2024-08-20
Inutile denudarsi per dirsi «liberi» se poi ci negano i diritti elementari
Elodie al Pride di Milano (Getty Images)
La cantante Elodie, paladina Lgbt e pro aborto, si è spogliata contro il solito spauracchio del «patriarcato». Silenzio tombale però sui veri temi come la dignità calpestata in epoca Covid e i bimbi distrutti dal lockdown.Gentilissima signora Elodie, non guardo la televisione, ma so, perché me lo hanno detto, che lei è una cantante, una cantante paladina dei diritti, e questo mi sembra meraviglioso. Sto appunto cercando un combattente per i diritti. È stato leso il mio diritto, anzi è stato leso il diritto di tutti, di curare e curarsi secondo scienza e coscienza. Contravvenendo a ogni regola di buon senso, noi, il popolo, durante una epidemia influenzale di un’influenza che poteva causare una pericolosa e potenzialmente mortale polmonite interstiziale in ottantenni con almeno tre patologie pregresse, siamo stati costretti a un tipo di vita, rinchiusi in casa con poca luce del sole e poca possibilità di movimento, che abbattendo il sistema immunitario e causando un livello altissimo di stress, favoriva la suddetta infezione. Noi, il popolo, non abbiamo avuto diritto alle cure vere, ma solo a un farmaco tossico, la dannata tachipirina, e alla vigile attesa: vuol dire che nessuno avrebbe fatto un accidente di niente fino a quando non sarebbe stato troppo tardi, mentre tutti coloro che proponevano le terapie corrette, aspirina, azitromicina, eparina, cortisone, vitamina D, ozonoterapia e ovviamente plasma iperimmune, sono stati trattati da delinquenti ciarlatani. Noi, il popolo, siamo stati sottoposti, costretti, contravvenendo alle convenzioni di Ginevra, Oviedo e Helsinki, sotto pena della più bestiale perdita di libertà elementari, incluso il diritto al lavoro e il diritto a salire su un mezzo pubblico, all’inoculazione di farmaci sperimentali che mai hanno avuto la capacità di bloccare il contagio a fronte di effetti collaterali gravissimi. Noi, il popolo, abbiamo subito la tortura dei tamponi, che come è stato ufficialmente dichiarato avevano il solo scopo della tortura del dissidente. Noi, il popolo, non abbiamo avuto diritto alla libertà più elementare e che è stata negata dal nostro stesso presidente della Repubblica. Noi, il popolo non abbiamo avuto diritto alla verità più elementare e quindi alla giustizia, perché senza la verità la giustizia non è pensabile, dato che la nostra stessa Corte costituzionale ha mentito, affermando che tutti i provvedimenti presi erano stati presi per evidenze scientifiche. Le evidenze scientifiche sono inesistenti e sono sempre state inesistenti; le evidenze scientifiche sono affermazioni a capocchia di Fauci, che individui laureati in medicina profumatamente pagati per far parte di una congrega ampollosamente chiamata «comitato tecnico scientifico» hanno rilanciato esacerbandole perché governi tragicamente liberticidi abbiano annientato le libertà più elementari. Anche sotto le più micidiali dittature i bambini potevano correre sui prati. Si poteva portare fuori il cane, ma non il bambino. È stato violato il diritto dei bambini di uscire, correre, di sorridere, di vedere il sorriso degli altri e di abbracciarsi. Questo ha scatenato depressioni gravissime che hanno abbattuto i sistemi immunitari. Lei, Elodie, ha fatto sentire la sua voce? Mi sembra di aver capito che lei sia molto preoccupata per i diritti che riguardano l’aborto e il movimento Lgbt. Per favore, può combattere per il mio diritto a non finanziare l’aborto? Basta chiedere alle donne che abortiscono di tenere fede alla promessa fatta decenni fa: «L’utero è mio e me lo gestisco io». Potrebbero gestirlo con i soldi loro, e comunque non con i miei? Io trovo che non ci sia assassinio più squallidino di quello di un bambino massacrato nel ventre di sua madre, per volontà di colei che deve essere il suo primo protettore; sarà un diritto, ma resta una vigliaccata. L’aborto secondo la mia religione è un crimine che grida vendetta a Dio; per altri è un diritto magnifico, questioni di punti di vista. Ma se il mio diritto di non essere economicamente complice è violato, salta il mio diritto alla libertà religiosa. A proposito di punti di vista, lei ha mai visto il bidone dell’aspiratore pieno di testoline, braccine e tutto il resto? Le assicuro che è una vista ripugnante. Ha mai visto all’ecografia il bimbetto (fetino? Grumetto di cellule?) che con le manine cerca di allontanare la sonda