2019-10-30
La cedolare secca non sale e l’Europa frigna
Democratici battuti anche sul fisco: nella manovra entrano la tassa sulla plastica e quella sullo zucchero. Ma sugli affitti a canone concordato si resta al 10 per cento. Pronta la mannaia sul gioco per compensare. Valdis Dombrovskis: «Rimangono delle preoccupazioni».Restano in manovra la tassa sulla plastica e la sugar tax, mentre è stato fermato l'aumento della cedolare secca sugli affitti a canone concordato. È quanto è stato deciso ieri nel corso del vertice di maggioranza sulla manovra che si è svolto a Palazzo Chigi. Oggi un nuovo summit darà il via libera definitivo al testo della finanziaria, che poi verrà inviato al Parlamento. Le risorse per scongiurare l'aumento della cedolare secca, però, non sono state ancora reperite: alla fine, per compensare le minori entrate, il governo metterà comunque le mani nelle tasche degli italiani. Al vertice di maggioranza hanno preso parte il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte; i ministri Roberto Gualtieri (Economia, Pd); Teresa Bellanova (Agricoltura, Iv); Roberto Speranza (Salute, Leu); Luigi Di Maio (Esteri, M5s) e Dario Franceschini (Beni culturali, Pd); c'erano i due viceministri all'Economia, Antonio Misiani (Pd) e Laura Castelli (M5s); e il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro (M5s); la capogruppo al Senato di Leu, Loredana De Petris e Luigi Marattin per Italia viva. «C'è stata piena intesa politica», ha fatto sapere attraverso una nota la presidenza del Consiglio, «per confermare tutte le misure di sostegno per la modernizzazione del Paese, per favorire la digitalizzazione e la svolta green, per sostenere le famiglie e il welfare, per rafforzare la crescita delle imprese, per sostenere gli investimenti e semplificare la fiscalità degli enti locali. Il governo», ha concluso la nota, «si è aggiornato a domani (oggi, ndr) per l'approvazione finale e per concordare l'invio del testo al parlamento».Nonostante le nuove tasse siano ancora tutte lì, i partiti hanno cercato di far puntare i riflettori sulla cedolare secca: «Una buona notizia», ha scritto su Twitter il viceministro Misiani, «dal vertice di maggioranza sulla legge di bilancio: la cedolare secca sugli affitti a canone calmierato resta al 10% (a legislazione vigente sarebbe passata al 15%)». Bene, bravi, bis: ma dove si trovano i soldi per evitare questo aumento? Naturalmente, da nuove tasse: ridurre le spese è evidentemente un concetto che questa maggioranza, così scombinata, nemmeno conosce. L'ipotesi in campo, come ha detto Marattin alla fine del summit, è l'aumento della «tassa sulla fortuna». Da indiscrezioni trapelate successivamente, per finanziare la stabilizzazione al 10% della cedolare secca sugli affitti sociali, il governo starebbe pensando di reintrodurre l'aumento dal 12% al 15% del prelievo sulle vincite oltre i 500 euro, che saliva al 25% sopra il milione, misura che era apparsa nelle prime bozze della manovra, per poi essere eliminata. La vecchia norma, che ora sarebbe reintrodotta, valeva circa 96 milioni di euro a regime, circa la metà il primo anno.Fonti di Palazzo Chigi, al termine del vertice, hanno diffuso alcune delle misure concordate dalla maggioranza: «A favore delle famiglie», hanno fatto sapere le fonti, «con l'accordo di tutti, 600 milioni in più; viene confermato il taglio del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori per il quale viene stanziato un fondo di 3 miliardi e si è trovata l'intesa per 140 milioni in più per Industria 4.0». Su alcune delle misure della manovra, il M5s aveva promesso battaglia, a partire dalle norme sulle partite Iva: «Siamo al lavoro», ha detto Laura Castelli al termine dell'incontro, «per individuare i 100 milioni necessari per confermare il regime agevolato per le partite Iva fino a 65.000 euro, eliminando tutti i vincoli. Non ci sarà alcun aumento delle tasse», ha aggiunto la Castelli, «sulle sigarette elettroniche».Manco a dirlo, immediatamente Italia viva ha riacceso le polemiche: «Per noi quota 100 va abolita», ha detto Marattin, «se la nostra opinione non sarà condivisa dal Parlamento avremo la soddisfazione di aver fatto una battaglia in cui crediamo, non è che si fanno solo battaglie per vincere». Arriva poi anche il Grande fratello fiscale, sotto forma del cosiddetto «evasometro anonimatizzato», stratagemma anti evasione e soprattutto anti privacy, che consiste, stando a quanto scrive Il Sole 24 Ore, nel sostituire il nostro nome e cognome con un numerino per poter poi incrociare i miliardi di dati custodire nei server del Fisco senza incorrere nello stop del Garante della privacy.Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha ribadito che l'Europa non ha alcuna intenzione di chiedere modifiche alla manovra (e figuriamoci, l'hanno ispirata da Bruxelles), «ma ci sono preoccupazioni». Quel che è certo, come certifica la lettera inviata mercoledì 23 ottobre dal ministro Gualtieri allo stesso Dombrovskis e al commissario Pierre Moscovici, è che le tasse aumenteranno, nel 2020 e negli anni successivi.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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