2018-09-22
Intrieri all’angolo. L’esperto di Toninelli è pronto a lasciare
Dopo la condanna per bancarotta, emerge l'accusa di sessismo. Il consulente del ministro annuncia l'addio e incolpa i giornalisti.Il M5s gli aveva chiesto di tacere. Ma Gaetano Francesco Intrieri, l'esperto calabrese scelto dal ministro Danilo Toninelli, non ce l'ha fatta e ha esondato ancora una volta sui social. Su Facebook ha vergato un post «in nome del popolo italiano (sic)» e ha messo in guardia «i giornalisti che tanto si interessano a me su mandato dei potenti uomini della comunicazione»: «Tra poco lascerò il ministero, quindi inutile continuare a scrivere scrivere scrivere, ormai tutti sanno che sono un bancarottiere (è stato condannato nel 2017 a 2 anni e 4 mesi in via definitiva, ndr) pieno di difetti, per cui, giusto il tempo di tentare di mettere a posto qualche centinaio di dipendenti Sardi di Air Italy e di aiutare un ministro straordinariamente per bene e pieno di amore per il proprio Paese su due o tre cosucce e me ne andrò sicuro di fare un favore a tanti». Il nostro ha denunciato «una campagna di “sputtanamento" molto costosa per le tasche di chi l'ha ordita ed organizzata» e l'ha collegata ai dossier pesanti di cui si starebbe occupando, da quello sull'Air force Renzi, a quello su Alitalia, Anas e Benetton (anticipati domenica scorsa sulla Verità). Su Twitter Intrieri se l'è presa pure con il docente pavese che ha messo in dubbio il suo master a Boston: «Essere attaccato da questo signore che me ne darà conto in Tribunale insieme ai suoi sodali è davvero una medaglia». Il professore gli ha chiesto di tirare fuori il famoso attestato del Mit («Non è difficile, non faccia il timido»), ma lui non ha scoperto le carte, lasciando molti dubbi anche tra i suoi sostenitori: «Se non lo faccio ho i miei motivi (…) al momento opportuno lo vedrete tutti». Su Facebook, oltre ad annunciare l'addio, ha propinato agli internauti una sorta di autobiografia: «Non sono un Santo né un eroe, ma semplicemente uno che da qualche mese si è messo a lavorare 15 ore al giorno a fianco di una idea (…) Non sono un attivista del M5s, la mia cultura di vecchio romantico comunista con nel cuore Berlinguer e il Che, mi impedisce da circa un trentennio di esprimere alcuna preferenza politica, mi ritrovo al ministero solo per delle coincidenze, perché occorre dirlo, che piaccia o no, con questi giovani ministri armati di passione e di amore infinito verso lo Stato può anche accadere che ti entusiasmi ed inizi a sognare di poter finalmente cambiare le cose». Tutto sarebbe iniziato quando 2 anni fa scrisse un articolo sul bilancio di Alitalia, facendo un'analisi, «che puntualmente si concretizzò nel giro di sei mesi. Fu così che iniziai ad aiutare M5s nella stesura di molti documenti relativi ad interrogazioni parlamentari e denunce per fatti essenzialmente connessi al mio settore, ma anche contribuii nella stesura di un'interrogazione parlamentare riguardante l'acquisizione di Ac Milan con relativi 500 milioni transitati in Italia da paradisi fiscali di primaria importanza». Ed eccoci al calcio, l'altra passione divorante di Intrieri, insieme all'aeronautica. E ne ha anche per la Juve: per lui la dirigenza bianconera fa parte «della categoria dei bari» e rappresenta una «vera lobby politico affaristica nel calcio». Quando scrive, Intrieri, spesso perde il controllo della lingua italiana, ma non solo di quella. Minaccia «shit storm» internettiane contro chi lo contesta e non si fa mancare neppure gli insulti sessisti, come ha scoperto due giorni fa il sito del Fatto Quotidiano, suscitando l'indignazione dell'esperto di Toninelli. Il 12 agosto scorso, la malcapitata Mariagrazia provò a smontare la sicumera del professore invitandolo a farsi «meno canne». E incassò questa elegante risposta: «E tu fai meno pompini». La poveretta ha provato a replicare, dandogli del maleducato. Ma la controreplica del novello monsignor Giovanni Della Casa non si è fatta attendere: «Quindi io mi faccio le canne e lei non può fare i pompini? Mi faccia capire lei può offendere e poi si arrabbia se qualcuno le risponde a brutto muso? Ottimo allora si metta a gambe aperte». A quel punto un amico ha provato ad arginarlo: «Professore le donne si rispettano lo stesso, siamo superiori noi, non scendiamo al loro livello». Ottenendo questa perla di saggezza: «Io amo le donne ed è per quello che amo i pompini, per me non è un'offesa». E ancora: «È lo zimbello che si scopa quella gran puttana di tua mamma». L'ultimo post è una minaccia da brivido: «Ti combino che quella troia di tua madre non ti riconoscerà». Intrieri sui social è incontenibile: insulta, dando loro degli ignoranti e degli incompetenti, tutti quelli che non la pensano come lui e che mettono in dubbio le sue dichiarazioni apodittiche o la sua formazione. Su Twitter, rispondendo a un'onorevole del Pd, è arrivato a sostenere che «chi ha secretato in stile Sud America i contratti di concessione fatti con i Benetton è un assassino». A marzo quando qualcuno pronosticava l'arrivo al Milan del fondo Elliott lui rispose irridente «ma di che finanziamento parliamo ma cosa è questo fondo Elliott dai su (tutto senza punteggiatura, ndr)», salvo poi presentarsi come una specie di portavoce della creatura di Paul Singer. Su Twitter scrisse pure che il suo nemico giurato, l'ex ad del Milan Marco Fassone, avrebbe passato una velina a una giornalista del Corriere della Sera, Arianna Ravelli: «E bravo dottor Fassone. Ma ricorda che Elliott ha un servizio di controspionaggio niente male». Una minaccia a cui ha risposto la stessa Ravelli in queste ore: «Divertente che il consulente del ministro dei Trasporti parlasse di controspionaggio di Elliott e si occupasse delle mie telefonate. Glielo avranno detto al Mit?».Nelle sue battaglie il «vecchio comunista» Intrieri sembra sostenuto dalla cugina Marilina, ex fondatrice dei Ds e deputata dell'Ulivo, passata poi con l'Udeur: «Caro Nuccio, conosco bene le aggressioni di certa stampa prezzolata da chi non vuole essere infastidito da azioni di governo per propri interessi. Il bravo ministro con il quale collabori è fortemente contrastato nelle sue azioni di cambiamento che toccano interessi pesantissimi. Schiena dritta e avanti come sempre, come ci hanno insegnato i nostri genitori». Quello che sorprende è che il ministro Toninelli, intervistato dal programma radiofonico Zelig, a una domanda sui precedenti penali di Intrieri, abbia azzardato questa risposta: «La condanna è per un fatto che ha salvato la società e quindi potrebbe essere equiparabile a un atto di coraggio fatto per non aver fatto andare in mezzo a una strada dipendenti e familiari di questi dipendenti». Peccato che tre gradi di giudizio abbiano raccontato tutta un'altra storia: la compagnia aerea Gandalf è fallita lo stesso, mentre Intrieri ha distratto quasi mezzo milione di euro per pagare propri debiti personali con Banca Intesa. A confessarlo, come abbiamo scritto, è stato lo stesso Intrieri in due diversi ed esaustivi interrogatori davanti al magistrato. Ma Toninelli sembra far finta di non saperlo.