
Per l'Università Cattolica di Milano cuocere una fettina panata produce lo stesso Pm10 di un vecchio catorcio.Pagheremo il superbollo anche sulla cucina? Oppure ci costringeranno a mettere al fornello il filtro anti particolato e a fare la revisione periodica della friggitrice alla Motorizzazione civile? Non è uno scherzo: pare che la cotoletta inquini come un'automobile di vecchissima data. E la friggitrice rischia di essere messa fuorilegge se non le fate il tagliando. Ora i milanesi non solo non potranno più entrare nella zona B se hanno un'auto Euro 4 ma rischiano di non poter più gustare la golosa «orecchia di elefante». Se per caso sul tavolo di qualche ministro giallorosso arrivasse lo studio dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Brescia ci farebbero pagare il superbollo sulla fettina panata. Lo studio - concluso nell'aprile scorso ma rilanciato in questo giorni «gretini» - ha coinvolto per oltre tre anni medici, fisici, agronomi sociologi delle quattro sedi dell'ateneo (Brescia, Milano, Piacenza e Roma) impegnati a stabilire se l'inquinamento atmosferico domestico abbia effetti permanenti sulla salute e accorci le aspettative di vita soprattutto per gli anziani. Le conclusioni sono funeste per i gourmet, e soprattutto per i milanesi che venerano la cotoletta come Sant'Ambrogio. Gli scienziati hanno stabilito che friggere in casa una cotoletta ha lo stesso impatto inquinante di un'auto diesel Euro 0, un rottame per capirci, perché durante la frittura si rilasciano microparticelle, le famigerate Pm10, fini ed ultrafini che se inalate diventano potenzialmente pericolose. Dunque non è il puzzo di fritto a preoccupare ma semmai la pioggerellina di pangrattato bruciacchiato. La ricerca non dice però se friggendo col burro o con l'extravergine o l'olio di semi le cose cambiano. La conclusione quale è? Mettete una cappa sui vostri fornelli e fatela andare al massimo regime. Resta da capire se la frittura scaricata all'esterno è egualmente dannosa e se del caso cosa si rischia, magari una multa, o un aumento della tassa sui rifiuti, visto che già si paga per smaltire gli oli esausti. L'importante è non dirlo al governo perché bene che vada saremmo il Paese della cotoletta alterna! Lo studio - proprio perché molto serio - non si limita solo a dirci che guidare un'auto Euro 0 o farsi un'orecchia d'elefante ci fa diventare killer dell'ambiente allo stesso grado, ma ha stilato anche i consigli su come avere l'aria pulita in casa. Il primo è quello di abolire il fritto che così si risparmia anche sul colesterolo, il secondo è di evitare i deodoranti casalinghi, il terzo è di comprarsi i purificatori d'aria, il quarto di tenere le finestre aperte per almeno 20 minuti. Ammesso che nessuno nei dintorni frigga. Poi se ci sono gli autobus pubblici che sputano fumo nero, se c'è chi brucia i rifiuti non raccolti per strada poco importa, perché basta vietare ai cittadini di andare in macchina e di friggere per salvare il pianeta. Ah gli scienziati hanno anche confermato un'altra cosa: è provato che il tasso di mortalità individuale è ancora del cento per cento. Prima o poi siamo tutti fritti.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.
Maria Rita Parsi critica la gestione del caso “famiglia nel bosco”: nessun pericolo reale per i bambini, scelta brusca e dannosa, sistema dei minori da ripensare profondamente.






