che non vi venga la malaugurata voglia di uno sfizio, come per esempio un gelato. Abituatevi ad anticiparli perché dal 17 maggio in poi potrebbe essere proibita, dopo quell’orario, la vendita d’asporto di alimenti e bevande di qualsiasi tipo. È l’ultima trovata della giunta di Beppe Sala, che ha avviato un procedimento per l’adozione di un’ordinanza sindacale «al fine di assicurare il soddisfacimento delle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti e armonizzare l’espletamento dei servizi con le esigenze complessive e generali degli utenti».Le zone interessate sono: Nolo, Lazzaretto, Melzo, Isola, Sarpi, Cesariano, Arco della pace, Como/Gae Aulenti, Garibaldi, Brera, Ticinese, Darsena e Navigli. Come detto, si tratta di un avvio di procedimento e l’ordinanza non è ancora stata firmata in via definitiva - i portatori di interessi pubblici e privati possono inviare le loro osservazioni fino al 3 maggio -, ma il primo cittadino ha già dichiarato che «non stiamo cambiando le regole dell’universo ma ponendo dei leggerissimi limiti» e, quindi, andrà avanti. Anche se, va detto, ha anche aperto ad alcune modifiche: «Se dobbiamo parlare di gelati, penso che lo sistemeremo».Il signor sindaco forse ci concederà, per quest’estate, di mangiare un cono gelato anche dopo mezzanotte. Il periodo interessato dal provvedimento va dal 17 maggio al 4 novembre quando, oltre a ricordare la vittoria nella Prima guerra mondiale, i milanesi potranno anche festeggiare la fine del «coprifuoco dell’asporto» anche se ormai farà troppo freddo per poterne godere appieno. Nelle sopracitate zone a rischio caos, per «tutte le tipologie di esercizi pubblici, esercizi di vicinato, attività artigianali di asporto, attività commerciali e distributori automatici» è previsto, da mezzanotte alle ore 6, «il divieto della vendita e della somministrazione per asporto di alimenti e bevande di qualsiasi tipo, alcoliche ed analcoliche». Per quanto riguarda i dehor, essi dovranno chiudere mezz’ora dopo, alle 00.30, ma il sabato, la domenica e nei giorni festivi potranno rimanere aperti fino all’1.30. Meno fortunati, infine, gli ambulanti, che hanno ordine di chiusura dalle 20 alle 6.Una misura dettata, secondo le parole di Sala, dalle «centinaia di segnalazioni di cittadini che chiedono di poter riposare meglio la notte». Ora, invece, arriveranno le centinaia di segnalazioni di commercianti che chiedono di poter sopravvivere, visto che - come ha ricordato il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri - anche nel capoluogo lombardo «la tassa di occupazione del suolo pubblico è aumentata in media del 40% e la pagano i titolari dei locali con tavolini e sedie». «Sottrarre loro due ore di lavoro serale», ha continuato, «mi sembra un sacrificio un po’ eccessivo».Inoltre, secondo il presidente nazionale del Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Stoppani, si rischia che la toppa sia peggio del buco. «Il provvedimento non risolve il problema, anzi crea danni aggiuntivi», ha dichiarato. «I prolungamenti esterni di bar e ristoranti rappresentano uno strumento fondamentale per contrastare il degrado e garantire la sicurezza. Mettere le persone a sedere, in modo ordinato e non lasciarle in giro a bivaccare contribuisce a contrastare il fenomeno».Mentre Palazzo Marino da una parte si batte per liberalizzare e dare riconoscimento pubblico a ogni genere di istanza (ricordiamo le campagne di Sala per il movimento Lgbt e per le coppie omogenitoriali con figli, spesso ottenuti ricorrendo alla maternità surrogata in qualche Paese straniero), dall’altra cerca di regolamentare ogni aspetto della vita. Problemi che potrebbero essere risolti con dei semplici controlli sul territorio finiscono per essere affrontati imponendo regole assurde. «Divieto della vendita e della somministrazione per asporto di alimenti e bevande di qualsiasi tipo» significa che, se ci si ritrova assetati in una calda serata estiva, diventa impossibile acquistare una bottiglietta d’acqua (ma anche - osiamo - una bibita) a meno che non ci si sieda all’interno a berla (cosa che, spesso e volentieri, vorrebbe dire pagarla molto di più) o ci si sposti in una zona non interessata dalla norma. Chi si esprime in questo modo deve aver perso il contatto con la realtà. Oppure c’è del metodo: spararla più grossa possibile in modo che, quando poi ci verrà gentilmente concesso di comprare una bibita o un gelato anche dopo mezzanotte, apparirà come un atto di liberalità.Se qualcuno pensava che le priorità della città fossero l’impennata del costo della vita o la sicurezza, si sbagliava. Dopo le corsie ciclabili disegnate sull’asfalto, con tutto ciò che ne è derivato in termini di sicurezza e di traffico, dopo aver introdotto l’Area B e aver costretto i cittadini a comprare un’auto nuova obbligando le famiglie a un ingente esborso di denaro, la giunta Sala inanella l’ennesima trovata.Dalla guerra alle auto alla guerra alla movida. Quanto al contatto con la realtà, che esso fosse in crisi ce n’eravamo già accorti in occasione della polemica sulla statua che allatta, l’opera d’arte di Vera Omodeo che celebra la maternità. La giunta aveva bloccato la sua collocazione in piazza Eleonora Duse perché «non rappresenta valori condivisibili da tutti». La necessità di dissetarci, però, la condividiamo tutti, anche da mezzanotte alle 6 del mattino.
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