
Meglio essere ottimisti e restare delusi che essere pessimisti e averla azzeccata. Lo diceva anche Albert Einstein e la scienza conferma. Una psiche positiva previene le malattie, lenisce il dolore, favorisce la guarigione. Ed è una delle chiavi per avere successo nella vita. Conviene essere ottimisti perché l'ottimista è felice più spesso e più a lungo, ed essere felici è meglio che essere infelici. La lapalissiana frase che è meglio essere contenti che disperati non è così ovvia, e va anzi ribadita a ogni occasione. Se diamo per scontato che la catastrofe alla fine arriva, riempiamo la nostra vita di dolorosissima ansia anticipatoria. Se la catastrofe non arriva, ci siamo dannati la vita con una inutile, ma non per questo meno dolorosa, ansia anticipatoria. Se la catastrofe arriva, almeno nel frattempo ci siamo divertiti, arriviamo alla catastrofe riposati, abbiamo maggiore potenza per sopravvivere alla catastrofe e creare rapidamente un piano B: rialzarci nel più breve tempo possibile. Se diamo per scontato che cose belle ci accadranno, le anticipiamo nella mente e il risultato è che ne traiamo piacere. Da qui l'affermazione di Einstein sul fatto che sia molto meglio essere ottimisti ed essere delusi che essere pessimisti e averla azzeccata. E la delusione? Non ci spezzerà il cuore? Molte persone non osano essere ottimiste nel timore che, se le cose vanno male, non reggeranno alla delusione. Se sono scrittori, muoiono senza mai aver inviato il manoscritto, se sono studenti non danno mai l'esame. Per essere ottimisti occorre avere fede nella propria forza. Ci giuriamo che ce la faremo, che se arriva la delusione non ci distruggerà, che elaboreremo un piano B. Tutto qui? Basta prometterselo da soli? E funziona? Ebbene sì. La nostra mente ha straordinarie potenzialità, che fioriscono diventando capacità se solo noi abbiamo fede in loro. Se prometto a me stesso: una delusione non mi distruggerà, se me lo prometto con forza, se dico e ripeto e ancora ripeto «voglio essere una persona che sopravvive alle delusioni senza incrinature, anzi contandole per misurare la forza», io divento una persona che non si lascia distruggere da una delusione e nemmeno da cento. Funziona il voglio, non il vorrei. La nostra psiche è un campo dove volere è potere e dove l'impotenza comincia sempre con un difetto della volontà, non della capacità. Ci sono vari tipi di coraggio. Uno dei più importanti è la vocina che alla sera ti fa dire: «Va bene, ma io domani ci provo di nuovo». Una delle chiavi del successo è l'ostinazione. Chi molla non vince mai, chi vince non molla mai. Una delle trappole che ci spingono a mollare è il perfezionismo: la legge «o tutto o nulla». Quando facciamo un percorso, laurearci, perdere venti chili, imparare qualcosa di importante, è evidente che cadremo un mucchio di volte. Ci sarà la bocciatura, la giornata passata a mangiare porcate, il pomeriggio sprecato a fare solitari su Internet. Gli eroi non sono quelli che non cadono, ma quelli che si rialzano. Quindi a tutti quelli che oggi sono inciampati e caduti: noi domani ci proviamo di nuovo. Il sistema funziona e funziona sempre, ma ci possono essere due casi in cui stenta a mettersi in moto. La mancanza di volontà a volere stare bene, che include anche la paura di riuscire, e la mancanza di progettualità. Si può riassumere con la frase «non so che cosa voglio e in tutti i casi sono certo di non meritarlo». È evidente che tutte le volte che queste persone, nonostante tutto, riescono ad arrivare a un successo, qualsiasi successo, lo sperperano e lo distruggono. Se è questo il nostro caso, se non riusciamo nemmeno a immaginarci felici, allora è possibile che ci sia in questo momento un danno talmente grave da essere più facilmente risolvibile con un aiuto esterno. Se appena siamo in grado di immaginarci felici, sia pure per pochi istanti, allora invece siamo in grado di fare da soli. Conviene essere ottimisti perché da felici siamo più sani e di conseguenza più longevi. L'ottimista è felice più spesso e più a lungo, e da felici siamo più sani. È stato dimostrato in studi lunghi, curati, randomizzati, controllati, assolutamente decorosi da un punto di vista scientifico, che gli ottimisti hanno meno dolore nelle forma artrosiche, in particolare colonna vertebrale e ginocchia; affrontano meglio malattie tumorali (eufonico termine che si usa per non scrivere cancro) e le malattie autoimmuni, sclerosi a placche, sclerodermia, artrite reumatoide; hanno meno malattie cardiache e nel caso una prognosi migliore. Nella mia carriera di medico ho sempre avuto la forte impressione che gli ottimisti abbiano raramente guerre in corso con l'apparato digerente e con la pelle, che sono i due campi dove la psiche fa i più frequenti danni. Occorre introdurre il concetto di Pnei. Psiconeuroendocrinoimmunologia, la nuova scienza che spiega come mente e cervello comunichino tra di loro mediante i neurotrasmettitori, che però hanno effetto anche su tutto l'organismo in quanto agiscono anche sui sistemi endocrino e immunitario. Cambiando il pensiero