2024-05-22
Kiev insiste: «La Nato colpisca i razzi russi»
Volodymyr Zelensky e Dmytro Kuleba (Getty images)
Volodymyr Zelensky e Dmytro Kuleba tirano ancora per la giacca l’Alleanza. Trovata la quadra per girare all’Ucraina i proventi dagli asset di Mosca congelati. Il Cremlino: «Iniziate esercitazioni nucleari tattiche vicino al confine, risposta alle minacce arrivate dall’Occidente».È arrivato il via libera del Consiglio Ue all’utilizzo dei profitti sugli asset russi sequestrati per finanziare il sostegno militare all’Ucraina. Tecnicamente significa che i Csd (depositari centrali di titoli) che detengono attività e riserve sovrane russe superiori a 1 milione di euro forniranno un contributo finanziario dai loro utili netti corrispondenti, accumulati dal 15 febbraio 2024. I contributi saranno versati semestralmente e finiranno allo strumento europeo per la pace per il 90% e ai programmi Ue per il 10%. La decisione è stata rivendicata dall’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell: «Accolgo con particolare favore la decisione presa sulla base delle mie proposte, il 90% sarà destinato all’assistenza militare tramite lo strumento europeo per la pace. Dobbiamo andare immediatamente avanti con l’attuazione». Secondo le stime, l’Ucraina riceverà 3 miliardi di euro mentre il valore totale delle attività congelate è di circa 260 miliardi di euro. Kiev lo chiedeva da tempo ed è lo stesso ministro degli Esteri Dmytro Kuleba a ringraziare l’Ue per l’accordo raggiunto ieri, prima di rilanciare chiedendo agli alleati occidentali di considerare la possibilità di assistere militarmente Kiev intercettando dal territorio della Nato i missili che la Russia lancia contro il territorio ucraino. «Non esiste alcuna argomentazione giuridica, di sicurezza o morale che impedisca ai nostri partner di abbattere i missili russi sul territorio dell’Ucraina dal loro territorio», ha detto, chiedendo di fatto alla Nato di entrare nel conflitto. «L’alternativa» a questo passo sarebbe «fornire all’Ucraina tutti i sistemi di difesa aerea e gli aerei da combattimento di cui Kiev ha bisogno per proteggere il suo territorio dagli attacchi aerei russi». Anche il presidente Volodymyr Zelensky è intervenuto sul tema: «Gli Stati Uniti e l’Europa dovrebbero fare di più per difendere l’Ucraina: gli aerei delle Nato dovrebbero abbattere i missili russi nello spazio aereo ucraino». Zelensky, che ufficialmente avrebbe finito il suo mandato, ha anche dichiarato che i suoi «5 anni di presidenza non sono finiti» perché a causa della legge marziale in Ucraina in questo momento è vietato indire elezioni. L’ex presidente russo Dmitry Medvedev aveva definito Zelensky un «usurpatore e obiettivo militare legittimo» per Mosca. Il portavoce per la politica estera dell’Ue Peter Stano ha chiarito che non c’è «nessun dubbio su chi sia il legittimo presidente ucraino». Ma ci sono altre novità in arrivo sul fronte sanzioni alla Russia. Entro l’anno Italia, Slovacchia, Austria e Ungheria diranno stop al gas russo. «Ci sono tre o quattro Stati membri che attualmente ricevono il gas russo attraverso il transito dall’Ucraina», ha confermato durante il briefing con la stampa il portavoce della Commissione europea responsabile per le questioni energetiche, Tim McPhie, rispondendo a una domanda sull’accordo trilaterale sul transito del gas russo attraverso la rotta ucraina. L’accordo scadrà alla fine di quest’anno e la Commissione Ue ha chiarito che non ha intenzione di rinnovarlo oltre. L’accordo riguarda il combustibile in forma gassosa perché il gnl dalla Russia continua ad arrivare a Paesi come la Francia in quantità decisamente maggiori rispetto a prima della guerra. Tanto che Parigi risulta esserne il primo importatore in Europa. Nel frattempo secondo Politico si attende per il 25 giugno, al Consiglio europeo, il via libera definitivo ai negoziati di adesione dell’Ucraina e Moldova. Nel corso del vertice europeo dello scorso dicembre, i Paesi membri avevano annunciato l’apertura dei negoziati ma senza poi procedere con gli strumenti legali necessari, per timore di un veto da parte dell’Ungheria e per evitare che divenisse tema di campagna elettorale. E proprio ieri il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs ha ricordato che Budapest non accetterà «nessuna eccezione a Kiev sul percorso di adesione». «La posizione dell’Ungheria è sempre stata chiara fin dall’inizio. È una posizione schietta e franca: si tratta di un processo basato sul merito e senza eccezioni». Sul campo, mentre Kharkiv continua ad esser presa d’assedio, preoccupa la scelta di Mosca di annunciare l’inizio delle esercitazioni con armi nucleari tattiche vicino all’Ucraina. «La prima fase delle esercitazioni con lo sviluppo pratico della preparazione e dell’uso di armi nucleari non strategiche è cominciata» hanno fatto sapere dal ministero della Difesa. Nella nota si precisa che l’esercitazione verte sui sistemi missilistici a corto raggio Iskander e gli ipersonici Kinzhal. L’addestramento mira a «mantenere la prontezza delle truppe e delle unità che utilizzano armi nucleari non strategiche per reagire e garantire pienamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce arrivate da alcuni funzionari occidentali».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco