2024-12-20
La Cassazione mette paletti ai giudici. La Meloni prova a svegliare l’Europa
Gli ermellini: i decreti non si annullano tramite le sentenze, gli stranieri motivino i rischi derivanti da rimpatri. La Corte Ue, però, ci impone i migranti anche con gli hotspot pieni. Il premier spinge su Paesi sicuri e Albania.Assist al governo dalla Corte di Cassazione sulla questione-immigrazione. Ieri è stata depositata una sentenza della prima sezione civile della Suprema Corte, che ha risposto a un rinvio pregiudiziale del tribunale di Roma del primo luglio scorso. Il giudice ordinario, ha stabilito la Cassazione, non può annullare il decreto ministeriale che impone un regime differenziato per le domande di asilo da Paesi sicuri, ma in caso di un ricorso «può tuttavia valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale, il decreto ministeriale recante la lista dei Paesi sicuri». Le opposizioni hanno cantato vittoria, ma la sentenza in realtà precisa che la facoltà del giudice di disapplicare il decreto è collocata «nell’ambiente normativo anteriore al decreto legge 23 ottobre 2024, n. 158, e alla legge 9 dicembre 2024, n.187», ovvero prima che il governo emanasse il nuovo decreto con la lista dei Paesi sicuri aggiornata e resa, particolare molto importante, norma primaria. Non solo: «A garanzia dell’effettività del ricorso e della tutela», si legge ancora nel verdetto, «il giudice conserva l’istituzionale potere cognitorio, ispirato al principio di cooperazione istruttoria, là dove il richiedente abbia adeguatamente dedotto l’insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova. In quest’ultimo caso, pertanto, la valutazione governativa circa la natura sicura del Paese di origine non è decisiva», si legge ancora, «sicché non si pone un problema di disapplicazione del decreto ministeriale». Dunque spetta al richiedente asilo dimostrare «l’insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova». Traduzione: se un musulmano proviene da un Paese giudicato insicuro a causa di persecuzioni contro i cristiani, non potrà certo provare di essere pure lui in pericolo.Per un gol segnato, però, ce n’è uno incassato. La Corte di giustizia dell’Unione europea, infatti, ieri ha stabilito che nessun Paese - ma ciò vale soprattutto per l’Italia, che è luogo di approdo - può sospendere unilateralmente il regolamento di Dublino sull’immigrazione. Il tribunale del Lussemburgo si è espresso sul caso di due cittadini siriani che hanno fatto il loro primo ingresso in Europa arrivando in Italia e che poi hanno raggiunto la Germania, dove hanno presentato la richiesta di asilo. Le autorità tedesche si sono però rivolte all’Italia, Paese di primo approdo e dunque, come stabilisce il regolamento di Dublino, Stato membro competente, e hanno chiesto a Roma di prendere in carico i due «dublinanti». L’Italia non ha risposto, mentre le autorità tedesche hanno respinto le domande di asilo dei due siriani, reputandole inammissibili poiché «era l’Italia competente per l’esame di tali domande di asilo», disponendo l’allontanamento dei due verso il nostro Paese. Intanto però l’Unità di Dublino italiana, struttura che opera nel Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, ha inviato a tutte le Unità Dublino dei Paesi europei una circolare in cui invitava gli Stati membri a sospendere temporaneamente i trasferimenti verso l’Italia per motivi tecnici. A questa è seguita una seconda circolare, attraverso la quale l’Unità Dublino italiana ha confermato l’indisponibilità di strutture di accoglienza, tenuto conto dell’elevato numero di arrivi e della mancanza di posti di accoglienza disponibili. A questo punto il giudice tedesco ha chiesto alla Corte Ue chiarimenti sull’interpretazione del regolamento Dublino III, in particolare sull’esistenza di carenze sistemiche in uno Stato membro designato come competente. La Corte di giustizia Ue ha dato ragione alla Germania. «Il fatto che uno Stato membro abbia sospeso unilateralmente le prese in carico dei richiedenti asilo», scrive la Corte, «di per sé non è tale da giustificare la constatazione di carenze sistemiche nella procedura di asilo e nelle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale». Infatti, solo le «carenze sistemiche» che «implichino il rischio di un trattamento inumano o degradante ai sensi dell’articolo 4 della Carta», nota la Corte, «rendono impossibile tale trasferimento». Non solo: «Spetta al giudice investito di un ricorso avverso una decisione di trasferimento procedere alla valutazione dell’esistenza di siffatte carenze sistemiche e del rischio di un trattamento inumano o degradante ai sensi dell’articolo 4 della Carta», basandosi anche sui resoconti di organizzazioni internazionali. Dunque saranno i giudici tedeschi, olandesi, francesi e così via, quando e se si ripresenterà un caso analogo, a decidere se l’Italia può rifiutare di riprendersi gli immigrati arrivati sul proprio territorio. Intanto, ieri, a margine del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme ai colleghi danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha promosso una riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio e in particolare al rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri. Al vertice hanno partecipato anche i leader di Commissione europea, Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia e Ungheria. La presidente Ursula von der Leyen, fa sapere Palazzo Chigi, «ha illustrato i principali filoni di lavoro indicati nella lettera sulla migrazione dello scorso lunedì» Entro i primi mesi del 2025 dovrebbe essere presentato un nuovo quadro giuridico, che preveda, in particolare, «il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro per sostenere le soluzioni innovative, a partire dal modello Italia-Albania e dalla possibile creazione di “returns hubs” in Paesi terzi».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.