2024-10-11
La Meloni zittisce tutti sulla manovra
Il video con cui Giorgia precisava che non avrebbe alzato le tasse ha stoppato anticipazioni e battibecchi interni al centrodestra. Il 14 ottobre probabile Consiglio dei ministri per approvare il Documento programmatico di bilancio da presentare a Bruxelles.Il video che Giorgia Meloni ha diffuso su Facebook per ricordare che il suo esecutivo le tasse le abbassa (e non il contrario) ha avuto un risultato importante. Mentre la manovra prende forma e si apprende che molto probabilmente verrà convocato il 14 ottobre il consiglio dei ministri per esaminare il Documento programmatico di bilancio (Dpb), la maggioranza non proferisce verbo per rispondere alle critiche mosse dall’opposizione secondo cui il governo sta alzando l’imposizione fiscale. Il premier ha richiamato tutti all’ordine dopo due settimane di battibecchi che rischiavano di vanificare i risultati su Pil e lavoro. «Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini: è falso. Questo lo facevano i governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo, come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva», ha detto Meloni in un filmato durato molto poco dopo l’approvazione del Piano strutturale di bilancio sia alla Camera sia al Senato. «Voglio essere chiara ancora una volta, la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e sostenere le imprese, non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini». Il video si è concluso anche con un riferimento all’opposizione. «Nonostante alcuni vorrebbero, ad esempio, l’introduzione di patrimoniali, di ulteriori imposte, noi resteremo fedeli al nostro impegno, che è lavorare per una manovra che rilanci l’economia, migliori la vita degli italiani, senza chiedere loro nuovi sacrifici».Del resto, il tempo stringe, anche perché entro il 15 ottobre il Dpb deve essere presentato alla Commissione europea. Si tratta, di fatto, del documento che registra saldi e misure che saranno poi presenti nel testo vero e proprio della legge di bilancio. È, insomma, l’inizio del dialogo con Bruxelles, che controlla che vengano rispettati da parte dei Paesi membri dell’Ue i vincoli previsti dai trattati comunitari.Il passo successivo è quello della presentazione ufficiale in Parlamento da parte dell’esecutivo del disegno di legge di bilancio, evento previsto per il 20 ottobre. In questo caso si tratta della manovra vera e propria, del provvedimento dove si tracciano le linee di finanza pubblica per i prossimi tre anni e dove tutte le misure vengono spiegate in dettaglio. Di norma entro il 20 di questo mese il ddl bilancio viene approvato dal consiglio dei ministri, anche se poi il testo vero e proprio viene presentato alla Camera o al Senato a fine ottobre, se non nei primi giorni di novembre.Insomma, il premier ha messo la maggioranza in riga a lavorare sulla manovra, lasciando stare le critiche mosse dall’opposizione. Le frecciatine sulla manovra e sul rialzo delle tasse erano iniziate quando il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, illustrando il Psb, aveva citato la revisione delle rendite catastali per gli immobili migliorati grazie ai lavori del Superbonus. Senza considerare le voci su presunti prelievi alle banche, revisione al rialzo delle accise e altre imposte indirette. Ma in poche ore il responsabile del Mef ha rispedito tutto al mittente spiegando che «più che aumentare le tasse, taglieremo le spese, tranne la spesa sanitaria su cui ci impegniamo a mantenere l’incidenza sul Pil. Tutte le altre avranno dei tagli significativi e costringeremo le amministrazioni a fare risparmi». D’altronde, ieri, sempre Giorgetti, in audizione in commissione Bilancio sul Piano strutturale di bilancio di medio termine, ha ricordato che si tratta di un «documento ambizioso ma realistico, che affronta i problemi principali del Paese e delinea un percorso di rientro dai deficit accumulati negli anni recenti». Inoltre, «il governo ritiene di poter conseguire una riduzione rapida del rapporto tra indebitamento netto e Pil per portare l’Italia al di fuori dalla procedura di deficit eccessivo a partire dal 2027».Ciononostante, ieri l’opposizione non ha perso tempo a puntare il dito contro la manovra firmata dall’esecutivo. La prima è stata Elly Schlein secondo cui «Meloni sulle tasse mente agli italiani, c’è scritto a pagina 116 del Psb che aumenteranno le accise», motivo per cui il suo partito ha bombardato sui social la premier. Simile l’atteggiamento del leader M5s, Giuseppe Conte secondo cui «Meloni ha una bella faccia tosta». «Giorgia mente sapendo di mentire», ha invece chiosato Matteo Renzi. Ora, insomma, è finito il momento delle scaramucce. La maggioranza sta lavorando a testa bassa sulla manovra e le critiche dell’opposizione passano tutte in secondo piano.