che sta per smembrarlo? Che scemino: come se potesse riuscirci! Potreste abortire non coi soldi nostri? Le donne sono in gamba, più del 90% di loro è certamente in grado di procurarsi i 3.000 euro necessari all’aborto: basta fare un mutuo o rinunciare alle vacanze, senza dover gravare sul disastrato sistema sanitario nazionale. Per le altre pensateci voi con una colletta. Vengono rimandati gli interventi di cancro per far posto alla morte dei grumetti di cellule. Se vi battete per il diritto di aborto, pagato e rispettato, anzi ammirato, non dovreste battervi anche per il diritto dei maschi di non pagare gli alimenti, semplicemente perché non ne hanno voglia? Perché un uomo deve portare il peso di un figlio di cui non gli frega niente, se una donna può disfarsene a spese della comunità e con l’ammirazione di Cosmopolitan? Può battersi per il mio diritto a non finanziare né i pride, né i circoli Lgbt? Per ammissione degli stessi siti gay, ad esempio Gay.it, i pride devono essere osceni e blasfemi, cioè devono offendere la morale e religione del popolo. Per ammissione degli stessi padri fondatori, i circoli Lgbt sono una lobby, una lobby costituita da poche centinaia di persone non elette da nessuno che ricevono denaro pubblica attraverso l’Unar e che hanno lo scopo di modificare leggi, costumi, e religione mediante un ringhioso vittimismo e una censura totale. Secondo la mia religione, che lei troverà scema, ma che non è ancora ufficialmente vietata, la sodomia è un peccato che grida vendetta a Dio. Essendo la sodomia un tema divisivo, non sarebbe mio diritto essere esonerata dal finanziarla? I pride sono espressioni delle élite, per calpestare il popolo cioè noi. Noi, il popolo non abbiamo il diritto di non finanziare qualcosa che ci umilia. Ho sentito dire che lei ha fatto un atto terribilmente trasgressivo: far fotografare il suo deretano per il calendario Pirelli. Sono commossa da tanto coraggio, tanta trasgressione. Sono certa che il mondo si fermerà, e sono certa che questo, evidentemente, è l’apogeo della sua vita, il massimo che lei può fare. Sono nata negli anni Cinquanta: ai miei tempi i calendari con le donnine servivano per incoraggiare l’erotismo autarchico. Capisco che oggi siano opere grafiche per combattere il patriarcato che trasforma il corpo femminile in un oggetto. Avrà eroicamente eseguito con giudiziosa attenzione le richieste del fotografo: più indietro il braccio, altrimenti non si vede il capezzolo. Anche io vorrei fare un calendario. Gennaio: il corpo di una donna con la cicatrice del cesareo che osato portare altre sei gravidanze, senza nessuna paura (Rachele, posso contare su di te?). Febbraio: la faccia di Angela Carini massacrata da una narrazione che vince sulla realtà. Marzo: il corpo di una donna del Congo dopo che ha subito lo stupro e la tortura di una trentina di miliziani. Aprile: il corpo di una donna etiope nuda sul lettino operatorio per un addome gonfio di sangue e pus, perché la sua infibulazione ha creato questo disastro che rischia di condannarla a morte, mentre gli avvoltoi si avventano sulle zanzariere attirate dall’odore del sangue marcio che l’operatore sta cercando di far fuoriuscire per salvarle la vita (questa foto ce l’ho già, l’ho fatta io in Etiopia, l’operatore ero io). Maggio: Oriana Fallaci che mostra il capo scoperto a Khomeini, in nome di tutte le donne che non lo possono fare. Giugno: la mia amica di Portici con di fianco il marito e in braccio la bellissima bambina che tutti gli ecografisti e i ginecologi le avevano consigliato di abortire. Luglio: il corpo di una donna iraniana bastonata per non aver portato il velo. Agosto: il corpo di Pamela smembrato in due trolley da uno spacciatore nigeriano, perché quando un popolo non difende le frontiere, sta offrendo al massacro le proprie donne. Settembre: una donna di Gaza incinta e con la cintura di esplosivo, un sistema ideato da Hamas, più «elegante» della lapidazione, per eliminare le adultere. Ottobre: il corpo di una donna cristiana bruciata viva in Nigeria. Novembre: il viso di una donna afgana bruciato con l’acido. Dicembre: la Madonna con il Bambino in braccio e San Giuseppe a fianco, colei che ha cambiato il mondo, dando dignità e libertà alle donne, tutte. Non c’è bisogno che una donna si mostri nuda, come erano costrette a fare le schiave, per chiarire che è libera. La nostra libertà è già stata conquistata.
Diego Fusaro (Imagoeconomica)
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)