2021-03-24
La Merkel fa il lockdown «politico» alla Conte
Angela Merkel (Filip Singer/Pool/Getty Images)
La cancelliera vara misure durissime. Eppure i numeri (4.241 contagi giornalieri e 120 morti, 900 decessi per milione di abitanti) non sembrano così catastrofici. Il sospetto è che voglia mascherare la crisi della Cdu chiudendo tutto, secondo il modello Giuseppi.La cancelliera chiude tutto: con un annuncio gelido nella forma ma rovente nella sostanza, Angela Merkel ha disposto una Pasqua all'insegna del lockdown rafforzato in Germania, stabilendo misure draconiane che potrebbero durare addirittura fino al 18 aprile. «Ora la situazione è grave», ha detto la leader tedesca, evocando una sorta di «nuova pandemia», un aumento definito «esponenziale» della contaminazione, e una nuova variante di Covid che ha qualificato come «molto più letale».Così, dopo una mezza giornata di full immersion nelle trattative con i rappresentanti dei lander (le figure più rilevanti al tavolo, oltre alla Merkel stessa, erano il vicecancelliere Olaf Scholzil sindaco di Berlino e il leader bavarese Markus Soeder), si è giunti a un'ulteriore raffica di chiusure e restrizioni: vietati i raduni, proibiti i pranzi all'aperto, negozi tutti chiusi, e perfino - clamoroso - cancellate le funzioni religiose per tutto il fine settimana pasquale, dal primo al 5 aprile. Ancora più impressionante, per certi versi, la decisione, che potrebbe maturare nelle prossime ore, di chiudere pure i supermercati. Altre limitazioni vanno dall'uso obbligatorio in automobile della mascherina (se c'è un non familiare a bordo) a un rafforzamento dell'obbligo di effettuare test in presenza di alcune circostanze. Non è mancato nemmeno uno scontro piuttosto duro su alcuni viaggi all'estero che resterebbero consentiti (ad esempio le Baleari non sarebbero considerate una destinazione a rischio), mentre è tendenzialmente vietato ogni spostamento interno ai confini tedeschi. Per motivare la sua scelta, la Merkel, in una conferenza stampa, ha indicato quella che a suo avviso è la causa dell'aggravarsi dell'emergenza («Abbiamo un nuovo virus. È molto più letale, molto più infettivo e contagioso per molto più tempo»), e poi è passata a descrivere l'effetto («Il numero di casi sta aumentando in modo esponenziale e i posti in terapia intensiva si stanno riempiendo di nuovo»). «Non siamo stati ancora in grado di sconfiggere il virus», ha tagliato corto la cancelliera.Dopo di che, ma questo è ormai un triste classico di queste settimane, la Merkel si è allineata al tentativo della Commissione Ue di cercare capri espiatori che giustifichino (o almeno nascondano) il clamoroso fiasco della campagna vaccinale europea: a giorni alterni, o si accusa il Regno Unito (colpevole - si fa per dire - di essere stato clamorosamente più efficiente e più rapido del blocco Ue) o si incolpano le case farmaceutiche. E ieri è toccato proprio a queste ultime: la Merkel ha infatti ribadito il suo supporto alla linea di Bruxelles e a un eventuale stop alle esportazioni di Astrazeneca se non ci fossero le consegne teoricamente previste: «Abbiamo un problema ben noto con Astrazeneca», ha laconicamente lasciato a verbale la cancelliera. Sarà. Eppure, lasciando per un momento da parte la disputa sui vaccini (domani la Commissione Ue potrebbe compiere un passo), ciò che desta sorpresa è che le cifre del contagio in Germania non sembrano così catastrofiche: secondo i dati disponibili, nelle ultime ventiquattr'ore ci sono stati 4.241 contagi (che di per sé, come sappiamo, non dovrebbero rappresentare motivo di panico), con 120 morti (900 decessi per milione di abitanti, da noi sono 1.753). Un numero importante, certo, ma non tale da giustificare - a prima vista - un giro di vite così clamoroso e radicale. La realtà è che bruciano tre questioni politiche, una più devastante dell'altra. La prima è l'andamento catastrofico della campagna di vaccinazione: ad oggi, meno del 10% dei tedeschi ha ricevuto una dose di vaccino, e meno del 5% tutte e due. Un colpo durissimo all'orgoglio nazionale, raffrontato con i 28 milioni di britannici che hanno già ricevuto almeno la prima dose. Il secondo fattore che pesa è una campagna di stampa martellante, che sta mettendo alle corde il governo di unità nazionale. Il terzo fattore si è materializzato pochi giorni fa nelle urne, con una dura e inattesa sconfitta della Cdu in due lander tradizionalmente forti per il partito della cancelliera. Non certo un viatico rassicurante verso le elezioni generali di settembre.Da questo punto di vista, può sorgere il dubbio che la Merkel, presa dalla disperazione, abbia tentato una mossa alla Giuseppe Conte: una drammatizzazione sanitaria per attutire e coprire divisioni e dibattiti politici e per sterilizzare le discussioni. Nel tentativo di presentarsi come la leader della «precauzione»: come a suggerire che, mentre altri Paesi sono stati più veloci, la Germania ha deciso di essere più cauta. Ma c'è da dubitare che questa narrazione convinca gli elettori tedeschi.Semmai, c'è da temere - visti i precedenti - che questo tipo di storytelling persuada qualcuno qui in Italia, dove, nei palazzi della politica e nei media, gli adoratori della Merkelsono ancora tantissimi. Del resto, la stessa scelta italiana - a ben vedere, un autogol - di accodarsi la scorsa settimana allo stop temporaneo di Astrazeneca era stata sollecitata proprio da Berlino. E c'è da immaginare che da oggi, alle nostre latitudini, comincerà a risuonare il solito tam tam del tipo: «Se lo dice la Merkel, se lo fa la Germania, allora anche noi dovremmo eccetera eccetera…». Speriamo di non dover assistere molto presto all'ennesima replica di uno spettacolo andato in scena già troppe volte.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.