
La maggioranza vara il ricalcolo contributivo, Fi e Pd non votano. Luigi Di Maio: «Detto, fatto. Promessa mantenuta. Bye bye vitalizi anche per gli ex senatori. Questo privilegio non esisterà più per nessuno. Evviva! Ora le regioni».Dopo il via libera di Montecitorio, ieri anche Consiglio di presidenza di Palazzo Madama ha approvato la riforma dei vitalizi secondo il metodo contributivo secondo lo schema introdotto dal presidente della Camera e «pasionario» 5 stelle Roberto Fico. Il provvedimento, votato da M5s e Lega, è passato senza il sì dei senatori di Forza Italia, del Partito democratico e di Fratelli d'Italia che al momento del voto sono usciti (in tutto 10 i favorevoli e un astenuto). Il vicepremier Luigi Di Maio ha immediatamente esultato sui social: «Detto, fatto. Promessa mantenuta. Bye bye vitalizi anche per gli ex senatori. Questo privilegio non esisterà più per nessuno. Evviva!». Il capo politico dei 5 stelle ha poi annunciato il prossimo obiettivo, ovvero estendere i tagli anche alle assise locali: «Nella manovra ci sarà una norma che dice alle Regioni che se non tagliano i vitalizi non gli trasferiamo più i soldi per pagarli. Dopo la Camera e Senato, ora tocca alle regioni». Sulla riforma - che entrerà in vigore solo nel nuovo anno - incombe però la scure dei ricorsi degli ex parlamentari: oltre 1.000 quelli presentati dagli ex deputati contro il provvedimento passato alla Camera nel mese di luglio, ai quali si aggiungeranno - quasi certamente - quelli dei senatori «sforbiciandi». Va detto che la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, di Forza Italia, era stata molto più guardinga nel valutare la correttezza amministrativa della norma rispetto al collega della Camera.In tutto sono circa 2.700 i vitalizi erogati agli ex parlamentari. Sommando la cifra relativa della Camera con quella del Senato si ottiene un risparmio di circa 56 milioni all'anno, e cioè 280 milioni a legislatura.L'entusiasmo degli eletti pentastellati è sfociato in un flash mob improvvisato, con tanto di foto e cartelli «Bye bye vitalizi» nel cortile del Senato. Un comportamento sanzionato da un funzionario che invita i 5 stelle a spostarsi all'esterno. È anche comparso un grosso salvadanaio giallo nel quale sono state inserite finte monete da un euro di cioccolato.Anche la Lega ha espresso soddisfazione per il raggiungimento dell'obiettivo.
Carlo Galli (Ansa)
Il filosofo: «Chi usa la nuova tecnica per accrescere il suo potere finge che il progresso sia inevitabile. Un’alternativa politica, però, deve sempre esistere: si chiama libertà».
Alberto Stefani (Imagoeconomica)
Il leghista in corsa per il Veneto: «È vero, qui mancano lavoratori, ma serve formazione tecnica, non immigrazione incontrollata».
(Arma dei Carabinieri)
Gli uomini del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti hanno sgominato un’organizzazione criminale dedita all'immigrazione illegale attraverso l’uso fraudolento del decreto flussi.
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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