
A forza di corsi «educativi», spiegazioni pratiche, analisi e ostentazioni l'abbiamo violentata, cancellando il mistero di cui si nutre. Chi continua poi a sbandierare il mito dei rapporti «sicuri al 100%», grazie al preservativo, non aiuta il contrasto al morbo dell'Aids.sesso / 2L'Hiv virus a bassa contagiosità si trasmette soprattutto per rapporto anale, scambio di sangue infetto, siringhe, strumenti non sterilizzati, trasfusioni e rapporto vaginale. Poi c'è il contagio verticale, tra madre e figlio. In Occidente sono partite le compagne di prevenzione, che, accecate dal politicamente corretto, non hanno osato imporre o anche solo proporre castità e fedeltà come rimedi. Gli stessi libertari che ora impongono museruola, isolamento e arresti domiciliari per intere nazioni, all'idea di una qualche legge poco libertaria su prostituzione, consumo di eroina e locali dediti alla promiscuità sessuale, sono inorriditi e hanno scelto la scappatoia politicamente corretta di proporre il preservativo. Più si propaganda il preservativo, più aumentano le malattie sessualmente trasmissibili, come è ovvio che sia. In primo luogo il preservativo non è sicuro al 100%. Chiunque lo propagandi come mezzo sicuro al 100% sta mentendo e sta commettendo un crimine perché così aumentano le infezioni. Come scritto nel foglietto illustrativo, il condom funziona solo se messo correttamente, altrimenti può togliersi o rompersi, e metterlo correttamente è un'operazione non sempre facile al buio o dopo l'assunzione di alcool o altro. Susan Weller e Karen Davis‐-Beaty, nell'articolo L'efficacia del preservativo nella riduzione della trasmissione eterosessuale dell'Hiv, spiegano che il preservativo utilizzato in modo perfetto «è efficace al 96%, che già non è il 100%. Inoltre, questa percentuale scende all'87% nell'utilizzo «tipico», cioè statisticamente più frequente, per via di alcuni problemi comuni (condom danneggiati, indossati non da subito, venuti a contatto con liquidi o superfici abrasive ecc.). Rodolfo Casadei, in un articolo apparso su Tempi nel 2005, riporta lo studio di Weller e Devis-Beaty e un secondo studio di J. Trussell e K. Yost sulla media di rapporti sessuali di un americano in un anno (83): il risultato è che in un arco di dieci anni di utilizzo «tipico», cioè imperfetto, del preservativo la percentuale di contagio raggiungerebbe il 75-78%. Scrive Casadei: «Alla conferenza Onu di Rio de Janeiro Ward Cates di Family health international (una Ong americana favorevole ai condom) ha mostrato le diapositive con queste proiezioni senza che nessuno obiettasse».Ci sono altri due motivi per cui propagandare il preservativo moltiplica le malattie sessualmente trasmissibili. Coloro che lo fanno, vendono la promiscuità sessuale come un prodotto di qualità. Immaginate di andare davanti alle scuole elementari e agli asili e distribuire ai bambini dentifricio e spazzolino insieme alla frase: potete mangiare tutti i dolcetti che volete, sempre, basta che dopo vi laviate i denti. Tutti i bambini percepiscono il messaggio «dolcetti sempre», ma solo il 50% percepisce la parte sgradevole della frase, «lavarsi i denti». Il cervello umano memorizza il piacevole e dimentica il dovere. Nelle nazioni come l'Uganda, dove la propaganda dei preservativi è stata vietata e si è ricominciato a parlare di castità, le malattie sessualmente trasmissibili sono crollate. Interi villaggi erano stati spopolati. Ora leggi sicuramente severe, ma sicuramente efficaci proteggono i bambini. Terzo e ultimo: il preservativo deve indossarlo il proprietario del pene, che è quello che ha il rischio minore, il rischio si moltiplica per due per la proprietaria della vagina, visto che in vagina viene lasciato lo sperma, che può essere infetto, e per sette per il proprietario/a della cavità anorettale, perché non solo può essere lasciato lo sperma che è infetto, la mucosa rettale non è in