2020-09-05
La Corte dei conti contro il dl Agosto. «Complica ancora il sistema fiscale»
I rilievi delle toghe: la norma crea un ingorgo di scadenze e punta su bonus senza visione.Misure fiscali non incisive e che rimandano di pochi mesi i problemi dei contribuenti. Le norme del dl Agosto in materia di entrate sono «dirette in prevalenza a sospendere o rimodulare gli adempimenti fiscali in scadenza nel secondo semestre del 2020». Lo rileva la Corte dei conti nella memoria presentata ieri in commissione Bilancio del Senato, sottolineando come «l'insieme di dette misure, nonostante l'elevato onere che esse comportano per le casse dell'erario, quantificato in circa 6 miliardi, operano un alleggerimento soltanto momentaneo della pressione fiscale . Il rinvio delle imposte determina inoltre una concentrazione delle scadenze con un possibile aggravio degli adempimenti fiscali nel loro complesso». A questo segue il fatto che rimane l'incertezza sulla capacità di far fronte alle scadenze di fine anno, con il rischio che si realizzi un gettito inferiore alle aspettative, anche per effetto della chiusura e della contrazione di alcune attività economiche. «Si consideri che, limitatamente alle entrate tributarie relative al trimestre marzo-maggio, i dati di preconsuntivo 2020 anticipati dal Mef nel bollettino delle entrate evidenziano un minor gettito rispetto al consuntivo 2019 di 13.527 milioni», aggiunge la magistratura contabile. Ma sul lato fiscale le cattive notizie non finiscono qua, perché secondo la Corte dei conti il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, è riuscito a complicare ulteriormente il sistema fiscale italiano, che di semplice non ha nulla. «Nel suo complesso non si può non rilevare l'utilizzo di strumenti che continuano a complicarne la struttura, visto che nei decreti Cura Italia, Rilancio e Agosto si contano oltre 30 interventi che comprendono - tra rimodulazioni e nuovi provvedimenti - crediti di imposta, esenzioni, detrazioni con un sistema che si allontana sempre di più dall'auspicato fisco equo, semplice, trasparente e sostenibile».Altro aspetto toccato dal documento è stato poi il tema della regolamentazione dei licenziamenti. È condivisibile, specifica la Corte di conti, la scelta di vincolare l'impresa che usufruisce a pieno degli ammortizzatori sociali a mantenere in essere il rapporto di lavoro, ma non di obbligare le imprese che non hanno fruito integralmente dei benefici approntati. «Ne potrebbero scaturire difficoltà nell'emersione delle effettive realtà aziendali e ritardi nelle misure di ristrutturazione e risanamento, (in larga parte) comunque inevitabili». Altro tema negativo sono i sussidi e gli incentivi fiscali (11 miliardi da inizio della crisi) dati dal governo, per favorire lo sviluppo di una maggiore sostenibilità del sistema dei trasporti, che intervengono sugli acquisti di automobili a basse emissioni, su quello di mezzi alternativi per la mobilità elettrica, sull'uso dei taxi e sull'intermodalità. Queste misure, per la Corte di conti, «non sembrano disegnare un chiaro percorso organico per un settore strategico per la crescita e per il raggiungimento degli obiettivi di elettrificazione e de carbonizzazione». Inoltre, continua la magistratura contabile, in altri ambiti, come quello turistico e della ristorazione, si assiste a una sovrapposizione di interventi minori che non sembrano disegnati in modo organico per spingere il settore a collocarsi su un percorso di sostenibilità e che possono determinare problemi di target efficiency.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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