modifichiamo le emozioni. Modificando le emozioni modifichiamo tutto l'organismo. La felicità da un punto di vista biochimico può essere definita come un assetto con endorfine e serotonina alte e ormoni da stress bassi, associato anche a una forma di equilibrio elettroencefalografica, un ritmo che ci dice come i due emisferi, il destro e il sinistro, emotivo e razionale, analogico e logico, stanno in armonia. La definizione è un po' povera, ne sono state date di più affascinanti, ma è qualcosa che ci permette di lavorare. Serotonina ed endorfine potenziano il sistema immunitario e attraverso le citochine influenzano positivamente i processi infiammatori. Gli ormoni da stress sono ad esempio adrenalina, noradrenalina e aldosterone: alzano la pressione arteriosa. Gli ottimisti ce l'hanno più raramente alta. E poi c'è il cortisolo. Effetti del cortisolo: facilita il diabete e fa ingrassare. Tutte le calorie che mangiate, invece che trasformarle in energia e calore, le stratifica sul peritoneo e all'interno delle coronarie. Con un po' di fortuna la tiroide comincia a zoppicare. Avete sempre freddo, siete sempre stanchi, una fame vi devasta e ingrassate: un tipo particolare di grasso, faccia tonda, collo grosso e pancia. Il cortisolo intralcia il sistema immunitario. Chi ha il cortisolo alto non memorizza: il cortisolo intralcia le cellule dell'ippocampo che non è un cavalluccio marino ma l'organo della memoria. Quindi volete dimagrire, superare gli esami, essere sani? Da infelici non ci riuscirete. La parola infelici è troppo letteraria e romantica? Fino a che sarete sotto stress cronico e con il cortisolo alto non ci riuscirete. Endorfine e serotonina ci rendono più intelligenti. Sono sempre più numerosi gli studi che evidenziano l'enorme quantitativo di vantaggi associati alle emozioni positive e al pensiero positivo. Vita nettamente più lunga, minore incidenza di malattie, maggiore successo professionale e, soprattutto, relazioni umani ricche e stabili. Smettere di fumare allunga la vita di sette anni, imparare l'ottimismo di dieci. Quando ero più giovane mi ammalavo con una frequenza di tre o quattro volte per anno, ora che ho 60 anni la mia quota di malattie febbrili è meno di una per anno. Un ottimista ha meno del 20% di possibilità rispetto a un pessimista di ammalarsi di depressione, e la depressione è considerata al momento la quarta causa di invalidità. Essere pessimisti vuol dire esporsi a un prolungato cattivo stress, il quale da un lato può scaricarsi con un accesso di cortisolo e adrenalina, vale a dire ipertensione, infarto, obesità, oppure, sul sistema digerente, gastrite, colite, enterite, e poi la regina del disastro: pancreatite. Le malattie degenerative sono favorite, il sistema immunitario zoppicante trasforma l'organismo in un hotel a cinque stelle per batteri, virus e tumori maligni. Esperimenti sui topi hanno dimostrato che chi è sotto stress si ammala più facilmente di cancro e lo contrasta meno. Gli esperimenti sono stati molto scortesi con i topi, quindi visto che ormai sono stati fatti e i poveri topi ci hanno malamente rimesso, che almeno servano. Essere sempre il più felici possibile, così da impedire il cronicizzarsi dello stress, è un dovere etico nei confronti dei sorci dell'esperimento, che non siano morti invano, e del nostro disastrato Sistema sanitario nazionale, oltre che un gesto di assoluta saggezza. Un pessimista spesso ricorre a qualche aiuto per uscire o per lenire la costante infelicità: l'alcool è il miglior ansiolitico che esista, può ammazzare da solo o mediante un incidente stradale. La cocaina è un ottimo antidepressivo: può ammazzare per crisi cardiaca o trasformarti in uno psicopatico e allora ti ammazzerà qualcun altro per liberarsi di te.
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Oggi, a partire dalle 10.30, l’hotel Gallia di Milano ospiterà l’evento organizzato da La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Una giornata di confronto che si potrà seguire anche in diretta streaming sul sito e sui canali social del giornale.
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Evento La Verità Lunedì 15 settembre 2025.pdf
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Il conservatore americano era aperto al dialogo con i progressisti, anche se sapeva che «per quelli come noi non ci sono spazi sicuri». La sua condanna a morte: si batteva contro ideologia woke, politicamente corretto, aborto e follie del gender.
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)
Piergiorgio Odifreddi frigna. Su Repubblica, giornale con cui collabora, il matematico e saggista spiega che lui non possiede pistole o fucili ed è contrario all’uso delle armi. Dopo aver detto durante una trasmissione tv che «sparare a Martin Luther King e sparare a un esponente Maga» come Charlie Kirk «non è la stessa cosa», parole che hanno giustamente fatto indignare il premier Giorgia Meloni («Vorrei chiedere a questo illustre professore se intende dire che ci sono persone a cui è legittimo sparare»), Odifreddi prova a metterci una pezza.