2019-09-05
La scelta scandalosa di Bieber: convertirsi
Il cantante ha abbandonato una vita di eccessi ed è diventato un fervente cristiano. Poi ha deciso di sposare Hailey Baldwin (e si è mantenuto casto fino alle nozze). Sul Web è stato sommerso di insulti, ma lui continua a tenere duro: «Gesù guarisce».È possibile finire di continuo sui media, prima giudicato male perché ti comporti male e poi giudicato sempre male ma perché ti comporti bene? Sì, se sei Justin Bieber. E soprattutto se lo sei nella società occidentale politicamente corretta (cioè corretta dalla politica progressista) che adora la «vida loca» e disprezza quella tradizionale, vissuta anche nel nome di Dio, cioè della fede cristiana come guida morale dell'esistenza. Il percorso degli ultimi anni del giovane cantante canadese, diventato seguace della Hillsong Church e della Vous Church, non è poi molto diverso da quello di un Cat Stevens che si convertì all'islam e cambiò nome in Yusuf Islam. Però, a parte il forse comprensibile divieto di entrare negli Usa (in quanto islamico) poco dopo l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, nessuno ha mai criticato Yusuf ex Cat per essere passato dalla musica al proselitismo (è un importante membro della comunità musulmana londinese, ha aperto l'Islamia primary school). Anzi, nel 2004 gli è stato attribuito il riconoscimento «Uomo per la pace».Attacchi infiniti Per Justin Bieber, invece, continua il destino di Uomo per... l'odio che gli riversa addosso chi detesta la cristianità. Sconcerto, pernacchie e mugugni: reagirono così già quando iniziò il suo serio avvicinamento alla religione nel 2015. Intervistato da Complex, dichiarò, tra le risate mondiali: «Onestamente, vorrei vivere come Gesù. Non essere Gesù. Non potrei mai, non voglio essere frainteso. Ha creato una bellissima via per amare le persone ed essere gentili. Se ci credi, lui è morto per i nostri peccati. Lui è davvero un guaritore». Credere, per il Justin di quattro anni fa, voleva dire vivere un «legame che non ti fa sentire le insicurezze». Con una metafora ardita ma efficace, spiegò che credere aveva senso anche senza praticare: «Non devi andare in chiesa per essere un cristiano. Se vai da Taco Bell, non diventi un taco». In realtà, da allora in poi Justin ha iniziato a recarsi sempre più spesso nel suo «Taco Bell», cioè in chiesa. Pian piano, ha poi trovato il coraggio di condividere la fede anche col suo pubblico social, ben 118 milioni di follower solo su Instagram. Il 13 agosto scorso la popstar canadese ha postato proprio su Instagram un video con la didascalia «Riponete le vostre speranze: in Gesù». In piedi, tutto vestito di bianco per evocare cromaticamente la purezza, Justin leggeva la Bibbia e predicava ad altri fedeli seduti: «Abbiate fiducia in Dio. Anche se voi non credete in Lui, Lui crede in voi. Dio ci ama». Tra i commenti molte reazioni ostili, come accade sempre quando posta un pur minimo riferimento alla cristianità. Chi ribadiva il proprio ateismo fino alla morte, chi affermava che Gesù non esiste, chi lo derideva asserendo con sarcasmo che un altro fanatico religioso era proprio ciò di cui il mondo aveva bisogno, chi ribadiva che Allah è l'unico dio, ma quale Gesù? Justin non desiste. Ancora giovedì scorso, Biber ha scritto su Instagram: «Ho cantato in chiesa, ieri sera. Dio mi sta facendo passare una stagione dura. Avere fede in Dio nei momenti peggiori è la cosa in assoluto più difficile» (si riferisce alla depressione, con la quale combatte da quando ha interrotto a metà il Purpose Tour nell'estate del 2017 dopo ben un anno e mezzo di date, 152 in totale). Allegato, il video nel quale cantava, emozionato ed emozionante, versi come «To worship you I live», «Vivo per adorarti», naturalmente riferito a Dio.Niente rapporti Justin ha suscitato ilarità anche quando, intervistato da Vogue America nel marzo scorso, ha spiegato che con Hailey Baldwin si sono mantenuti casti nei tre mesi precedenti il matrimonio civile celebrato lo scorso anno (matrimonio che verrà completato dalla celebrazione di quello religioso proprio alla fine di questo mese): «Non abbiamo fatto sesso fino alle nozze. La castità è stata una delle migliori decisioni che abbiamo mai preso».La castità può apparire posticcia, pensando al vecchio Justin Bieber, quello che ubriaco e drogato finiva continuamente per mettersi nei guai e poi farsi mettere alla gogna mediatica, come quando nel 2014 il sito Tmz riportò gli screenshot di selfie dei suoi cosiddetti gioielli di famiglia inviati alla sua fresca ex Selena Gomez con messaggi da mezzo stalker e mezzo sbruffone come: «Andiamo, non vorrai mica perderti questo?». Ma ad essere posticci, evidentemente, erano quegli atteggiamenti. Indotti da una società che esalta la nota triade «sesso, droga e rock and roll» per i comuni mortali, figuriamoci per le popstar. Lo ha spiegato egli stesso, sempre a Vogue: «Sono stato depresso durante il Purpose tour, ne ho parlato poco e sto ancora elaborando tante cose che ho taciuto. Mi sono ritrovato essere super promiscuo e roba del genere, penso di aver fatto uso di Xanax perché mi vergognavo così tanto. Mia mamma mi diceva sempre di trattare le donne con rispetto. Facevo l'opposto: le droghe mettevano uno schermo tra me e quello che stavo facendo». Justin e Hailey, 25 anni lui e 22 lei, oltre a condividere l'esperienza religiosa, seguono una terapia di coppia per tutelare la propria relazione e sembrano rappresentare tutti quelli che, dopo decenni di esaltata distruzione atea e progressista della famiglia nella società, cercano di riedificarla. «Stiamo cercando di costruire un rapporto sano», ha affermato sempre a Vogue Hailey Baldwin ora Bieber. E ancora: «Siamo tanto giovani, stiamo imparando piano piano. Ci stiamo impegnando per crescere insieme. Non mentirò dicendo che il matrimonio è una favola magica. Non ti svegli ogni giorno pensando: “Sono innamoratissima, è tutto perfetto". Ma è bello lottare per costruire qualcosa». Qualcosa che l'uomo ha sempre costruito. Chiunque avrebbe potuto affermare una cosa del genere, risultando ovvio, fino a qualche decennio fa.Cultura dominanteMa ora che la norma imposta è il pensiero progressista ben riassunto dalla senatrice Pd Monica Cirinnà nel cartello «Dio, patria, famiglia: che vita de m...» (mostrato l'8 marzo scorso a Roma per la Festa della Donna), chiunque lo dica oggi appare come un eroe. Justin Bieber e la moglie (ma anche altre star come Kanye West e Kim Kardashian) sono praticanti nella Hillsong Church e la Vous Church. Entrambe appartengono alle Assemblee di Dio, la chiesa cristiana evangelica pentecostale. Grazie alla fede, Justin è riuscito a lasciarsi alle spalle molti problemi. Lo ha scritto su Instagram martedì: «Ho cominciato a fare uso di droghe piuttosto pesanti a 19 anni e abusato di tutte le mie relazioni». Poi ha concluso affermando che per diventare «un brav'uomo» non bisogna ispirarsi ai propri standard ma a quelli del «perfetto infallibile amore di Dio». Vi suona come una predica? Noi, come predicatore, preferiamo lui a Monica Cirinnà.
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