2024-02-17
«Con Ita-Lufthansa c’è più concorrenza». I numeri smentiscono la manfrina dell’Ue
L’esperto Ugo Arrigo: «Ryanair ha il 37% del mercato europeo contro il 10% dei tedeschi e il 3,5% della nostra compagnia».Ancora tutto tace nella Commissione europea. L’acquisto del 41% di Ita da parte di Lufthansa è in stallo, almeno fino a quando non prenderanno corpo alcune situazioni. Ovvero che Air France, la compagnia che avrebbe più da perdere dall’operazione Ita, non trovi un partner e fino a quando non sarà sciolto il nodo delle elezioni europee. Illazioni di chi pensa male? Le ragioni accampate da Bruxelles per rinviare la decisione sulla fusione Ita-Lufthansa, ovvero la limitazione della concorrenza, paiono pretestuose per una serie di dati sugli equilibri nel mercato europeo e nel lungo raggio. Questi dati messi insieme in un documento definito da un esperto del settore, Ugo Arrigo, ordinario di Economia Politica alla Bicocca e ex consigliere di Ita, dimostrano quanto sia palesemente fallace la motivazione della Commissione considerato il grado di liberalizzazione del mercato italiano del trasporto aereo, tra i più elevati dell’Unione e quanto Bruxelles sia indifferente al destino di Ita. Il termine per la nuova decisione è il 6 giugno, posteriore alla scadenza di fine maggio dell’accordo con Lufthansa e anche vigilia del voto per il Parlamento europeo. È probabile che quindi la Commissione si esprima tra qualche mese, un tempo infinito per il bilancio di Ita e che la espone a una ridefinizione degli accordi precedentemente presi con i tedeschi.Ma veniamo ai dati. A partire dal 1997, cioè dalla liberalizzazione, il mercato italiano è più che triplicato e la debolezza della compagnia di bandiera ha favorito l’espansione dello low cost. La Commissione si dice preoccupata che «l’operazione (Ita-Lufthansa) possa ridurre la concorrenza nel mercato dei servizi di trasporto aereo di passeggeri su diverse rotte a corto e lungo raggio». Lo scenario che Arrigo ha definito sulla base dei dati Enac è questo: nel 2022 Ryanair ha trasportato in Italia 16 milioni di passeggeri, pari al 50% del mercato mentre Ita meno di 6,5 milioni cioè il 20%. Le altre low cost, EasyJet, WizzAir e Volotea hanno totalizzato 25 milioni di passeggeri e il 78% del mercato. «Siccome Lufthansa non vola dentro l’Italia, una fusione con Ita non farebbe altro che rafforzare l’ex Alitalia e quindi garantire maggiore concorrenza», afferma l’esperto.Arrigo esamina poi la situazione all’interno dell’Europa che conta circa 87 milioni di passeggeri e il dominio delle low cost. Ryanair nel 2022 aveva il 37% del mercato mentre tutte le low cost, escluse quelle che fanno capo a compagnie di bandiera, arrivano al 62%. Il restante 38% è così suddiviso: i tre grandi gruppi europei hanno il 27%, di cui Lufthansa e Iag (British, Iberia, Vueling e Aer Lingus) poco più del 10% ciascuno e Air France-Klm il 6%. Ita ha il 3,5% e i restanti vettori di Paesi minori hanno l’8%. «Se Lufthansa avesse già avuto nel 2022 il pieno controllo di Ita la sua quota sarebbe stata del 14% invece del 10%, con l'effetto di aumentare la concorrenza rispetto a Ryanair», spiega Arrigo.Bruxelles ha scritto nelle motivazioni di rinvio dell’accordo che «Lufthansa e Ita sono concorrenti stretti nella fornitura di servizi di trasporto aereo passeggeri su determinate rotte da e per l’Italia. L’operazione potrebbe ridurre la concorrenza sulle rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i paesi dell’Europa centrale. Su alcune di queste rotte, Lufthansa e Ita competono con una concorrenza limitata, principalmente da parte delle low cost».Arrigo fa notare che le rotte di cui parla Bruxelles sono quelle che collegano gli aeroporti Ita di Fiumicino e Linate con gli hub Lufthansa di Francoforte e Monaco. «Su queste le condizioni di concorrenza sono simili a quelle che riguardano i collegamenti con hub importanti quali il Charles De Gaulle a Parigi e Heathrow a Londra». L’esperto poi sottolinea che se nei grandi hub c’è scarsa concorrenza è perché le maggiori compagnie hanno conservato gli slot che possedevano prima della liberalizzazione del mercato. «È di questo che la Commissione Ue dovrebbe preoccuparsi». Pertanto se Bruxelles decidesse di dare parere negativo alla fusione «allora Ita non potrebbe fare accordi con nessun altro vettore né alcun altro potrebbe aggregarsi con compagnie che dominano i loro hub».Per quanto riguarda il lungo raggio, l’operazione Ita «non rafforza la concorrenza e nemmeno la diminuisce perché sposta le alleanze. Ita ora è alleata di Delta in Skyteam e concorrente di United. Entrando nell’orbita di Lufthansa lascerebbe SkyTeam per Star Alliance, smettendo di competere con United e diventando invece competitor di Delta. Cambiando i fattori, il risultato a livello di mercato non cambierebbe». Poi Arrigo aggiunge: «L’idea che la Commissione mette questi paletti perché la concorrenza si ridurrebbe, è campata per aria. La mia impressione è che la commissione non voglia rompere gli equilibri dei grandi vettori». Ma pare non avere nemmeno interesse alle sorti di Ita che in questo stallo, continua a consumare risorse.Al tema dei conti si aggiunge quello del personale. Il Tribunale di Roma ha deciso il reintegro e il pagamento i centinaia di migliaia di euro tra arretrati, premi di risultato e altre voci di due dirigenti apicali vicini all’ex presidente Alfredo Altavilla annullando il licenziamento deciso dall’allora ceo della compagnia, Fabio Lazzerini. Nelle decisioni, il giudice sottolinea che per giustificare l’allontanamento dal lavoro «sono state ottenute informazioni attraverso un illecito accesso alla corrispondenza» dei due manager.
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In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.