2024-06-25
La sinistra può perdere le elezioni e inventa l’epidemia di «demoansia»
«Repubblica»: a Parigi insonnia e depressione perché la democrazia è «in pericolo».«Non mi fa dormire, te lo vorrei dire, ma non so come si scrive». Così cantava Deddy di Amici, senza sapere che si scrive Marine Le Pen. Eh già: è lei l’origine del «panico da democrazia in pericolo» che, come ci ha informato ieri Repubblica, tiene svegli i francesi. Il reportage del giornale sulle elezioni legislative transalpine, invero, si apriva con un disclaimer: è stato realizzato a Parigi, dove il Rassemblement national ha preso l’8% alle Europee. «Non è un buon osservatorio per tastare il polso del Paese», ha ammesso quindi il quotidiano di Largo Fochetti. Nella capitale, comunque, si sono attivati gli psicologi, i quali registrano «un’impennata di sintomi come depressione, stress, tachicardia, insonnia». I liberal-progressisti sono in ansia per le sorti della democrazia: stavolta, le elezioni non le vinceranno loro.La Le Pen e il suo delfino, Jordan Bardella, sono venuti a seminare zizzania «nei pranzi di famiglia» e alla «macchinetta del caffè in ufficio», dove «è ormai egemonica l’estrema destra» e «la testa del Paese» sembra non funzionare più. Finirà per rovinarsi «un periodo in cui era possibile godersi l’arrivo dell’estate, le vacanze, gli Europei e poi le Olimpiadi». Ci sono attivisti Lgbt disperati e pazienti che «faticano ancora a realizzare le conseguenze di quello che Emmanuel Macron ha annunciato la sera del 9 giugno»: ha reagito indicendo le consultazioni, anziché abolendole. Repubblica chiama questa sindrome «demoansia». Dev’essere la legittima erede dell’«ecoansia», a essa in parte collegata, visto che il Rn vuole smantellare l’agenda green: proprio ieri, Bardella ha annunciato che, in caso la spuntasse, farà piazza pulita dei regolamenti sulle classi energetiche degli edifici. È un’angoscia irrefrenabile per il destino della democrazia, che per qualche strano motivo sarebbe minacciata dal rituale democratico per eccellenza: il voto. Per chi ne soffre - come per i giovani convinti che siamo vicini all’apocalisse climatica - la cura migliore sarebbe smetterla di leggere certi giornali. Anche perché i profeti di sciagura hanno meno successo della famigerata Cassandra: gridano nel deserto al ritorno del fascismo, mentre il Rn guadagna altri due punti percentuali. Macron ha ammonito i concittadini: il verdetto delle urne sarà «responsabilità dei francesi», i quali dovranno decidere «al di là della rabbia», sulla base «dei progetti». Gli elettori paiono avere le idee chiare. E almeno quelli che non abitano all’ombra della Tour Eiffel sembrano più sereni di quanto crede Repubblica.Lo ha confermato un sondaggio Ipsos per il Financial Times, secondo il quale, sulle questioni economiche, i transalpini si fidano più del partito della Le Pen che di tutti gli altri: il 25% dà credito alle proposte del Rassemblement national, contro il 22 che tifa per l’ammucchiata di sinistra del Nuovo fronte popolare e il 20% che ancora ascolta l’inquilino dell’Eliseo. Dopodiché, alle élite, che faticano a prendere sonno, rimane l’arma a suo tempo sguainata contro l’Italia da un commissario Ue, Günther Oettinger: «I mercati vi insegneranno a votare». Sempre sul giornale britannico, ieri, Stéphane Bounah, l’amministratore delegato di Euronext, la holding dei listini di Borsa europei, ha suggerito ai manager delle società di «mantenere la calma e di aspettare fino al 7 o 8 luglio per analizzare i risultati» delle urne. A suo avviso, né un governo a guida Rn né uno trainato dalla sinistra radicale potrebbero realizzare i programmi elettorali, «a causa delle agenzie di rating e dei sindacati», con l’aggiunta del pressing di Bruxelles e dei poteri che conserverebbe il presidente Macron. Capito come si fa a salvare la democrazia? Rendendola inutile.
Chiara Appendino (Imagoeconomica)