2023-09-15
La Lagarde è fuori controllo. Costo del denaro record. E i rialzi non finiscono qui
Nuovo aumento dei tassi al 4,5%: mai l’euro è stato così caro. Mazzata per credito e rate variabili: recessione più vicina. Spesa per gli interessi vicino ai 100 miliardi.Al grido «procediamo a tassi spediti verso il baratro», il Consiglio direttivo della Bce, ieri, ha varato il decimo rialzo consecutivo dei tassi di interesse alzando l’asticella di altri 25 punti base. Una decisione presa, come previsto, non all’unanimità ma «da una solida maggioranza», l’ha definita Christine Lagarde in conferenza stampa, aggiungendo che comunque alcuni governatori «avrebbero preferito una pausa». Il copione, però, resta il solito: l’inflazione continua a diminuire, ma si prevede che rimarrà elevata per troppo tempo. E quindi, «al fine di rafforzare i progressi verso il conseguimento del suo obiettivo», ecco che il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale e quello sui depositi presso la Banca centrale, saliranno rispettivamente al 4,5%, 4,75% e 4%, con effetto dal 20 settembre 2023.In tailleur rosa cipria, madame Lagarde ha, dunque, portato il tasso di deposito al livello più alto nella storia dell’istituto. Mai in venticinque anni la Bce aveva effettuato dieci rialzi complessivi. E per il tasso sui depositi (portato al 4%) si tratta di un livello mai visto dal lancio dell’euro nel 1999. Ci attende un autunno freddissimo e pure un inverno gelido, anche perché non è sicuro che l’azione della Bce si fermi qui. Ieri in conferenza stampa la stessa Lagarde non è stata rassicurante, anzi: «Non è detto che i tassi abbiano raggiunto il picco. Il focus si sposta più sulla durata della stretta, ma ogni volta condurremo la nostra valutazione sulla base dei dati, delle analisi e delle proiezioni del nostro staff».L’unica cosa certa è che l’Eurotower ha un unico obiettivo, «la stabilità dei prezzi», e vuole soddisfarlo «tempestivamente» per far tornare l’inflazione al 2%. Nel frattempo, i vertici di Francoforte si vantano di aver portato l’inflazione da 10,6% a 5,3% dimenticando che quel livello è stato raggiunto perché Lagarde non l’ha vista arrivare (cit.) e ha comunque temporeggiato facendo diventare la lotta sanguinosa e ancora più lunga.Gli analisti cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno e si aggrappano alla speranza che il picco sia stato raggiunto. C’è chi fa notare la dichiarazione della Bce sui tassi «sufficientemente restrittivi» per un «periodo sufficientemente lungo» che suona ora «più dovish» (ovvero più da colomba che da falco, ndr) per i mercati rispetto alle precedenti comunicazioni. Altri sottolineano che ieri il consiglio direttivo ha risolto il compromesso tra falchi e colombe concedendo ai falchi il rialzo dei tassi e concedendo, però, alle colombe il richiamo esplicito a una guidance molto vicina all’ipotesi di ultimo rialzo accompagnato da tassi fermi per un periodo di tempo lungo. I più ottimisti si spingono addirittura a ipotizzare un primo taglio da 25 punti base già nel luglio del 2024.Ieri, intanto, le Borse europee hanno chiuso in positivo, accelerando sul finale di seduta: Milano ha guadagnato l’1,37%, Parigi l’1,19%, Francoforte lo 0,97% e Madrid l’1,29%. Quanto allo spread tra BTp e Bund ieri a ha chiuso in calo a quota 174,5 punti contro i 179 segnati nella chiusura precedente.Di certo, a fare i conti con l’ennesimo rialzo sono gli italiani che pagano il mutuo. Le famiglie indebitate, nel nostro Paese, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Ebbene, secondo le stime della Fabi, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 75% in più. Chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, dunque, oggi paga 875 euro mensili, ovvero 375 euro in più. Alla luce della decisione di ieri, è molto probabile che le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora.I nuovi mutui a tasso fisso, invece, sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate. I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 7% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni, la rata mensile sarà di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa, ovvero 665 euro.«Il rialzo deciso dalla Bce è in parte sorprendente. Sarebbe stata preferibile una pausa, con il costo del denaro lasciato al 4,25% di luglio. Servono prudenza e responsabilità perché il conto da pagare, così facendo, pesa sempre sulle tasche della povera gente», ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.I tassi pesano anche per lo Stato, a causa degli interessi che dovrà corrispondere sul debito pubblico. La spesa per interessi potrebbe collocarsi intorno ai 100 miliardi di euro (40 miliardi in più rispetto al 2020). Nelle aste di Bot e i Btp i rendimenti medi, come si ricava dall’indice Rendistato calcolato dalla Banca d’Italia, sono arrivati oramai al 3,94%.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)