
Carcere fino a 2 anni e multe anche per 100.000 euro a chi propone regimi alimentari che causino anoressia o bulimia. Inevitabile verrebbe da dire considerato il bombardamento mediatico sul cibo e le mode che lo circondano.Le diete entrano nel codice penale. O meglio, dietisti, nutrizionisti, maghi e santoni del cibo miracoloso, rischiano di andare davanti ad un giudice e in carcere fino a 2 anni se il loro dimagrimento veloce non è un vero regime alimentare e fa più male che bene. Soprattutto alle ragazze minorenni. Sono all'esame della Commissione sanità del Senato due disegni di legge sul tema diete, uno con prima firmataria la senatrice Maria Rizzotti di Forza Italia e l'altro di Catrerina Bini del Pd. Entrambe le proposte vogliono colpire chi promuove diete che possono causare anoressia e bulimia ma la Commissione ha deciso di adottare il testo Rizzotti, 8 articoli e 20 milioni di copertura annui, perché contiene una specifica disposizione penale per il contrasto delle condotte di istigazione all'anoressia e alla bulimia e un articolo ad hoc in tema di diagnosi precoce e prevenzione.L'obiettivo è quello di avere in tempi rapidi un provvedimento mirato a prevenire e contrastare un fenomeno inquietante, sempre più diffuso, ovvero quello delle diete miracolose promesse su TV locali o siti che però non corrispondono alla «diaeta » latina, ovvero al «modo di vivere» ma sono semplicemente finalizzate alla riduzione di giro vita e taglie di vestiti. Peraltro le firmatarie sperano che la proposta sia approvata entro il prossimo 15 marzo giornata del «fiocco lilla» già dedicata ai disturbi del comportamento alimentare.Proprio a marzo 2017 venivano definiti un'epidemia sociale i disturbi del comportamento alimentare specie anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, con un abbassamento dell'età interessata, da quella adolescenziale agli 8-10 anni.Inevitabile verrebbe da dire considerato il bombardamento mediatico sul cibo e le mode che lo circondano. Se in libreria i testi sulle diete, firmati non soltanto da medici, sono sempre gettonatissimi, non c'è rivista che non proponga una dieta che sarà pure ascientifica, debilitante o pericolosa ma è molto di moda perché la seguono anche i vip. E cosi siamo passati dalla iperproteica alla chetogenica, dalla mediterranea alla dash a quella social, in gruppo su Facebook, senza dimenticare che se una volta le uova alzavano il colesterolo oggi allungano la vita, se il caffè era un eccitante oggi aiuta, se le bacche di goji non sapevamo cosa fossero oggi invece bastano 3 mandorle nostrane a prevenire le malattie arterosclerotiche. Senza considerare il giro d'affari che c'è dietro ad ogni regime alimentare consigliato, la cosa singolare è però che nel Paese del cibo migliore del mondo potrebbe essere un giudice a decidere, in nome della nostra salute, se per la nostra alimentazione e linea, è meglio mangiare una bistecca o una insalatona. Infatti, la proposta dell'azzurra Rizzotti mentre nel primo articolo definisce «l'anoressia, la bulimia e le altre patologie inerenti i disturbi gravi del comportamento alimentare, l'ortoressia e la vigoressia, come malattie sociali, oltre a definirle nello specifico», nel secondo articolo prevede l'introduzione «nel codice penale il reato di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia o la bulimia. Più in particolare, si prevede per chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determini o rafforzi l'altrui proposito di ricorrere a pratiche di restrizione alimentare prolungata, idonee a procurare l'anoressia o la bulimia, e ne agevola l'esecuzione venga punito con la reclusione fino ad un anno e la sanzione amministrativa da 10.000 a 50.000 euro. Se reato viene però commesso nei confronti di una persona in minorata difesa, o su di una persona minore 14 anni o ancora su di una persona priva della capacità di intendere e di volere, si prevede l'applicazione della pena della reclusione fino a 2 anni e la sanzione passa da 20.000 a 100.000 euro».Inoltre viene previsto il coinvolgimento dello Stato attraverso il servizio sanitario per prevenire e curare le malattie sociali ma anche della Polizia postale per monitorare i siti che riportano «notizie e messaggi suscettibili tali da istigare al ricorso di pratiche di restrizione alimentare prolungata, idonee a provocare e diffondere le patologie alimentari». Non mancano infine le disposizioni sull'utilizzo professionale dell'immagine femminile per campagne pubblicitarie e sanzioni a carico delle agenzie di moda e pubblicitarie che si avvalgono di modelle che non presentano certificato medico o il cui certificato medico attesta che sono in uno stato di massa corporea di grave magrezza o di forte sottopeso».
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





