2020-06-10
La Francia benedice la violenza antirazzista
L'Eliseo chiude gli occhi sulle manifestazioni non autorizzate. Il ministro dell'Interno: «L'emozione oltrepassa le leggi». Ma quando a scendere in piazza erano i gilet gialli il premier e il suo fedelissimo adottavano la linea della tolleranza zero.Anche in Francia manifestare contro il razzismo è meno pericoloso del rischio di ammalarsi di Covid-19 o di quello di far partire una seconda ondata del virus nato in Cina. E così il governo chiude non uno, ma due occhi, sulle manifestazioni che reclamano giustizia per Adama Traoré, un giovane deceduto nel 2016 dopo un controllo delle forze dell'ordine. Per la famiglia del ventiquattrenne originario del Mali, la polizia è colpevole senza ombra di dubbio. E pazienza se le varie perizie realizzate negli ultimi quattro anni, abbiano rivelato anche la presenza di problemi di salute pregressi, dei quali soffriva il giovane. La giustizia sta facendo il suo lavoro. Ma per il collettivo «Giustizia per Adama», sostenuto anche da vari partiti di sinistra ed estrema sinistra, la questione è semplice: la polizia è razzista. E così da una decina di giorni, in varie città di Francia si svolgono manifestazioni e sit-in che, a volte, sfociano anche in tafferugli e violenze urbane. La morte di George Floyd, dopo un controllo effettuato dalla polizia di Minneapolis, è servita come pretesto al clan Traoré e ai suoi numerosi sostegni per attaccare la polizia. Il tutto è avvenuto mentre in Francia è tuttora vietato a partecipare ad assembramenti per evitare che il coronavirus aggiunga altre vittime alle quasi 30.000 già decedute in Francia.Ma per il governo transalpino ogni occasione è buona per fare diversione. E cosi, ieri, ai microfoni di Rmc/Bfm Tv, il ministro dell'Interno Christophe Castaner ha ribadito che «nei fatti», le manifestazioni non sono autorizzate perché vige un decreto del primo ministro che «nel quadro della seconda fase del deconfinamento vieta gli assembramenti di più di dieci persone». Ma, ha aggiunto il capo del Viminale francese, «credo che l'emozione mondiale, che su questo tema è un'emozione sana, oltrepassi le regole giuridiche». L'omologo transalpino di Luciana Lamorgese ha anche detto che non avrebbe problemi a mettere il ginocchio a terra, come fanno migliaia di manifestanti antirazzisti in tutto il mondo. A prima vista si potrebbe pensare che, tra gli effetti del coronavirus, ci sia anche un radicale cambio di opinioni da parte del ministro dell'interno di Parigi. Che Castaner sia rimasto folgorato sulla via di Damasco? Oppure ha solo paura delle banlieue dove circolano anche armi da guerra? Domande lecite, visto che, negli ultimi due anni, il ministro dell'interno francese si è mostrato inflessibile nei confronti dei Gilet gialli per i quali non ha mai manifestato il minimo segno di compassione. Per capire il cambio di rotta del ministro dell'Interno basta rileggere le sue dichiarazioni andando a ritroso nel tempo. Solo il 16 maggio scorso, parlando di una piccola manifestazione di Gilet gialli, il ministro francese era stato categorico: «C'è una sanzione per qualsiasi assembramento di più di dieci persone» aveva dichiarato. Guai dunque a manifestare durante una pandemia. In tempi più lontani, circa un anno fa, il titolare del Viminale transalpino aveva dichiarato al settimanale Journal Du Dimanche che nel movimento di protesta in giallo rimanevano «degli individui che cercano la violenza». Evidentemente per loro non valeva il discorso dell'emozione che va oltre la legge. D'altra parte l'intolleranza dell'équipe macronista nei confronti Gilet gialli era nota da tempo. Come dimenticare, ad esempio, il discorso di fine anno di Emmanuel Macron fatto a reti unificate il 31 dicembre 2018. In quell'occasione il presidente francese aveva definito i Gilet gialli «Portavoci di una folla che odia». Inoltre aveva ribadito l'intenzione di far rispettare «l'ordine repubblicano». Altri tempi. Chissà cosa avrà pensato l'inquilino dell'Eliseo, il 2 giugno scorso, nel vedere la manifestazione del collettivo per Traoré, degenerare in una guerriglia urbana attorno al palazzo di giustizia di Parigi. Forse non gli sono venute in mente immagini di «gente sudata» come è accaduto a Gianrico Carofiglio dopo la manifestazione della destra italiana, svoltasi lo stesso giorno.Oltre ad aver mostrato tolleranza nei confronti di facinorosi e noncuranza circa il rischio di nuovi contagi da Covid-19, Christophe Castaner ha annunciato ieri anche il divieto per le forze dell'ordine di usare la tecnica del «placcaggio ventrale». La notizia ha suscitato perplessità e scontento tra gli agenti che, spesso, hanno a che fare con individui estremamente violenti. In questo senso, parlando a Bfm Tv, il vice segretario del sindacato Sgp Police-Fo, Grégory Joron, ha ricordato che questa tecnica viene impiegata solo «quando la gente non si lascia immobilizzare». Lottare contro il razzismo è un dovere, ma la scelta dell'esecutivo di Edouard Philippe di accettare le manifestazioni antirazziste nonostante il rischio di una nuova epidemia, cozza con la rigidità mostrata dal governo non solo verso i Gilet gialli ma anche con i comuni cittadini. In effetti, ad oggi, in Francia le scuole restano semi chiuse e i ristoranti parigini possono accogliere i clienti solo all'esterno. C'è da sperare che accanto ai tavolini all'aperto dei bistrò, non passi una manifestazione con gente senza mascherine.
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)