2022-12-08
La finanza vede nelle criptovalute l’immagine deformata di sé stessa
Sono come un Monopoli svincolato dall’economia reale ma anche il regime monetario ordinario è fittizio. E le bolle generate dal sistema parallelo non fanno che annunciare quelle in cui si dissolverà quello ufficiale.Gli economisti che si affannano a descrivere in linguaggio tecnico il complicato funzionamento del sistema blockchain, su cui poggerebbe il meraviglioso mondo delle criptovalute, sono come microbiologi impegnati ad analizzare con rigore scientifico la struttura di un virus patogeno. Che resta nondimeno un virus patogeno. Così come un falsario resta un falsario. Se il primo passo decisivo dell’economia occidentale moderna è lo «sdoganamento» dell’usura nella forma del prestito a interesse (dove la brutalità della vecchia usura sembra diluirsi nel fattore-tempo, con mutui pluridecennali che si comprano di fatto la vita del cliente, tra i sorrisi dei funzionari gentilissimi e l’aria condizionata dell’agenzia con la macchinetta del caffè), un passo ulteriore - saltando quelli intermedi - è lo sdoganamento del Falsario. Già la riduzione-abolizione del contante manda in soffitta le vecchie stamperie di banconote false (la «nobile arte» del falsario tradizionale). Il vero colpo di genio è però l’invenzione delle criptovalute: fabbriche autorizzate e planetarie di denaro fittizio. Beninteso, anche buona parte del denaro «ufficiale» circolante è fittizia, per ragioni ben note agli economisti. Ma la criptovaluta non è solo cripto, è tutta fittizia. Pur non avendo alcun «aggancio» reale, il sistema controlla un ampio bacino di supporto - mediatico, retorico - che convince le masse a farne uso, promettendo guadagni strabilianti. In fondo, è la versione ipertecnologica del venditore di elisir nelle vecchie fiere di paese, o del tiro giocato dal Gatto & la Volpe al famoso burattino nella famosa locanda. E come è sofisticato l’approccio dei «tecnici», è sofisticato, spesso, anche l’investitore, perlopiù assai meno rozzo e ingenuo di Pinocchio, sofisticatamente convinto di effettuare una speculazione ardita ma con buone probabilità di successo. Se è vero, come scrive Friedrich Schlegel in un frammento geniale - anno 1800 - che l’essenza della modernità è la «creazione dal nulla» (l’artificio come simulazione), si potrà dire che l’essenza della tarda modernità nel suo profilo più sensibile, quello capitalistico, è la creazione del denaro dal nulla. Dove il nulla è, prima, il fattore tempo (usura), quindi (criptovalute) i circuiti digitali amministrati dai nuovi sciamani con la benedizione dei Grandi Media. Il crollo di Ftx e del suo «creatore» Sam Bankman-Fried è soltanto la prima bollicina, poi arriveranno i fuochi artificiali. Ed è un crollo che può sorprendere solo chi è cascato nella trappola. Qualunque operatore finanziario interpellato sulle criptovalute ne darebbe tuttavia, come si diceva, un’interpretazione meno allarmante. Si insiste a «normalizzarle», sostenendo che sono «un investimento a rischio come un altro», che «non sono vere valute ma contratti», che «il meccanismo è quello delle gare d’asta» e così via, quando siamo di fronte, con ogni evidenza, a un fenomeno del tutto nuovo: soggetti intraprendenti (come il disgraziato Bankman) che entrano in concorrenza con i circuiti finanziari ufficiali e con le valute emesse dalle banche centrali, rastrellando denaro vero (in valuta ordinaria) che non viene però esposto alle dinamiche del mercato (altrimenti sarebbero delle normali società finanziarie, banche d’affari o fondi d’investimento). Ciò significa che i profitti generati dal sistema cripto in valuta cripto sono necessariamente fittizi: non solo virtuali come il valore di Borsa di un’azienda misurato su una aspettativa di profitti futuri, ma proprio fittizi, nel senso di non avere alcun corrispettivo macroeconomico (neanche futuro). È come un Monopoli svincolato dall’economia reale, a cui venisse paradossalmente riconosciuto - dalle stesse banche centrali - uno status non più di gioco ma di sistema parallelo. Si potrebbe dire, per guardare le cose a largo raggio, che è un fenomeno comprensibile solo nello stesso frame, nella stessa cornice, in cui ha attecchito o potrebbe attecchire Metaverso in quanto Realtà parallela (fittizia ma riconosciuta come parallela). La pubblicità che ha accompagnato il lancio, finora assai poco felice, di Metaverso, ricorda non poco la pubblicità offerta alle cripto da imprenditori vulcanici come Elon Musk, o noti personaggi dello spettacolo, o comunque in grado di influenzare la psicologia collettiva: la promessa di un gioco con guadagni reali nel secondo caso, la promessa di un gioco «immersivo» nel primo caso, come di una finzione che diventi più reale della realtà stessa. Il mondo delle criptovalute è insomma un fenomeno di spettralizzazione del sistema finanziario tradizionale, che entra in risonanza con una specie di Doppio dallo status a dir poco ambiguo, e tuttavia riconosciuto come tale. Come se un individuo cominciaasse a parlare con la propria Ombra. Ma perché il sistema delle valute ufficiali, emesse dalle banche centrali, riconosce - sia pure in termini di concorrenza - un sistema fittizio? O anche: perché il Falsario viene sdoganato e legittimato? La risposta è probabilmente una sola: perché in questo Doppio spettrale il sistema delle valute ufficiali almeno in parte si rispecchia e ne è come ipnotizzato. Vede in quel Doppio l’immagine deformata di sé stesso nella misura in cui anche la finanza ordinaria è fittizia, e le bolle generate dal sistema parallelo non fanno altro che annunciare, minacciosamente, le bolle in cui anche il sistema finanziario cosiddetto ufficiale (e affetto però da malattia terminale) è destinato a dissolversi. Se Ezra Pound, con la sua critica ad alzo zero del sistema finanziario, fu internato in una clinica psichiatrica come soggetto «deviante», il rinnovato interesse per il grande poeta (e saggista) americano, anche al di fuori del circuito politico di «estrema destra» in cui sembrava confinato, sembra attestare una consapevolezza sempre più diffusa di questo stato di cose (una raccolta di saggi di Pound è uscita di recente da Neri Pozza). La sensazione - se non altro - è che Pound avesse indicato la direzione giusta, e che la malattia mentale stia dalla parte opposta: quella del Potere finanziario di matrice anglosassone. In palese affanno, e lanciato in una lotta all’ultimo sangue per la propria sopravvivenza.
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