grado di tollerare l'azione citotossica degli spermatozoi, (lo spermatozoo ha sulla testa un apparato proteolitico che serve a perforare la membrana esterna dell'ovocita e la membrana di qualsiasi altra cellula gli si pari davanti; gli spermatozoi non fanno danni solo nell'apparato genitale). La mucosa rettale non è in grado di tollerare la penetrazione e di conseguenza presenta sempre microlacerazioni, inoltre ha forti capacità di assorbimento, che si esercitano anche su virus e batteri. Quello che rischia meno spesso se ne infischia del partner e non usa un presidio, noioso da usare, per difenderlo/a. «Certo che sono negativo, non ti fidi di me?», è la frase trappola che, incredibilmente, funziona sempre.Eppure nelle cosiddette lezioni di educazione sessuale si afferma che il sesso occasionale non è un problema se si mette il preservativo. Invece è un problema anche con il preservativo. Chiunque abbia scritto sui libri di sessuologia dei vostri figli che il preservativo garantisce il sesso sicuro, chiunque lo spieghi a scuola ignora dati che sono di dominio pubblico. E che spiegano perché le malattie sessualmente trasmissibili continuano ad aumentare. Le cosiddette lezioni di educazione sessuale inoltre non distinguono tra il piacere che si prova con un tizio/a qualsiasi e l'estasi che dà fare l'amore per concepire un figlio o farlo con qualcuno con cui vorresti concepire un figlio o ti sarebbe piaciuto concepire un figlio o hai concepito un figlio. L'educazione sessuale ha assassinato la sessualità. Di sesso non se ne è mai fatto così poco. Siamo un'epoca fondamentalmente asessuata. Quello che si fa da soli davanti a uno schermo di computer è autoerotismo, la negazione della sessualità. Io mi masturbo perché non ho una donna, mi spiegano molti pazienti. Lei non ha una donna perché si masturba, spiego io. Dove la masturbazione è vietata, inclusa nell'arcigno «non commettere atti impuri», la spinta sessuale è talmente potente che un uomo alla fine fa tutto il necessario per sedurre una donna e per sposarla. Gli Amish e i cosiddetti ebrei ortodossi, quelli con i «riccioli» ai lati del viso, si sposano tutti giovanissimi, e , guarda un po', hanno tassi di depressione molto bassi e tassi di malattie sessuali pari a zero.Dove c'è internet, si resta lì per sempre, perché alzarsi dalla sedia e rischiare? La pornografia è un campo dove chi trova, cerca. Si finisce su un sito porno per curiosità, ma anche per sbaglio, le immagini modificano nel cervello dopamina e endorfine e poi si torna lì per riprovare lo stesso movimento di dopamina. Analizzare la sessualità è stato un disastro. L'analisi è sempre un gesto di grandissima violenza: si smembra qualcosa che era un insieme. Possiamo amare qualcosa senza conoscerlo? E possiamo conoscerlo senza analizzarlo? La risposta ad entrambe le domande è sì, obbligatoriamente sì, perché l'analisi distrugge. Immaginate di analizzare una farfalla, o il vostro gatto, per conoscerlo e amarlo meglio. Prendete il bisturi e li sezionate. Alla fine né la farfalla né il micio ci sono più, restano solo brandelli putridi, né la bellezza della farfalla , né la grazia del gatto esistono più, esistono solo pezzi sporchi di fluido o sangue da buttare. La sessualità è stata analizzata attentamente negli ultimi decenni. La teoria è che non si può comprendere senza analizzare, La sessualità si nutre di mistero, è segreta, si nasconde nell'intimità perché, per definizione, non può essere pubblica, due carni diventano una, sono un'alchimia che qualsiasi presenza estranea non può che rovinare, la sessualità si nasconde nella penombra perché può esplodere in tutta la sua sublime potenzialità solo lontana dagli sguardi. Il suo dominio è la luce della luna. Può anche librarsi nella luce del sole, ma la luce della scialitica e della lampada da laboratorio la uccidono.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.





