2021-01-07
La sanità del Lazio viaggia nel disastro. Si controlla la gente ma non le istituzioni
Una storiaccia al Sant'Eugenio di Roma ha portato a un esposto. Però inefficienze e abusi regionali vengono coperti dal silenzio.Un pover'uomo febbricitante, indebolito dall'infezione, che respira a fatica, che ha paura, viene tenuto in un container in piedi per qualche ora e poi rispedito a casa dai medici dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, con una spiegazione a dir poco brutale: «Torni domani». Siccome è una brava persona, non sale su un taxi e nemmeno su un mezzo pubblico: se la fa a piedi. Quattro chilometri e mezzo. Arriva a casa mezzo morto alle due del mattino. Naturalmente le sue condizioni sono vistosamente peggiorate, crollata la qualità di respirazione e saturazione. Il giorno dopo si ricomincia da capo: si prova a chiamare un'ambulanza. La sua famiglia - tre persone contagiate su quattro - si fa coraggio ma decide di non tacere.Io non lo so se è una storia estrema o ne succedono tante e i protagonisti e le loro famiglie tacciono perché spaventati o rassegnati. So che è d'obbligo indignarsi e denunciare. come hanno fatto i protagonisti di questa storia. Anche perché stiamo parlando della capitale e del Lazio, la regione governata dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e sempre intoccata in questi mesi da qualunque scandalo, denuncia, problema di inefficienza, di abusi, di sprechi. Sotto la lente impietosa del giudizio di giornaloni e tv ci finisce la Lombardia.Ve la ricordate la storia delle mascherine? Un'amministrazione incapace a dir poco, per non dire in malafede, aveva commissionato dei dispositivi non verificati, ricordate a chi? A una ditta, anzi a un capannone, un simulacro di ditta, produttrice di lampadine, per la cifra di 35 milioni e ne aveva anticipati 14. Naturalmente l'affare non si è concluso, i soldi anticipati finiti nel nulla. Eppure il provvedimento è stato archiviato, desaparecida l'inchiesta della Procura che aveva affidato le indagini alla Guardia di Finanza. Ci sono figli e figliastri anche nelle indagini sulle mascherine.La sanità nella regione viaggia nel disastro, ridotta al massimo delle regole in nome dell'austerità l'assistenza pubblica; bastonata da tasse e vessazioni quella privata, fino agli studi medici. Così succede che in piena epidemia da Covid non si riesca a riaprire un ospedale che sarebbe stato fondamentale come il Forlanini. Inutilmente il suo direttore, Massimo Martelli, si affanna, si dispera, produce statistiche e cifre su quanto sarebbe meno dispendioso e più utile riadattare e riaprire una struttura come quella.L'assessore alla Sanità della Regione, Alessio D'Amato, è impegnato sul fronte delle nomine per gli ospedali più importanti: il Grassi di Ostia, il Policlinico di Tor Vergata, il Noc dei Castelli Romani. L'altra notte però la rassegnazione e la passività degli italiani ormai sedimentate in quasi un anno di pandemia e di incapacità del governo di trovare un percorso verso una via d'uscita che non sia rinchiudere e umiliarci si sono scontrate con la volontà civica dell'avvocato Maria Grazia Sulas, moglie del malcapitato del Sant'Eugenio, Marco Amore.È lei che mi ha scritto per raccontarmi la storia, è lei che ha scritto al direttore del Sant'Eugenio e a tutte le istituzioni, e ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica: è rimasta in attesa inutile di risposte, e ora sta per presentare una querela. Tutti dovrebbero fare così. E dovrebbero scrivere come la signora ha scritto a tutti, inquilino del Colle e di Palazzo Chigi, in conclusione del suo esposto: «Ho già provveduto ad attivare tutte le denunce del caso ma reputo opportuno e doveroso esporre alcune considerazioni affinché chi non ha gli stessi mezzi culturali e sociali che ha la nostra famiglia abbia voce. Insegniamo ai nostri figli, ogni giorno, a rispettare le regole, a credere nello Stato, a proteggere il prossimo con i propri comportamenti consapevoli, non superficiali, ad aiutare chi ha bisogno. A casa nostra all'ingresso, accanto al Crocifisso, c'è la Costituzione. La sottoscritta quando è diventata avvocato ha pronunciato un giuramento solenne: il rispetto della legge, dei comportamenti leali, diligenti. In nome della nostra Costituzione e dei principi che la regolano, il mio compagno ha percorso 4 km a piedi, compromettendo la sua salute per non incorrere nel rischio di danneggiare qualcuno e ora, per avere deciso di combattere questa guerra con lealtà e onore, le sue condizioni si sono aggravate. Veniamo continuamente bombardati dai social da notizie false, confusionarie, fedifraghe e non sappiamo più a cosa e a chi credere ma oggi le assicuro che abbiamo avuto contezza e certezza di un'unica verità e abbiamo compreso il motivo per cui il nostro Stato, l'Italia, sia tra i paesi con il più alto tasso di mortalità. Riservandoci di espletare le tutele del caso nelle opportune sedi saluto cordialmente. Le aggiungo una riflessione. Il presidente del nostro governo aveva annunciato un ingente dispiegamento di forze dell'ordine per controllare che i cittadini non violassero la quarantena e le disposizioni relative alle restrizioni. Forse le forze dell'ordine più che controllare i comportamenti dei cittadini dovrebbero verificare che le istituzioni poste a tutela e salvaguardia dei medesimi cittadini portino a compimento le funzioni che sono chiamate ad espletare. Noi non siamo più al sicuro».Meglio di così non si potrebbero dire le ragioni del nostro scontento.