
Un sondaggio per Agorà evidenzia la frattura tra il 66% degli elettori del M5s e parte dei politici eletti a rappresentarli, quella che teme di abdicare ai propri valori identitari. Il Piemonte a guida Pd ricorre alla Consulta contro il decreto Sicurezza.Matteo Salvini non va processato per il caso Diciotti, a volerlo è la maggioranza degli italiani. Infatti secondo un sondaggio Emg Acqua, realizzato per Agorà su Rai 3, il 57% degli intervistati ritiene che il Senato dovrebbe negare al tribunale di Catania l'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno, accusato di sequestro di persona per il trattenimento a bordo dei migranti soccorsi questa estate dal pattugliatore della Guardia costiera. Favorevole che il vicepremier leghista venga giudicato è invece il 32% del campione.Ma i dati più interessanti si leggono nei dettagli, soprattutto per quanto riguarda la volontà della base pentastellata di difendere il responsabile del Viminale. La maggior parte dei sostenitori dell'area di governo si schiera infatti contro il via libera al giudizio: di questa opinione è il 97% degli elettori della Lega e il 66% di quelli del Movimento 5 stelle. Secondo il 60 per cento degli elettori del Pd, invece, Palazzo Madama dovrebbe dare il nulla osta, anche se il 22 per cento dei democratici preferisce comunque non esprimersi. Ciò che è chiaro è il messaggio lanciato dagli elettori grillini ai loro rappresentati in Parlamento, che sono spaccati sul mandare o meno Salvini alla sbarra. A dettare la linea è il senatore Mario Giarrusso, capogruppo del M5s in giunta, che sottolinea la collegialità della responsabilità politica sul caso Diciotti: «Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepresidente Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli», dichiara, «depositeranno una memoria, spiegando che sul caso Diciotti c'è stata una decisione che coinvolge tutto il governo, con responsabilità anche di altri ministri e del premier stesso. In base ai documenti prenderemo una posizione». In molti però non condividono questa posizione. A cominciare dalla senatrice Paola Nugnes, vicina a Roberto Fico, che minaccia di andarsene: «Se dovessimo salvare il leader della Lega, decidendo di respingere la richiesta di autorizzazione avanzata dal tribunale dei ministri, non escludo l'addio al Movimento». Punto di vista sposato dal sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia: «Se il caso andrà in aula, noi voteremo assolutamente sì». Lo stesso presidente della Camera, Roberto Fico, pur non commentando la vicenda, ieri ha esultato per la conclusione del caso della nave Sea Watch, facendo capire come la pensa in materia di migrazioni e porti chiusi.Contro il vicepremier leghista si schiera anche la grillina Roberta Lombardi, capogruppo in consiglio regionale nel Lazio: «A uscirne perdente sarà il M5s se voterà contro l'autorizzazione a procedere, abdicando così ai suoi valori identitari».Insomma, come dimostrano i risultati del sondaggio, c'è uno scollamento tra la base degli elettori pentastellati e parte dei politici che hanno eletto a rappresentarli.Non a caso sul fronte dei voti, se si andasse oggi alle urne, secondo l'istituto di rilevazione il Movimento prenderebbe il 25,8%, perdendo più di mezzo punto rispetto alla scorsa settimana. E invece continua la crescita, seppur lieve, del Carroccio che è attestato al 30,3%. La decisione di votare contro l'alleato di governo, secondo il leghista Paolo Arrigoni, condannerebbe i pentastellati a morte certa: «Ma come fanno a votare contro Matteo? Vogliono la crisi, le elezioni? I grillini si sono messi in un cul de sac. Bastava che avessero capito per tempo che quella di Salvini sui migranti della Diciotti fu una scelta politica».Ma l'attacco al ministro dell'Interno non si ferma sull'autorizzazione a procedere. Dopo i sindaci «disobbedienti» capeggiati da Leoluca Orlando anche le Regioni «rosse» si scagliano contro il decreto Sicurezza, che riforma la normativa su immigrazione e rimpatri. Il Piemonte ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale perché valuti la legge, che «è pericolosa». Come denuncia il governatore, Sergio Chiamparino: «Il decreto rischia di creare un mondo di invisibili, di persone che non possono, non riescono ad integrarsi e per questo sono più facilmente alla mercé di chi viola le regole». E non sarà solo il Piemonte a ricorrere alla Consulta, annuncia l'assessore all'Immigrazione, Monica Ceruti: «Siamo la prima Regione ad aver inviato il ricorso ma presto seguiranno Umbria, Emilia Romagna, e altre. Questo atto oltre a essere discriminatorio avrà conseguenze sulla vita di tutti i cittadini. Ad esempio, gli irregolari e i richiedenti asilo non potendo accedere al sistema sanitario, andranno nei pronto soccorso, con disagi per tutti».
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».
Lo speciale contiene due articoli
La Philarmonie (Getty). Nel riquadro, l'assalto dei pro Pal
A Parigi i pro Pal interrompono con i fumogeni il concerto alla Philarmonie e creano il caos. Boicottato un cantante pop per lo stesso motivo. E l’estrema sinistra applaude.
In Francia l’avanzata dell’antisemitismo non si ferma. Giovedì sera un concerto di musica classica è stato interrotto da militanti pro Pal e, quasi nello stesso momento, un altro concerto, quello di un celebre cantante di origine ebraica, è stato minacciato di boicottaggio. In entrambi i casi, il partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) ha svolto un ruolo non indifferente.
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.
Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.






