2022-10-19
Nel silenzio del mondo l'Isis si rafforza nel «Siraq»
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La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi, hanno contributo ad allontanare i media e l’opinione pubblica dal pericolo rappresentato dalle organizzazioni terroristiche islamiche. Nonostante questo i fondamentalisti violenti pensano molto a noi, tanto che nella propaganda che viene diffusa ogni giorno da decine di canali Telegram e siti web tradotti in 13 lingue l’uccisione dei kuffār (gli infedeli) è sempre raccomandata.A proposito della campagna di promozione è bene ricordare che il fatto di non vedere più in prima serata (una saggia decisione) gli sgozzamenti, le decapitazioni dei prigionieri e altri orrori diffusi dall’Isis o da altri gruppi terroristici, ha illuso molte persone che queste cose con la sconfitta militare dell’Isis (marzo 2019) e con la morte dei due califfi Abu Bakr al-Baghdadi (27-10-2019) e il suo successore Abū Ibrāhīm al-Hāshimī al-Qurashī (03-02-2022), non accadessero più. Niente di più falso: queste cose accadono ogni giorno in Paesi come l’Afghanistan, il Mozambico, nel Mali, in Burkina Faso, nella Repubblica Democratica del Congo, in Nigeria, in tutto il Sahel e naturalmente in Siria e in Iraq, solo per citarne alcuni. Un'infografica pubblicata dall'Isis, che riassume la sua attività nel mondo nel periodo compreso tra il 22 settembre e il 28 settembre 2022, indica che l'organizzazione ha effettuato 31 attacchi nelle sue varie province del mondo (contro i 35 della settimana precedente). Il maggior numero di attacchi è stato effettuato dalla provincia dell'Africa occidentale (13). Attacchi effettuati nelle altre province: Iraq (6); Siria (5); Africa centrale (3); Mozambico (2); Khorasan, cioè l'Afghanistan (1); e Sinai (1). Un totale di 62 persone sono state uccise o ferite negli attacchi, rispetto alle 93 della settimana precedente. Il maggior numero di vittime si è verificato nella provincia dell'Africa occidentale (22). Le altre vittime si sono verificate nelle seguenti province: Siria (21); Iraq (12); Khorasan, cioè l'Afghanistan (2); Sinai (2); Africa centrale (2); e Mozambico (1). L’Isis negli ultimi mesi si è fatta sempre più audace tanto che prova di continuo a sfidare anche l’intelligence israeliana come raccontato dal Centro Informazioni di Intelligence e Terrorismo Meir Amit che ha parlato dell’operazione del 2 ottobre scorso. Dopo una lunga indagine condotta dalle forze di sicurezza israeliane, sei residenti di Nazaret sono stati arrestati perché sospettati di voler svolgere attività terroristiche in territorio israeliano come agenti dell'Isis. Si tratta di Muhammad Ihab Suleiman, 25 anni, noto alle forze di sicurezza per le sue passate attività legate all'Isis; Abd al-Ghaffar Suleiman, 21 anni; Muamen Nijam, 20 anni; Ahmed Belal Suleiman, 18 anni; Jihad Bakr, 20 anni; e un minore, uno studente di scuola superiore (non è presente nelle fotografie diffuse ai media). I sei arrestati avevano pianificato vari tipi di attacchi. L'obiettivo principale era un liceo musulmano a Nazareth che secondo loro «seguiva la via degli infedeli e insegnava educazione sessuale». Avevano anche tentato di identificare altri obiettivi, come una trafficata stazione degli autobus in una città nel nord di Israele, una stazione di polizia vicino alle loro case, boschi frequentati gli ebrei e altro ancora. Per portare a termine gli attacchi, hanno lavorato per ottenere nuove armi e reclutare altri uomini. I cinque dei sei agenti dell'Isis, residenti a Nazareth (Agenzia per la sicurezza israeliana)E nel ‹‹Siraq›› cosa accade? Lontano dalle telecamere della Cnn e dagli inviati di guerra che si trovano in Ucraina, intere zone della Siria come la regione di Al-Hasaka, la Regione di Deir ez-Zor-Al-Mayadeen (qui il fenomeno è parziale) o la Regione di Al-Raqqah sono controllate dagli uomini dell’Isis che colpiscono ogni giorno potendo contare anche su solidi legami con la popolazione civile. I militanti affiliati al gruppo dello Stato islamico fanno sempre più affidamento sul denaro raccolto dall'estorsione delle comunità locali nella Siria orientale per finanziare la loro attività terroristica come hanno affermato i funzionari locali. Turki al-Dhari, un funzionario del Deir el-Zour Military Council ha affermato a Voice of America (Voa): «L’Isis usa diversi modi per chiedere denaro ai proprietari di negozi. Ciò include l'uso della violenza o la minaccia di violenza contro i civili per estorcere denaro», inoltre ha aggiunto che i terroristi usano diversi modi per chiedere denaro ai proprietari di negozi: «Ciò include l'uso della violenza o la minaccia di violenza contro i civili per estorcere denaro». Il funzionario militare ha affermato che i militanti dell'Isis hanno utilizzato questo metodo anche per raccogliere denaro da persone che lavorano o collaborano con le Sdf e le sue istituzioni civili: «Abbiamo visto Daesh svolgere questa attività sempre più nella campagna orientale di Deir el-Zour», ha anche detto al-Dhari a Voa per poi aggiungere: «Coloro che si rifiutano di pagarli rischiano la punizione, vengono fatti esplodere i loro negozi, le case o le loro automobilix. Parte del denaro raccolto dalla gente del posto va alle famiglie dei combattenti dell'Isis uccisi». Lo stesso avviene in Iraq nella Provincia di Diyala, nella Provincia di Kirkuke nella Provincia di Salah al-Din.Per tornare alla Siria, lo scorso 13 ottobre gli uomini dell’organizzazione terroristica Hayat Tahrir al-Sham (Hts), precedentemente noto come Fronte al-Nusra, sono entrati nella città di Afrin dopo che i suoi ex governanti hanno ritirato le loro forze, secondo i residenti e un gruppo di monitoraggio. Hts è un gruppo islamista che ha il controllo della maggior parte della provincia di Idlib nel nord-ovest della Siria, una delle poche aree fuori dal controllo delle forze governative siriane. Designato come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, il gruppo è stato il principale affiliato di al-Qaeda in Siria fino al 2018, quando ha formalmente interrotto i legami con il gruppo terroristico globale. Gli esperti, tuttavia, affermano che il gruppo militante ha mantenuto la sua ideologia ispirata ad al-Qaeda. Nell'acquisizione di Afrin, almeno altri due gruppi islamisti simili sono stati coinvolti con Hts, ha affermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede in Gran Bretagna.Afrin, è una città a maggioranza curda, che era sotto il controllo di gruppi armati sostenuti dalla Turchia dal 2018 dopo un'offensiva militare turca che aveva cacciato le forze curde siriane che Ankara considera terroristi. Gli sviluppi di giovedì scorso sono arrivati tre giorni di scontri tra Hts e i suoi alleati da un lato e gruppi sostenuti dalla Turchia dall'altro nelle vicinanze di Afrin. Diverse fazioni armate dell'opposizione combattono sotto l'ombrello dell'Esercito nazionale siriano sostenuto dalla Turchia. I gruppi per i diritti umani hanno accusato questi gruppi islamisti di abusi contro i civili ad Afrin e altrove nel nord-ovest della Siria. I gruppi per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per il fatto che l'acquisizione da parte di Hts della città siriana nordoccidentale possa esporre la popolazione locale a ulteriori abusi. Secondo Ibrahim Sheikho, membro del Comitato dei diritti umani ad Afrin, sfollato dalla città in seguito all'invasione turca nel 2018: «Non è ancora chiaro cosa accadrà poiché la situazione è ancora in corso, ma se al-Nusra rimane ad Afrin, ci saranno sicuramente più violazioni dei diritti umani contro i nostri civili. Queste persone sono ancora più radicali dei gruppi che governavano Afrin dal 2018. Al-Nusra ha la stessa ideologia dell'Isis e la imporranno alle persone ad Afrin». In Siria è anche emergenza sanitaria dalla fine di agosto 2022 quando è scoppiata un'epidemia di colera. È iniziata ad Aleppo e si è rapidamente diffusa in diverse città nel nord-est del paese. Al 23 settembre 2022, 5.973 casi sospetti sono stati segnalati in 9 dei 14 governatorati della Siria.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)