2025-07-16
La crisi senza rimedio dei socialisti in Ue
Le divisioni sono sintomo di uno schieramento privo di visione, inesorabilmente destinato a perdere voti.Le recenti vicende della politica europea, non ultime quelle del dibattito sulla mozione di sfiducia al presidente della Commissione e la schizofrenica questione dei dazi, hanno messo in luce non solo le grandissime difficoltà nelle quali versa Bruxelles a causa di un governo europeo (Commissione) ormai screditato e messo in un angolo, ma anche la crisi drammatica che sta attraversando il Partito socialista europeo. Tuttavia non si tratta di una crisi riconducibile alla fase contingente e a essa limitata, ma di una crisi strutturale. La crisi di quasi tutti i partiti di sinistra in Europa non è solo elettorale e non è nemmeno ciclica. È una crisi che interroga a fondo il ruolo e le funzioni che la sinistra intende svolgere all’interno dei regimi democratici, nel processo di profondo rinnovamento e ristrutturazione del sistema economico e sociale e nei grandi cambiamenti geopolitici globali.Ci sono alcune ragioni , diciamo così storiche che possono spiegare la crisi strutturale della sinistra in età contemporanea.Una di queste è riconducibile al definitivo superamento del modello di produzione «fordista».Un’altra potrebbe essere attribuibile alla forte accelerazione del cosiddetto processo di individualizzazione sociale. Ve ne è una poi riconducibile a ciò che viene definito «cultural backlash» (contraccolpo culturale). È la tesi di chi afferma che i processi di globalismo e di globalizzazione internazionale abbiano determinato una diffusa insicurezza sociale (sia individuale che collettiva), causata dalle innovazioni avviate soprattutto in campo economico e finanziario. Queste rinnovate condizioni contribuiscono a definire i presupposti del successo di una minoranza di persone preparate a immettere le loro competenze e il loro know how all’interno del processo economico-finanziario internazionale e il simultaneo forte contraccolpo di un’ampia fetta di persone, incapaci di stare con successo all’interno dei processi di trasformazione imposti da questo tempo. Come abbiamo potuto vedere in questi ultimo periodo è in tale nuovo contesto che viene a determinarsi una reazione immediata che premia proposte semplicistiche difensivo-protezioniste, in luogo di quelle più complesse a carattere trasformativo.Infine si aggiunge una ragione legata alla rivoluzione informatica e tecnologica, che ha finito con il ridurre le potenzialità di azione del soggetto partito, protagonista della fase precedente.La combinazione di tutti questi elementi ha determinato una crisi senza precedenti, mostrando una sinistra che ha smesso d’interpretare l’obiettivo del cambiamento. Nella gran parte dei casi, infatti, i partiti europei della sinistra post novecentesca si sono resi protagonisti di un progetto soltanto di ordine adattivo, volto al governo dell’esistente. Ma, ecco il punto, questo spirito di adattamento ha determinato comportamenti inimmaginabili sia negli scenari nazionali che in quelli europei. La reazione a questa crisi non ha prodotto l’effetto di una profonda e unitaria riflessione, come era auspicabile attendersi. Anzi. Ogni forza politica che si riconosce nel Pse ha semplicemente agito sulla base di convenienze nazionali di ordine immediato, cui è seguita una miscellanea di comportamenti incoerenti e contraddittori.Per cui oggi il panorama politico europeo a sinistra offre un menu’ decisamente variegato: socialisti nazionalisti, ben rappresentati dalla presidenza danese di turno dell’Unione europea (basti vedere le posizioni sull’immigrazione assunte da Copenaghen), socialisti in coalizione con la destra, con l’esemplificativo caso tedesco; socialisti in gravi difficoltà, come dimostra la vicenda spagnola che vede il governo attuale devastato da scandali ma deciso a rimanere in carica in barba a tutto e a tutti; socialisti all’opposizione in stato confusionale, con posizioni ambigue e altalenanti, come in Italia. Basti ad esempio la questione dazi: il segretaria del Pd Elly Schlein incalza Giorgia Meloni chiedendo da una parte di agire nel concerto europeo e nello stesso momento chiede cosa pensa di fare come governo italiano nei confronti di Donald Trump. Infine socialisti il cui consenso è ridotto al lumicino come nel caso francese o greco.Ovviamente, se si ascoltano le loro ragioni, hanno tutti una giustificazione politica al loro posizionamento. Il risultato però è che questa babele di linguaggi e atteggiamenti ha prodotto e produce a livello europeo una politica evanescente e inefficace, e mostra un Pse come un involucro rabberciato privo di una leadership in grado di fare sintesi. Se a ciò si aggiunge l’assenza di una classe dirigente all’altezza dei compiti allora tutto appare più chiaro per comprendere la crisi dei socialisti europei. Una sola domanda a guisa di cartina di tornasole: qualcuno si ricorda il nome del presidente o del segretario generale del Pse?Tutto ciò si traduce nell’inadeguatezza dell’azione politico parlamentare che, come abbiamo potuto constatare nei recenti appuntamenti a Strasburgo, si risolve sempre in eterni compromessi al ribasso pur di segnare il territorio e sopravvivere. Ed è decisamente difficile immaginare un cambio di passo se lo scenario descritto rimarrà invariato. Consiglio non richiesto: per continuare a essere protagonista dei processi di trasformazione la sinistra dovrebbe andare oltre la semplice polemica verso la destra. Del resto la destra fa quello che dice di essere, mentre la sinistra non mostra quasi mai la coerenza necessaria. Se vuole sopravvivere deve essere più umile, scendere da quel piedistallo etico-morale-culturale dove si è arroccata e dotarsi di un pensiero lungo che ormai da diverso tempo non sembra più appartenerle.
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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