2018-06-14
Invece del premier a Parigi mandiamoci i profughi
Sì, forse è vero, qualche volta Matteo Salvini fa il bullo. Ma con chi in Europa fino a ieri si è comportato da bullo non si può che mettersi allo stesso livello, opponendo al bullo un bullo e mezzo. Lo stiamo vedendo in queste ore. Per anni l'Italia si è lamentata degli sbarchi d'immigrati e del rifiuto della Ue di prendersi quelli che le spettavano. Per tutta risposta la Francia, anche quella di Emmanuel Macron tanto amata dalla gauche al caviale di casa nostra, ha chiuso le frontiere, dando ordine di respingere i profughi, sia che fossero famiglie in fuga dalla miseria e dalla guerra, sia che si trattasse di giovanotti ansiosi di farsi un futuro all'ombra della Tour Eiffel. Le immagini degli extracomunitari che vengono ricacciati in Italia da gendarmi armati di manganelli sono ancora nella memoria, così come non si possono dimenticare i tanti vertici andati a vuoto senza che fosse mantenuta nessuna delle promesse pattuite.Risultato, fra gli strilli dei nostri intellettuali da salotto, il ministro dell'Interno ha annunciato la chiusura dei porti alle navi delle Organizzazioni non governative. Salvini non ha detto che avrebbe lasciato colare a picco le imbarcazioni in difficoltà, né ha negato aiuto e viveri ai profughi a bordo delle carrette del mare in attesa di sbarcare in Italia il loro carico umano. Semplicemente il capo della Lega ha detto stop al traffico di esseri umani garantito da alcune Ong, invitando i loro comandanti ad attraccare altrove. Per questo lo accusano di aver fatto il bullo con alcune centinaia di disperati. In realtà il ministro dell'Interno ha fatto ciò che in precedenza avevano fatto altri prima di lui, in Europa ma non solo. La prima nazione ad attuare il blocco navale fu la democraticissima Australia, per definizione una terra di emigrati, che nel corso dei secoli ha accolto tutti, ma che a un certo punto, di fronte a flussi sempre più consistenti, ha posto l'altolà. Negli ultimi 15 anni, governi di destra e di sinistra non hanno esitato a impiegare la marina militare per impedire lo sbarco dei richiedenti asilo giunti dall'India, dall'Indonesia e anche dallo Sri Lanka. E l'Alta Corte a cui qualcuno si era rivolto per invalidare la decisione, ha sentenziato che respingere le navi, lasciandole al largo anche mesi interi, non sia un a violazione né della costituzione del Paese né un vulnus ai diritti umani.Mostrando i muscoli all'Europa e in particolare alla Francia, Salvini non ha certo lasciato i profughi in alto mare per settimane, ma solo un giorno, giusto il tempo di convincere il comandante, ma soprattutto l'Ue, a smammare e navigare verso Valencia. Così facendo il capo del Viminale si è comportato da bullo? Forse qualcuno lo penserà. Tuttavia, fare la faccia feroce e alzare i toni è l'unico modo per sbloccare una situazione che ci ha trasformato nel molo d'Europa, dove ogni attracco è consentito. Francia e Germania, nel passato hanno potuto rimandare indietro decine di migliaia di immigrati, ma a noi, prima della decisione di Salvini di dire stop agli sbarchi, non era consentito. Naturalmente non sappiamo se basterà aver fermato l'Aquarius, spingendola verso altri lidi, per rallentare le partenze dalle coste africane e fare in modo che le navi trovino altre rotte, diverse da quella italiana. Però non si può non notare che all'interno del muro che da anni ci impediva di far valere le ragioni del nostro Paese una crepa si è aperta. Non c'è soltanto la telefonata fra il ministro dell'Interno e il suo omologo tedesco. A far intravedere un asse Italia-Germania-Austria si sono anche le dichiarazioni del ministero degli esteri di Berlino, che parlando dell'aspettativa di una solidarietà nei confronti dei Paesi del Sud dice che l'Europa deve trovare una risposta convincente. E quelle del presidente austriaco, Sebastian Kurz. Un segnale di un clima diverso? Forse. Emmanuel Macron, presidente di un partito il cui portavoce ha giudicato senza essere smentito vomitevole il comportamento italiano, ieri ha insistito dicendo di essere stato provocato. Respingere una nave tedesca carica di profughi dopo averne accolte a migliaia negli anni precedenti, secondo il toy boy dell'Eliseo sarebbe infatti una provocazione. In realtà il vero atto inaccettabile è l'arroganza della Francia, un Paese che ha rimandato indietro una donna incinta e malata che oggi pretende di dare lezioni a noi. È vero, siamo il Paese europeo più indebitato, ma questo non deve per forza costringerci ad accettare di essere quello più invaso dagli immigrati per compiacere Macron. Rispondendo a tono e richiedendo le scuse, Salvini ha fatto il bullo? Non crediamo. Ma se questo servisse a rimettere al proprio posto un galletto francese che i porti li ha chiusi prima di noi, non abbiamo nulla da rimproverargli.P.S.: Il presidente del Consiglio ha deciso di non andare a Parigi. Fossi in lui, al suo posto, da Macron manderei i profughi.
Charlie Kirk (Getty Images)
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