
Nel bollettino della Bce si legge che «la riduzione dell'imposizione diretta e dei contributi previdenziali ha influito positivamente sul potere di acquisto delle famiglie per effetto delle politiche fiscali adottate».Il consueto bollettino della Bce conferma le forti prese di posizione da parte di Mario Draghi sul tema del quantitative easing e della politica monetaria in generale. «Il Pil secondo i nuovi dati sull'andamento economico», si legge nel documento, «e le informazioni ricavate dalle indagini continuano a segnalare tassi di crescita leggermente inferiori nel secondo e nel terzo trimestre». Ma è spulciando il bollettino che si arriva alla notizia e, quindi, alle indicazioni che l'Eurotower invia ai governi: intervenire sul lavoro. Francia e Italia hanno azzeccato le modifiche normative, alzando la capacità dei consumi delle famiglie. «La riduzione dell'imposizione diretta e dei contributi previdenziali ha influito positivamente sul potere di acquisto delle famiglie, per effetto delle politiche fiscali adottate in diversi Paesi dell'area dell'euro (in particolare Francia e Italia)». Dal bollettino emerge che «il miglioramento dell'occupazione continua a sostenere il reddito delle famiglie e la spesa per consumi». «Nel primo trimestre del 2019», spiega il bollettino, «i consumi privati sono aumentati dello 0,5 per cento in termini congiunturali, dopo aver segnato un incremento lievemente più debole nel periodo precedente. Il recente rallentamento della crescita non ha avuto ripercussioni sul reddito disponibile reale delle famiglie. Nel primo trimestre del 2019 la crescita su base annua del reddito disponibile reale lordo è salita al 2,7 per cento, dall'1,5 del quarto trimestre del 2018. Complessivamente l'aumento dell'occupazione ha mostrato una buona capacità di tenuta durante il recente rallentamento della crescita, sostenendo il reddito da lavoro». Inoltre, secondo la Bce, «Il tasso di risparmio è aumentato ulteriormente nel primo trimestre del 2019, riflettendo una crescita del reddito superiore a quella dei consumi». Il messaggio sembra chiaro. Sta arrivando l'autunno e si dovrà portare avanti la manovra finanziaria. Qualunque governo si troverà a gestire la patata bollente dovrà prendere in considerazione la dritta di Draghi. Se hanno funzionato parti delle norme legate al decreto Dignità, adesso andrà tagliato il cuneo fiscale e se si volesse procedere alla rimodulazione degli 80 euro di renziana memoria è il momento giusto per tarare anche la decontribuzione sotto i 26.000 euro di reddito. In Italia c'è ancora tantissimo da fare per incentivare i consumi e una possibilità sempre in fase di legge Finanziaria potrebbe essere quella di prendere spunto dalla sterzata di Emmanuel Macron dopo l'avvio delle proteste di piazza targate gilet gialli. Nelle proiezioni macroeconomiche diffuse lo scorso marzo da Banque de France, infatti, l'apporto del movimento di protesta all'economia nazionale risulta, se non altro in modo indiretto, più che positivo. Certo, si afferma sempre che l'economia francese «si è un po' rafforzata (0,3% per trimestre) a dispetto delle perturbazioni indotte a fine anno dal movimento dei gilet gialli» e non certo grazie a esso. Il seguito del report, però, è interessante. Si legge che anche per il primo trimestre del 2019 la crescita dovrebbe attestarsi allo 0,3%. Poi, l'aria cambierà: «Nel resto del 2019, l'attività in Francia dovrebbe certamente patire la debolezza della domanda dei suoi partner commerciali, ma dovrebbe beneficiare, in compenso, del netto rimbalzo del potere d'acquisto e dei consumi delle famiglie, sostenuto dal basso prezzo del petrolio di fine anno scorso e dalle misure finanziarie importanti votate a dicembre». Quali sono queste misure che faranno volare l'economia transalpina?Il documento fa riferimento alle Mues, Mesures d'urgence économiques et sociales. Si tratta, per farla breve, delle misure con cui Macron, nello scorso dicembre, ha cercato di fare più di un passo verso le richieste dei gilet gialli. Iniziata a ottobre 2018, la protesta ha colto di sorpresa l'Eliseo, con Macron rinchiusosi in un immobilismo incredulo criticato dai più. Tra le misure previste, la defiscalizzazione degli straordinari, la defiscalizzazione dei bonus di fine anno da parte delle imprese e l'abrogazione dell'aumento dei contributi per i pensionati che guadagnano meno di 2.000 euro al mese. Un pacchetto di riforme che ha comportato una rivisitazione della Loi de finances 2019, la Finanziaria francese e che è costato più di 10 miliardi.Le Mues furono giudicate largamente insufficienti dai gilet gialli, tant'è vero che la protesta è continuata, ma quel che qui è importante sottolineare è che si tratta di riforme che Macron non avrebbe mai varato senza essere pungolato dai gilet gialli e che andavano comunque nella direzione delle loro rivendicazioni. Ebbene, ora scopriamo che proprio quelle misure starebbero trainando l'economia francese. Non lo ha detto solo la banca di Francia, ma ora lo certifica anche il numero uno della Bce.
