
Critiche pure sugli affidamenti diretti fino a 40.000 euro. Positiva invece Confindustria: «Diamo subito il via agli appalti fermi».Sbloccare lo Sblocca cantieri. Procede lentamente il decreto legge numero 32 del 18 aprile 2019 malgrado due approvazioni in Consiglio dei ministri e un profilo di straordinarietà e rapidità. Una legge carica di aspettative perché secondo l'esecutivo gialloblu dovrebbe rilanciare il settore dei contratti pubblici, accelerare gli interventi infrastrutturali e le ricostruzioni post sisma, soprattutto eliminando le solite pastoie burocratiche e favorendo le piccole e medie imprese mediante la nomina di commissari straordinari dotati di poteri eccezionali.La tabella di marcia dello Sblocca cantieri, dopo le audizioni di ieri in Senato, prevede la presentazione, entro oggi pomeriggio, di eventuali emendamenti per far sì che il provvedimento arrivi alla Camera dei deputati, dopo le elezioni europee, blindato e senza alcuna possibilità di modifica per il fatto stesso che, a pena di decadenza, la legge di conversione deve essere pubblicata in Gazzetta ufficiale entro il prossimo 16 giugno. E per quella data si spera che i due alleati di governo, Lega e M5s, abbiano fatto la lista di almeno una trentina di opere da sbloccare affinché sia subito operativo. Diverse le opinioni nelle audizioni informali davanti alle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato di ieri. Una sferzata al governo è arrivata dalla Corte dei conti: «Avendo scarse risorse bisogna scegliere bene le opere prioritarie da realizzare e non pensare soltanto alla bontà del procedimento», ha detto, mentre per Confindustria lo Sblocca cantieri è «Un segnale di inversione di tendenza nelle politiche del governo, nella direzione di una ritrovata attenzione alle ragioni della crescita», subito «smentita» dai sindacati per i quali non c'è «nessuna norma di accelerazione per l'utilizzazione degli investimenti mentre il provvedimento favorisce pratiche opache e discrezionali». I magistrati contabili hanno sottolineato che «in una fase come quella attuale caratterizzata da scarsità di risorse pubbliche e dalla necessità di adeguare e rinnovare la dotazione infrastrutturale generale, emerge con chiarezza la necessità di dedicare alle esigenze di qualificazione della spesa pubblica un impegno pari a quello rivolto alla scelta del miglior contraente. L'approccio amministrativo appare infatti concentrato sul momento procedimentale e, dunque, finalizzato a porre in essere un provvedimento pienamente legittimo, idoneo cioè a resistere a un eventuale contenzioso. Scarsa attenzione invece appare dedicata al procedimento interno attraverso il quale l'amministrazione perviene alla decisione di realizzare l'opera pubblica».Nel dettaglio, la Corte dei conti da una parte ha ribadito la necessità di «procedere all'aggregazione delle oltre 32.000 stazioni appaltanti presenti in Italia» e «accrescere, oltre alla dimensione, anche la competenza tecnica, per favorire rapporti di forza paritaria tra funzionari delle stazioni e operatori economici», dall'altra ha parlato dei rischi derivanti dall'affidamento diretto dei contratti fino a 40.000 euro: «Le nuove modalità di affidamento per i contratti sotto soglia sembrano riconducibili all'esigenza di accelerare e semplificare l'affidamento delle commesse pubbliche di minor valore, tuttavia in considerazione dell'elevato numero di affidamenti che rientrano nell'ambito di tale valore, occorre considerare il rischio di sottrarne al mercato una percentuale significativa, con conseguenti ripercussioni sulla tutela del principio di libera concorrenza». Confindustria in commissione ha detto che «l'ambito di intervento più urgente, oltre che in grado di esplicare più rapidamente effetti positivi sull'economia reale, era e rimane lo sblocco delle opere già programmate e finanziate e che, tuttavia, risultano bloccate». Per l'associazione il passaggio in Parlamento «potrebbe rappresentare la sede per l'adozione di alcune specifiche misure di sblocco». E poiché il nodo centrale è la questione «tempo», gli industriali chiedono di «individuare celermente le opere prioritarie e di provvedere, di conseguenza, alla nomina dei primi commissari». In merito agli effetti sull'economia «dipenderanno molto dall'efficacia e dalla semplicità delle misure, nonché dai tempi della loro effettiva attuazione».Decisamente scontente Cgil, Cisl e Uil che oltre a parlare di «smantellamento del ruolo dell'Anac come elemento caratterizzante di regolazione, indirizzo e prevenzione per il contrasto alla corruzione e all'infiltrazione delle mafie negli appalti», dicono che nel decreto «non vi è nessuna norma di accelerazione per l'utilizzazione degli investimenti, in quanto poco o niente è stato fatto per limitare i tempi dei processi autorizzativi e burocratici». Per l'Ance invece il decreto Sblocca cantieri, insieme a quello sulla Crescita, rappresenta «un primo segnale tangibile della volontà di sostenere il comparto delle costruzioni, anche se le misure sono ancora insufficienti e non risolve alla radice le grandi criticità che impediscono il rapido utilizzo delle risorse stanziate».
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