2018-07-05
La Sapienza chiude le porte al Papa e le apre agli estremisti di Hezbollah
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Dallo stesso ateneo che non volle Benedetto XVI è partita una delegazione in direzione Libano per incontrare un uomo chiave del gruppo islamista. La professoressa Rosella Castellano, velata in tv: «Abbiamo un'intesa verbale per cooperare con alcune loro università e presto firmeremo accordi». Poi promette: «Tornati in Italia spiegheremo all'Occidente la verità sull'organizzazione». Chissà se racconteranno dei traffici mondiali di armi e droga o delle minacce a Israele...C'è una Sapienza che combatteva contro papa Benedetto XVI affinché non inaugurasse l'anno accademico. E una Sapienza i cui professori vanno in visita in Libano per incontrare i vertici dell'organizzazione terroristica Hezbollah. Era il novembre 2007 quando il rettore dell'università romana invitò Joseph Ratzinger all'inaugurazione dell'anno accademico, il 17 gennaio successivo. Si mobilitarono professori e ricercatori, che facevano riferimento alla lectio magistralis di Ratisbona accusando il Pontefice di appoggiare la teoria del progetto intelligente. Le proteste montarono fino all'occupazione della sede del Senato accademico e del rettorato. Poi, il 15 gennaio, la Santa Sede declinò l'invito. Il discorso inaugurale del Papa fu comunque letto dal prorettore ma Ratzinger dovette attendere dieci anni per entrare alla Sapienza. L'ha fatto soltanto il 17 novembre scorso per presentare il suo volume sul Concilio vaticano II.E proprio dalla Sapienza è partita una delegazione di professori diretta in Libano. A riportarlo è stata l'emittente televisiva libanese Al Manar il 30 giugno scorso. La professoressa Rosella Castellano, associata di metodi matematici dell'economia e delle scienze attuariali e finanziarie, era a capo del gruppo che ha incontrato Sheikh Ali Rizq, capo del dipartimento relazioni estere di Hezbollah. Nel servizio trasmesso dall'emittente libanese e tradotto in inglese dal Middle East media research institute (Memri), la Castellano ha detto di aver raggiunto accordi verbali per la cooperazione con alcune università, tra cui quella di Al Maaref, nell'orbita di Hezbollah: «Firmeremo accordi scritti il prima possibile», ha garantito. Inoltre, i professori hanno promesso che al loro ritorno avrebbero «detto all'Occidente la verità su Hezbollah, di cui molti non sono a conoscenza» e hanno invitato Sheikh Ali Rizq in Italia.Ecco, allora vediamo cos'è Hezbollah, visto che «molti non sono a conoscenza» della verità in Italia. È un partito islamista sciita, vicino all'Iran dell'ayatollah Ali Khamenei e alla Siria del dittatore Bashar Al Assad. È considerato uno dei principali gruppi di spaccio di droga a livello mondiale ma soprattutto un'organizzazione terroristica da Stati Uniti, Israele, Canada. Soltanto i «brutti occidentali» ce l'hanno con Hezbollah? No. Anche la Lega araba e Consiglio di cooperazione del Golfo la considerano un'organizzazione terroristica. Regno Unito, Australia e Unione europea, poi, elencano la sua frangia militare tra le organizzazioni terroristiche. Una formazione che fa dell'antioccidentalismo e dell'antisemitismo i suoi fondamentali. Ed è la stessa organizzazione su cui stavano indagando l'antidroga e altre agenzie statunitensi, come riportato a dicembre da Politico, prima che l'ex presidente Barack Obama bloccasse le loro operazioni mirate a interrompere il traffico di droga, armi e denaro sporco dei terroristi libanesi. La ragione? Non dare fastidio all'Iran per non compromettere l'accordo sul nucleare. Un'intesa caldeggiata da Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che in passato definì questi terroristi un «movimento di resistenza».
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