Federica Picchi (Ansa)
Il sottosegretario di Fratelli d’Italia è stato sfiduciato per aver condiviso un post della Casa Bianca sull’eccesso di vaccinazioni nei bimbi. Più che la reazione dei compagni, stupiscono i 20 voti a favore tra azzurri e leghisti.
Al Pirellone martedì pomeriggio è andata in scena una vergognosa farsa. Per aver condiviso a settembre, nelle storie di Instagram (che dopo 24 ore spariscono), un video della Casa Bianca di pochi minuti, è stata sfiduciata la sottosegretaria allo Sport Federica Picchi, in quota Fratelli d’Italia. A far sobbalzare lorsignori consiglieri non è stato il proclama terroristico di un lupo solitario o una sequela di insulti al governo della Lombardia, bensì una riflessione del presidente americano Donald Trump sull’eccessiva somministrazione di vaccini ai bambini piccoli. Nessuno, peraltro, ha visto quel video ripostato da Picchi, come hanno confermato gli stessi eletti al Pirellone, eppure è stata montata ad arte la storia grottesca di un Consiglio regionale vilipeso e infangato.
Jannik Sinner (Ansa)
Alle Atp Finals di Torino, in programma dal 9 al 16 novembre, il campione in carica Jannik Sinner trova Zverev, Shelton e uno tra Musetti e Auger-Aliassime. Nel gruppo opposto Alcaraz e Djokovic: il duello per il numero 1 mondiale passa dall'Inalpi Arena.
Il 24enne di Sesto Pusteria, campione in carica e in corsa per chiudere l’anno da numero 1 al mondo, è stato inserito nel gruppo Bjorn Borg insieme ad Alexander Zverev, Ben Shelton e uno tra Felix Auger-Aliassime e Lorenzo Musetti. Il toscano, infatti, saprà soltanto dopo l’Atp 250 di Atene - in corso in questi giorni in Grecia - se riuscirà a strappare l’ultimo pass utile per entrare nel tabellone principale o se resterà la prima riserva.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Negli anni Dieci del secolo XX il fisiologo triestino Amedeo Herlitzka sperimentò a Torino le prime apparecchiature per l'addestramento dei piloti, simulando da terra le condizioni del volo.
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Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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Stadio di San Siro (Imagoeconomica)
Ieri il Meazza è diventato, per 197 milioni, ufficialmente di proprietà di Milan e Inter. Una compravendita sulla quale i pm ipotizzano una turbativa d’asta: nel mirino c’è il bando, contestato da un potenziale acquirente per le tempistiche troppo strette.
Azione-reazione, come il martelletto sul ginocchio. Il riflesso rotuleo della Procura di Milano indica un’ottima salute del sistema nervoso, sembra quello di Jannik Sinner. Erano trascorsi pochi minuti dalla firma del rogito con il quale lo stadio di San Siro è passato dal Comune ai club Inter e Milan che dal quarto piano del tribunale è ufficialmente partita un’inchiesta per turbativa d’asta. Se le Montblanc di Paolo Scaroni e Beppe Marotta fossero state scariche, il siluro giudiziario sarebbe arrivato anche prima delle firme, quindi prima dell’ipotetica fattispecie di reato. Il rito ambrosiano funziona così.











