2019-04-16
La Procura europea, altro tassello per cancellare il potere degli Stati
L'Ue ha varato una normativa in campo penale che sottrae ancora sovranità. Ritenendo inadeguate le magistrature nazionali, interverrà nel settore dei reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione.Momento topico dell'evoluzione del diritto penale europeo erano stati il Consiglio europeo di Tampere del 1999 e i suoi sviluppi quando, paludati dai consueti proclami eurocratici di libertà, avevano preso corpo princìpi che devastavano l'ordinamento costituzionale e penale italiano.L'istituto unionista nascente, il mandato di arresto europeo, scardinava la competenza territoriale delle magistrature nazionali e apriva alla deportazione su scala continentale di cittadini presunti colpevoli di reati non previsti come tali dalla legge dello Stato del cittadino da consegnare; individuava i reati (persino di opinione) con estrema genericità e in sintesi avviava un angosciante sistema di «legalità» penale unionista. Il primo grido di allarme in Italia era stato probabilmente quello del professor Vincenzo Caianiello, già presidente della Corte costituzionale, che aveva definito «giacobina» quella proposta europea.Nonostante la martellante pubblicità eurofila del coro mediatico egemone, si erano levate molte voci a condannare l'euromandato: magistrati, avvocati, storici; la sinistra italiana meno avvezza ai salotti; il presidente ceco Vakclav Klaus; il guardiasigilli Roberto Castelli, pronto a dimettersi pur di non approvare un simile monstrum giuridico; una lunga lista di intellettuali che avevano sottoscritto un articolato manifesto di denuncia sul tema.L'abnormità di quell'istituto era subito apparsa implicita, ma chiara, nell'esperienza francese; la Corte costituzionale tedesca, nel 2005, aveva annullato la legge tedesca di recepimento dell'euromandato; analoga vicenda in Polonia…Insomma, a dispetto delle geremiadi dei proponenti il ddl italiano di recepimento del mandato di arresto europeo - in particolare dei tre onorevoli magistrati diessini: Giovanni Kessler, Anna Finocchiaro e Francesco Bonito - in Italia la disciplina europea era stata potentemente edulcorata. Passati gli anni, sia pure con norme molto meno grossolane rispetto a quelle dell'euromandato, la storia sembra ripetersi: l'Ue ha varato una normativa che sottrae ancora una volta sovranità agli Stati membri in campo penale.È stata istituita una Procura europea (Pe) per l'esercizio, negli Stati aderenti all'iniziativa, dell'azione penale nel settore dei reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione (reg. Ue 2017/1939). La Pe è legata, per ragioni di connessione di materia, all'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), diretto a lungo, sino al 2017, proprio da Giovanni Kessler: forse è un caso, forse no.L'Italia della trascorsa legislatura ha ormai aderito al nuovo istituto e il Parlamento deve limitarsi a deliberare l'adeguamento nazionale al regolamento 1939.Sorge però un primo interrogativo di portata generale: è opportuno continuare a cedere strumenti di dominio al Moloch unionista?La Pe si vede riconoscere una iniziale competenza sul presupposto, superficialmente enunciato, che gli Stati membri non sono «sempre» adeguati per gestire la materia finanziaria transfrontaliera (sussidiarietà). Insomma, l'Ue scavalca la nostra sovranità perché la magistratura italiana sarebbe inadeguata.La competenza della Procura unionista è poi predicabile, secondo criteri insidiosi e fumosissimi, ad esempio quando «la reputazione delle istituzioni dell'Unione e la fiducia dei cittadini dell'Unione» siano gravemente minacciati, e comunque sempre tenuto conto che la competenza stessa andrebbe esercitata «nel modo più ampio possibile».Trascorrono dunque gli anni, ma non cambia il metodo: l'Ue opera in maniera spesso ambigua e predatoria; al massimo con una patina in più, rispetto al passato, di democrazia.Ed in effetti la Pe non è ancora operativa che già l'Unione pensa di sottrarre ulteriori competenze agli Stati. Si cercherà cioè di approfittarne di un summit in Romania, il prossimo 9 maggio, per estendere le competenze della Pe ai reati di terrorismo (artt. 83 e 86 Tfue): ottenuta quindi una mano, l'Europa si affanna immediatamente per appropriarsi anche di un braccio. Indubbiamente la Pe è ormai ineludibile per la materia finanziaria; occorre però chiedersi come arginarne eventuali eccessi e come frenarne l'avanzata in altri settori del diritto penale.Non avrebbe neppure senso approfondire la direttiva 2017/541/Ue sul terrorismo e le future competenze in materia criminale dell'Ue, con gli immancabili, mille interrogativi che ne conseguono.Di fronte a questo metodo infido e quasi immancabilmente raffazzonato di erodere le fondamenta degli Stati ed i loro spazi di libertà, non è saggio impantanarsi in una discussione il cui presupposto è la fiducia in un interlocutore di cui sarebbe stolto avere fiducia. D'altronde il metodo subdolo ed antidemocratico è istituzionale in questa Europa: Jean Monnet, uno dei veri forgiatori del sistema europeo, lo aveva espressamente teorizzato.E così la cancellazione degli Stati procede attraverso estenuanti suzioni di sovranità: con la tecnica agghiacciante che usa il polpo quando si succhia a morte il granchio, lasciandone però intatta la carcassa. Attualmente è quasi un'utopia, eppure si dovrebbe andare alla radice, archiviare finalmente il metodo subdolo, razionalizzare la Babele giuridica unionista e pretendere vera sussidiarietà, nonché un'autentica partecipazione degli Stati e delle loro istituzioni sovrane al processo europeo. In ogni caso i settori di sovranità penale ceduti oggi, assoggettandoci ulteriormente all'Ue, rischiano di essere ceduti per sempre: sia per la forza eversiva dell'Unione; sia grazie a una radicatissima esegesi di sudditanza che interpreta l'art. 11 della Costituzione per giustificare uno sgretolamento incessante della nostra Carta fondamentale.I procuratori Ue saranno ovviamente fuori dal controllo dello Stato italiano, agendo quali proconsoli del Superstato unionista, svincolati dalle gerarchie e dalle responsabilità giuridiche degli omologhi magistrati italiani (articoli 104 e 28 della Costituzione).Oggi, concludendo, una quota di libertà primordiali e costituzionali dello Stato e dei cittadini italiani è stata ceduta, quasi di soppiatto, all'Europa. Torna così attuale l'ex-presidente ceco - nonché docente universitario e già suddito sovietico - Vaclav Klaus, che, intervistato di recente da La Verità, ha voluto ammonire i suoi ascoltatori: attenti perché, anche se forse non ve ne rendete conto, l'Ue assomiglia molto all'Urss.Non è affatto sensato sottovalutare lo spirito di dominio e di coercizione che anima questa Unione europea.
Jose Mourinho (Getty Images)