2021-09-26
La Meloni va all’attacco su giustizia e sbarchi

Giorgia Meloni (Ufficio Stampa Fdi)
La leader di Fratelli d’Italia chiude la campagna elettorale accolta dalla piazza piena di Milano. I punti fermi del programma: lotta agli arrivi clandestini e agli scandali legati alla pandemia. Critiche a Letta e al sindaco Sala: «Va a braccetto con la Rackete»Mentre il palco è ancora vuoto e gli altoparlanti suonano A mano a mano di Rino Gaetano, non proprio un inno della destra sociale, l’ex vicesindaco di Milano e ora assessore regionale alla sicurezza, Riccardo De Corato, si lascia andare a un attacco di nostalgia. E ricorda con orgoglio quando «Almirante piazza Duomo l’aveva riempita nel 1972, parlando sotto la statua di Vittorio Emanuele e davanti alle orde agitate da Mario Capanna». Ieri nella stessa piazza, non si sono riuniti gli elettori del Movimento Sociale ma quelli di Fratelli d’Italia. Per ascoltare Giorgia Meloni a pochi metri dal corteo, non di democrazia proletaria ma dei circa 2.000 No green pass. Una Meloni assai «almirantiana» soprattutto nella parte finale del suo comizio quando ha incalzato la piazza con un «credeteci» perché «è la gente che decide, è il popolo». Il popolo, è una parola che ieri ha ripetuto spesso. Ma che popolo è quello di Fratelli d’Italia che ieri agitava le bandiere all’ombra della Madonnina? Ci sono le due amiche in terza fila - una bionda e una mora, mezza età - che tra le priorità su cui intervenire hanno le idee chiare: «giustizia e immigrazione». E le tasse? «tanto quelle ce le alzano lo stesso», risponde la bionda. Infatti il primo applauso scrosciante arriva quando la Meloni tocca nel suo discorso il tema dei clandestini. Idem quando chiede «dov’è la magistratura sugli scandali legati al Covid che abbiamo visto in questi mesi? La sinistra ha trasformato il Covid in una mangiatoia per i soliti noti. È una vergogna come sono stati spesi i soldi durante la pandemia mentre il 40% delle aziende italiane rischiava di chiudere». Qualche fila più in là c’è Giovanni, arriva dal Veneto e si definisce un leghista pentito. Scatta in piedi ad applaudire quando la Meloni parla del suo partito che «non ha preso scorciatoie, un partito che non tradisce le promesse dei cittadini». Applaude e scuote la testa, «mica come quello là, che è uguale al Pd». La Meloni, dal canto suo, fa la diplomatica e ai giornalisti che le chiedono se alle amministrative milanesi pensa di superare la Lega come numero di voti risponde così: «Volevamo superare i Cinque stelle e ci siamo riusciti. Volevamo superare il Pd e ci siamo riusciti, e sta bene così». Il popolo di Giorgia fa partire i «buuu» per Beppe Sala quando la Meloni dice che «si fa la campagna elettorale con Carola Rackete, quella che sperona le navi della Guardia costiera. Una figlia di papà tedesca amica degli scafisti. Qual è il messaggio che si dà? Che si possono aggredire i nostri uomini in divisa?». Altri applausi. E altri «buuu» quando viene citato Enrico Letta: «Pensate a quelli che dicono «sono del Pd». Letta è candidato nel collegio di Siena per le suppletive e lo fa senza simbolo del Pd, cioè il segretario del Pd si vergogna del Pd e lo capisco», attacca la Meloni. «Vaglielo a spiegare ai senesi che la sinistra ha devastato una banca, l’ha usata come bancomat del partito e poi ha rovesciato il conto sulle casse dello Stato. Letta dice che siamo la peggior destra di sempre, certo adesso la destra è il primo partito italiano e l’aggressività degli avversari sale». La piazza si esalta anche quando dal palco la Meloni dice che «la revisione degli estimi catastali sarebbe macelleria sociale» e «Fdi farà tutto quello che c’è da fare per bloccare questa follia». E ancora: «La ricchezza non la fa lo Stato, ma i lavoratori». il Reddito di cittadinanza è metadone di Stato, lo confermo». E giù altri applausi. Il popolo di Giorgia vuole riconoscersi in un partito senza vergognarsi. «Ci danno dei razzisti, degli omofobi, ora dicono che siamo pure no vax», borbotta un signore sulla cinquantina che va in visibilio quando la Meloni urla dal palco: «Qui la persona più normale sono io, siete voi». Sullo sfondo, ieri c’è stato anche qualche momento di tensione con il corteo dei No green pass quando un gruppo di persone ha tentato di forzare il cordone della polizia per accedere alla piazza mentre il comizio era in corso. Poco prima la Meloni dal palco aveva ribadito: «Io sono vaccinata, non sono no vax ma sono no tax. Però bisogna essere seri: essere contro questo uso del pass non vuol dire essere contro i vaccini, altrimenti mi dovete dire che sono no vax anche Angela Merkel, Boris Johnson e Sánchez. L’Italia è un’anomalia». Il popolo di Giorgia non è il popolo di Luca, inteso come Luca Bernardo che è candidato a sindaco di Milano per il centrodestra e che ieri è salito sul palco prima del comizio assicurando che «qui ci vogliamo tutti bene, siamo una grande famiglia». Eppure ascoltando gli umori della piazza non tutti sono convinti che sia stata una scelta azzeccata, anzi. L’accoglienza è freddina, anche quando la Meloni lo fa risalire sul palco per scattarsi un selfie insieme davanti alle bandiere sventolanti. I partiti del centrodestra stanno comunque organizzando iniziative congiunte a Milano e Roma prima della fine della campagna elettorale per le amministrative. «Questa è stata una campagna elettorale brevissima. La data delle elezioni sarebbe dovuta essere una settimana più tardi, perché come al solito la sinistra se le apparecchia», ha detto ieri la presidente di Fdi. «In una campagna breve non sempre le agende si incastrano e, anzi, siccome abbiamo tantissimo lavorare da fare, più ci dividiamo e più cose riusciamo a fare. Sia a Roma che a Milano faremo un’iniziativa comune prima della fine della campagna elettorale. Stiamo organizzando in queste ore». Forse, fanno sapere da partito, una conferenza stampa giovedì. Intanto il leader della Lega ha scelto simbolicamente di chiudere la campagna a supporto di Bernardo domani in un quartiere periferico, quello di Niguarda, fra le case popolari, mentre Forza Italia oggi sarà alle Stelline. Di certo, per la presidente di Fratelli d’Italia, «la sfida per le amministrative a Milano è aperta. Il risultato di una elezione si decide il giorno in cui si va a votare. Voi - ha detto ieri rivolgendosi alla piazza gremita - sapete meglio di me di cosa ha bisogno questa città».