2019-04-30
La proroga per le offerte su Alitalia finanziata con le bollette elettriche
Salvataggio in alto mare. I commissari consentiranno a Fs qualche settimana in più per trovare il partner. Oltre a Toto, si affacciano i fondi. In pole position F2i. Luigi Di Maio: «Non cerchiamo capitani coraggiosi».Dovrebbe essere oggi l'ultimo giorno utile per la presentazione dell'offerta vincolante su Alitalia. Invece, con ogni probabilità, i commissari straordinari dell'ex compagnia di bandiera concederanno un'altra proroga. Quello che è certo, visto il caos che regna sul rilancio di Alitalia, è che a pagare il sostegno del vettore saranno i contribuenti. In pratica, il governo troverà gli oltre 900 milioni necessari per non far fallire Alitalia grazie alle imposte pagate sulla bolletta elettrica. È quanto previsto dall'articolo 37 del decreto Crescita che spiega chiaramente come la norma sia volta «a consentire l'eventuale ingresso del ministero dell'Economia e delle Finanze nel capitale sociale della newco nuova Alitalia».L'idea è di ricorrere alla Cassa dei servizi energetici e ambientali. È un ente pubblico che ritira dagli operatori i soldi che vengono pagati in bolletta sotto la voce «oneri di sistema» e li utilizza, ad esempio, per finanziare gli incentivi all'utilizzo di energie rinnovabili o per il sostegno alle imprese «energivore». Più in dettaglio, la Cassa accantona i fondi che servono per le «compensazioni al sistema» come il caso del rilancio di Alitalia. In realtà, però, sapere da dove via XX settembre attingerà risolve poco o nulla. Il problema principale resta quello di capire chi potrebbero essere i soggetti pronti a salire sugli aerei di Alitalia insieme al ministero dell'Economia, al gruppo Fs e all'americana Delta Airlines. Al momento, ciò che è noto è che il gruppo Fs è pronto a mettere sul tavolo il 30%, Delta Airlines si è detta disposta a salire al 15%, quota equivalente a quella che ha riservato per sé il Mef. Manca dunque un 40%, soglia tutt'altro che irrilevante, che dovrebbe andare a un solido partner industriale insieme a una partecipazione strategica di un secondo operatore. Come socio industriale sono in molti a citare il nome di Atlantia, ma ogni ora che passa la probabilità si fa sempre più sottile. C'è anche chi ha fatto il nome di China Eastern, avanzando l'ipotesi di ingresso con una quota minima. Anche in questo caso, però, a poche ore dalla scadenza di oggi, non è stata avanzata alcuna offerta ufficiale. Trovato il partner industriale, c'è poi da capire chi possa essere il partner strategico. Un socio finanziario, in pratica, disposto a finanziare l'operazione. Ad oggi gruppo Fs è pronto ad investire circa 260-270 milioni di euro nel rilancio di Alitalia. Delta Airlines, dal canto suo, avrebbe messo sul piatto circa 100 milioni di euro, la stessa cifra che vorrebbe stanziare il ministero dell'Economia convertendo gli interessi del prestito ponte concesso al vettore in questi due anni di procedura concorsuale.Per il restante 40% quindi in ballo ci sarebbero anche due fondi di investimento e Riccardo Toto, il figlio dell'ex patron di Air One, che, però, ufficialmente, ieri ha preferito trincerarsi dietro un «no comment». Secondo questa ipotesi che potrebbe arrivare, Toto potrebbe rilevare una quota intorno al 20-30% della newco che rileverà la compagnia aerea italiana.Chi sarebbero, dunque, questi due fondi di investimento? I nomi che da tempo circolano intorno al dossier sono quelli dei due più grandi colossi mondiali del risparmio gestito: Blackrock e Vanguard. Ma anche in questo caso si tratta solo di congetture. Il problema è chiaro. «Non è chiaro perché due grossi fondi dovrebbero mettere centinaia di milioni in un'azienda in difficoltà in cui molto probabilmente sarebbero soci di minoranza», si domanda interpellato dalla Verità Andrea Giuricin, docente presso l'Università di Milano Bicocca per il corso di Economia dei trasporti e consulente esperto del settore aereo. «È molto più probabile che si possa fare avanti un fondo di private equity che ha già altre concessioni come F2i». Un fondo che avrebbe forse più vantaggi e certezze a mettere soldi nel rilancio di Alitalia rispetto a due colossi che, come meri finanziatori, avrebbero ben poco margine di manovra all'interno della cordata capitanata da Fs. Intanto però il governo ieri ha voluto gettare acqua sul fuoco della vicenda. «Dentro Alitalia», ha assicurato il vicepremier Luigi Di Maio, «ci saranno Mef e Ferrovie dello Stato. Delta Airlines e Fs stanno lavorando al piano industriale e c'è l'ultima fetta torta da completare. Se domani arriveranno proposte da coloro che fino ad ora si sono palesati solo a livello di stampa», ha proseguito riferendosi ad Atlantia, «allora capiremo cosa fare nei prossimi mesi, altrimenti la strada è tracciata. Voglio dire: non stiamo cercando capitani coraggiosi o qualcuno per metterci una toppa, questo è già successo in passato, quando giocavano in difesa. Noi vogliamo giocare in attacco».