2020-02-19
Italia viva prosegue la guerra ai fianchi e annuncia la bomba: «Seguite Vespa...»
I renziani litigano ancora sulla giustizia, poi trovano la quadra a fatica. E il Bullo fa capire di avere qualcosa da dire in tv.Ormai è guerra aperta tra Italia viva e il Pd. Senza più cautele: un rapporto che si logora sempre di più, di ora in ora. Una guerra termonucleare e «mondiale» combattuta tra Palazzo Madama e il Nazareno, e simbolicamente tra la Thailandia (residenza elettiva di Goffredo Bettini) e l'Himalaya (residenza sciistica di Matteo Renzi). Un conflitto sordo, senza quartiere, all'ultimo senatore, anche giocato con colpi bassi e campagne acquisti. Nel primo giorno in cui riapre il Senato, i renziani - per fare un colpo di immagine mentre tutti si attendono il primo «responsabile contiano» - annunciano l'arruolamento della deputata Michela Rostan. La quale, peraltro, cambia gruppo lasciando Leu ed unendosi all'ex sindaco di Firenze per una delusione personale legata ai temi della sanità (era in contrasto con il suo leader, il ministro Roberto Speranza) ma dichiara urbi et orbi: «Sosterrò comunque il governo». Anche questo, a bene vedere è un segnale rivelatore: come se entrando in Italia viva fosse scontato supporre e aspettarsi da lei il contrario. Non solo: passa dal Pd a Italia viva anche Tommaso Cerno.Matteo Renzi mostra ai colleghi i video delle sciate, e la giornata inizia con una dichiarazione strana, o un lapsus da «quinta colonna», del capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci: «Sono contrario», dice Marcucci, «al gruppo dei responsabili. Mi fa orrore la compravendita dei parlamentari. Quando dico che possiamo essere attrattivi, intendo la possibilità che una maggioranza e un governo che si mostrano compatti e fanno l'interesse del Paese possano attrarre senatori e deputati interessati a fare il bene dell'Italia». Il Messaggero gli chiede cosa pensi delle parole di Goffredo Bettini (che aveva invitato il governo a rafforzarsi per non sottostare ai ricatti dei renziani) e Marcucci scuote la testa: «Non sono d'accordo. Ripeto: questa maggioranza va rafforzata, non cambiata. Dopo di che, se un parlamentare di Italia viva vuole tornare nel Pd, braccia aperte. Ma niente scambi, niente mercimoni di poltrone e ricandidature. Sono cose scandalose che non mi vedranno mai protagonista. Non lavorerò mai a reclutare un gruppo alternativo a Italia viva».Parole e professioni di lealtà (a Renzi!) quasi stupefacenti, per uno che per dovere di ufficio - è capogruppo - quella campagna sarebbe tenuto a farla. Il primo a sottolinearlo è uno zingarettiano di ferro come Luigi Zanda, ex capogruppo del Pd, tesoriere del partito: «Io non capisco proprio», dice con eleganza ma senza eludere il tema, «io direi che, quando si tratta di persone perbene e su cui non ci sono macchie, la porta di un gruppo deve essere sempre aperta. Il capogruppo deve essere prima di tutto un motivatore, mica può dire “Io qui non voglio nessuno"». Zanda esprime con leggerezza uno stato d'animo condiviso al Nazareno. Dove le parole di Marcucci non sono piaciute affatto. Intanto al Senato ogni giorno il bollettino di guerra si aggiorna, perché la vera notizia sarebbe che i renziani votassero (almeno una volta) a favore del governo. Ieri, per fare un esempio di giornata, dopo aver bocciato l'emendamento di Pietro Grasso sull'utilizzo del trojan nelle intercettazioni, sono andati anche contro la proposta di del 5 stelle Giarrusso, che superava quella dell'ex presidente del Senato: «Ci va bene il testo di Bonafede uscito dal Cdm o un testo che rispetti la sentenza della Cassazione, non capiamo perché ci si intestardisca su altro», dicono nel pomeriggio gli uomini di Italia viva. E alla fine, quando si trova l'accordo, sembra un quasi una sorpresa: la maggioranza trova la quadra su un subemendamento al disegno di legge intercettazioni firmato dai capigruppo della maggioranza in commissione Giustizia. Il testo del relatore prevede che le intercettazioni disposte per un processo non possono essere utilizzate in altri procedimenti, salvo che risultino indispensabili per l'accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza o per reati molto gravi - come lo spaccio di sostanze stupefacenti, contrabbando, pedopornografia, usura. Quando si arriva a governare per subemendamenti, l'idea di una maggioranza che naviga a vista diventa palpabile, percepibile. E Renzi? Appare nella salone Italia, in serata, con il sorriso sulle labbra e si autolancia, con un annuncio tutto da decrittare: «Io però, se dovessi dare un consiglio, ascolterei Vespa...». Ovvero la puntata che va in in onda stasera. L'uomo di Rignano conclude così: «Secondo me questa puntata è una cosa che può avere un senso per la legislatura». Minacciare, combattere, tenere sulle spine. Il guerrigliero-sciatore dell'Himalya continuare con la sua strategia da guastatore.