2020-01-06
Italia viva e M5s uniti sulle cose che contano: Rula a Sanremo
La Rai chiude, no al Festival per Rula Jebreal. Insorge Davide Faraone, capo dei senatori renziani. E il ministro Stefano Patuanelli frigna: «Censura».Ah, finalmente l'alleanza di governo si impegna in una grande battaglia a favore del popolo. Una lotta per garantire un diritto fondamentale, che non può essere negato ad alcun cittadino. Sì, signori: gli italiani hanno diritto di vedere Rula Jebreal al Festival di Sanremo. Ci avevano già fatto la bocca, dopo che Dagospia aveva rivelato i colloqui segreti fra Amadeus e la celebre giornalista. C'erano folle oceaniche in attesa, intere famiglie si erano sintonizzate sul primo canale con mesi di anticipo: tutto pur di non perdere nemmeno un secondo della preziosa esibizione. Ma ecco che, per colpa dei perfidi sovranisti, l'imperdibile apparizione è stata cancellata: brivido, terrore, raccapriccio! A lanciare l'allarme è stata ieri Repubblica: «Nonostante il conduttore ci tenesse alla presenza della giornalista palestinese - e lei avesse accettato la proposta - è arrivato il no ufficiale. […] Quando la direzione artistica del Festival ha passato la pratica alla Rai per formalizzare il contratto, qualcuno ai piani alti di Viale Mazzini deve aver deciso che era meglio lasciar perdere». Capito? Sono intervenuti «i piani alti». È colpa dei poteri forti se non potrete gustarvi la Jebreal in prima serata. È anche a causa delle destre malefiche. «Sulla decisione dei “piani alti" Rai», ha specificato Repubblica, «hanno pesato le polemiche - scatenate sui social dai sovranisti - sulla figura della giornalista palestinese, naturalizzata italiana, e il timore che a Sanremo si parlasse di attualità e politica più che di canzoni. Visto che ci sono ancora le nomine da fare, la conclusione è stata che era meglio bocciare la presenza della giornalista-scrittrice nella competizione canora».Sapete com'è, Rula è una giornalista scomoda, che non guarda in faccia a nessuno, sempre capace di affrontare argomenti roventi. È ovvio che metta paura ai fascioleghisti. Basta il suo curriculum a far venire i brividi a qualunque destrorso: «Quarantasei anni, consigliere del presidente francese Macron per il gender gap, Jebreal avrebbe potuto parlare delle donne e della parità dei diritti, temi che le stanno a cuore», ha spiegato Repubblica. Quindi non solo viene danneggiata Rula, che non potrà affrontare i «temi che le stanno a cuore», ma abbiamo anche un'intollerabile discriminazione verso le donne italiane, a cui l'intervento della Jebreal avrebbe cambiato la vita. Salire sul palco dell'Ariston è un piccolo passo per una donna, ma un grande passo per l'umanità. Salirci per discettare di «diritti», poi, è imprescindibile. E invece dovremo fare senza la maestrina che ci spiega che siamo un Paese maschilista e misogino. Ma c'è qualcuno che non si rassegna: Italia viva, da ieri, tuona incessantemente. Il presidente dei senatori renziani, Davide Faraone, ha usato parole pesanti: «Dieci donne a Sanremo ma non Rula Jebreal. Nessuno spazio a una nuova italiana di successo. Nella narrazione sovranista stona, e anche parecchio. La Rai, la tv pubblica, si piega al diktat di Salvini. Vergognoso. Ho deciso di portare il caso in vigilanza Rai e intanto denuncio un'autentica discriminazione di Stato».Bravo! Tacere non si può di fronte a questa vergogna! Sia maledetto Salvini, che tappa la bocca ai dissidenti! Anche Gianfranco Librandi si è indignato: «Credo che la Rai debba rivedere la propria decisione di escludere Rula Jebreal da Sanremo. Oggi è cambiato anche il governo». Bravissimo. Poche ore e, visto che è cambiato il governo, il grillino Stefano Patuanelli (sì, erano al governo anche prima, ma vabbè), che da ministro dello Sviluppo economico giustamente non ha problemi più gravi, imbraccia Twitter e spara: «Siamo in un paradosso: non si vuole trasformare in tribuna politica il Festival di Sanremo, ma si opera una scelta di “esclusione politica preventiva". Detta anche censura». Bravissimo, opportuno e ficcante: grande ministro, saluti anche da Taranto!L'esclusione di Rula del resto è sessista, razzista, xenofoba, discriminatoria sotto ogni punto di vista. Peccato solo che la Jebreal sia eterosessuale, altrimenti ci sarebbe anche un clamoroso caso di omofobia. Solo un aspetto ci stupisce: non avremmo mai detto che in Rai comandassero ancora i sovranisti. Anzi, ci era sembrato che - pure sotto il governo gialloblù - a Viale Mazzini si respirasse sempre la stessa aria progressista. Ma sicuramente ci siamo sbagliati. La fiction celebrativa di Nilde Iotti avrebbe dovuto farci capire che il vento era mutato: figurati se non è stato Salvini (o Giorgia Meloni) a volere lo sceneggiato sulla presidente della Camera comunista. Persino i talk show sono evidentemente schierati contro la sinistra: per questo giornalisti e politici di destra sono sempre in minoranza negli studi… Sono proprio incredibili, questi sovranisti. Non sono più al governo del Paese, ma rappresentano una minaccia. Lo ha spiegato ieri l'Espresso, raccontando come Lega e Fratelli d'Italia stiano trasformando le regioni in cui comandano in vere e dittature: «Sale del comune negate a libri o dibattiti “scomodi", patrocini tolti agli eventi del mondo Lgbt, rimozione e alterazione progressiva della memoria della resistenza antifascista». E adesso anche la censura a Rula. Meno male che ora al governo ci sono Pd e Italia Viva: loro potranno mettere a posto le cose. Dopo la commissione Segre, riusciranno ad approvare anche la legge sull'omofobia. Così finalmente i fascistoidi cattivi che vogliono parlare di immigrazione, di Bibbiano e di famiglia saranno ridotti al silenzio: questo chiedono gli italiani! Fortuna che ci sono i progressisti: loro sì, che difendono la libertà d'espressione…