2025-02-08
Kering deprime le vendite di Gucci e fa la furbetta con il Fisco italiano
I risultati della casa fiorentina deludono e i francesi licenziano il capo degli stilisti Sabato De Sarno. Intanto incassano plusvalenze dagli immobili dei mall in Liguria e Toscana con una società olandese. Contenzioso su McQueen.Sabato De Sarno, il direttore creativo arrivato in Gucci due anni fa con il complesso compito di raccogliere l’eredità del rivoluzionario Alessandro Michele, è stato licenziato. Il benservito di Kering, la multinazionale francese che oltre alla maison fiorentina controlla marchi come Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander Mcqueen, Brioni, Boucheron e Pomellato, era nell’aria. I conti del gruppo non quadravano e il calo delle vendita continuava a crescere. Nel terzo trimestre 2024 c’è stato il crollo del 25% dei ricavi, che per il colosso transalpino della moda vuol dire tanto. Gucci è infatti il marchio più importante del gruppo della famiglia Pinault e la Borsa nell’ultimo anno ha punito severamente le azioni Kering: -35% nel giro di 12 mesi. Probabile che nella maison italiana si apra un periodo di incertezze. Il nome del sostituto di De Sarno sarà comunicato in un secondo momento (girano le ipotesi Heidi Slimane e Maria Grazia Chiuri) e martedì 25 febbraio, sarà il design team a portare il nuovo guardaroba in passerella per l’apertura della Milano Fashion Week autunno inverno 2025 2026. «Leggiamo la notizia», evidenziano gli analisti di Equita, «come negativa per il titolo, dato che apre una fase di transizione per il brand». Mentre da Barclays avvertono: «Vediamo un margine di rischio maggiore per gli utili nell’esercizio 2025». E del resto, in attesa dei risultati sul 2024 che verranno resi noti martedì, non si può non ricordare che Kering nell’ultimo anno è stato colpito da ben tre profit warning. In effetti, per trovare delle buone notizie, bisogna scendere dalle passerelle e spostare lo sguardo sull’immobiliare. Settimana scorsa, infatti, la multinazionale francese ha comunicato di aver venduto The Mall Luxury Outlets al fondo di investimento immobiliare statunitense Simon. L’operazione, che nella sostanza riguarda due prestigiosi outlet in Italia - uno a Leccio, nei pressi di Firenze, e l’altro a Sanremo - permetterà al gruppo di generare un ricavo netto di circa 350 milioni di euro e una sostanziosa plusvalenza che secondo le informazioni in possesso della Verità supera i 200 milioni.Kering, infatti, aveva acquistato i due mall tra il 2014 e il 2016 sborsando poco meno di 80 milioni di euro (48,9 milioni per Leccio e 30,8 per Sanremo) ai quali vanno però aggiunti i consistenti lavori di edificazione per l’outlet ligure. Gli immobili erano in società cipriote e lussemburghesi che sono state vendute a Kering Holland da un Trust neozelandese costituito da una società panamense. Negli anni dal 2016 a oggi Kering ha liquidato le società cipriote e lussemburghesi, creando delle scatole italiane all’interno delle quali c’erano gli immobili. Il tutto sotto l’ombrello di Kering Holland. Morale della favola: rispetto all’ultima cessione da 350 milioni di euro e alla maxi-plusvalenza, il Fisco italiano non dovrebbe vedere un euro.Ultimo particolare, l’operazione con Simon era stata ideata tra il 2014 e il 2015 dall’italiano Carmine Rotondaro, ex responsabile Real Estate del gruppo, che anche per quell’affare è stato licenziato in tronco nel 2016. Ma non finisce qui. Perché a dicembre sono emerse anche altri dettagli sul complicato rapporto tra Kering e il Fisco italiano. Reuters ha fatto sapere che il colosso francese sta negoziando con l’Agenzia delle Entrate per risolvere un’indagine incentrata su uno dei suoi brand in portafoglio, ovvero la label britannica Alexander McQueen. La Procura di Firenze, secondo l’ agenzia, avrebbe aperto un’inchiesta per omessa dichiarazione dei redditi per il periodo 2016-2022, dopo che la Guardia di Finanza ha reso noto l’omissione di dichiarazione da parte di Alexander McQueen di circa 60-70 milioni di euro di reddito imponibile. Cosa sarebbe successo? Secondo il fisco italiano si tratterebbe di ricavi erroneamente contabilizzati tramite la filiale svizzera del gruppo francese, Luxury Goods International, anziché dichiarati in Italia.In una dichiarazione inviata direttamente a Reuters, Kering ha confermato che «sono in corso discussioni con le autorità fiscali italiane riguardo ad Alexander McQueen», aggiungendo che «la società e il Gruppo Kering sono sicuri della correttezza delle loro operazioni e stanno portando avanti queste discussioni con uno spirito di dialogo costruttivo». Vedremo come andrà a finire. Va ricordato però che situazioni analoghe si erano già verificate qualche anno fa. La Procura di Milano aveva indagato su Gucci e sul mancato pagamento delle tasse in Italia tra il 2011 e il 2017 grazie a «una stabile organizzazione occulta» costituita nella stessa società elvetica. L’accusa era che nel Canton Ticino si svolgessero attività di logistica mentre la vendita avveniva in Italia. Eppure Kering pagava le tasse nel Cantone all’8%, mentre da quest’altra parte delle Alpi avrebbe dovuto pagare almeno il 31% all’Erario. Finirà con la più alta conciliazione fiscale mai raggiunta tra una società e le Entrate: nel 2019 la multinazionale si accorda per versare 1,25 miliardi nelle casse pubbliche.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)