2025-11-01
Intesa mette a segno profitti da record. Messina rassicura: tassa banche gestibile
L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina (Ansa)
L’istituto chiude «i migliori nove mesi di sempre»: utile su del 5,9%. Confermato l’obiettivo ben oltre i 9 miliardi sul 2025.Intesa Sanpaolo chiude i conti a settembre con una scia di numeri record. L’amministratore delegato Carlo Messina aprendo l’incontro con la comunità finanziaria annuncia: «Abbiamo chiuso i migliori nove mesi di sempre». L’utile netto sale a 7,6 miliardi di euro, in crescita del 5,9% rispetto allo scorso anno. Una corsa fatta di commissioni record e di un’attività assicurativa che macina risultati. Il traguardo fissato per il 2025 - oltre i 9 miliardi - non è più una promessa. Davanti alla nuova tassa sulle banche, getta acqua sul fuoco delle polemiche esplose in queste ore: «L’impatto sul risultato netto e sul patrimonio netto è completamente gestibile. E quindi non siamo preoccupati». Ovviamente per quanto riguarda l’aliquota vera e propria bisognerà aspettare fino a quando la legge di bilancio verrà varata dal Parlamento. «Quello che posso dirvi», ha aggiunto l’ad, «è che l’impatto che potremmo avere sia sul risultato netto e sul patrimonio netto è assolutamente gestibile per quanto ci riguarda. Il nostro impegno oggi include anche un possibile impatto derivante da questa tassazione». Tanto più che «Intesa Sanpaolo ha già maturato imposte per circa 4,6 miliardi, pari all’intero importo della misura per l’intero settore prevista in Manovra. È la conferma del contributo straordinario del nostro gruppo alla finanza pubblica e al sostegno dell’economia reale».Cifre che raccontano più di molte parole l’impegno a vantaggio del territorio. Messina ricorda che nei primi nove mesi Intesa ha erogato 42,7 miliardi di euro a famiglie e imprese italiane, il 40% in più rispetto all’anno precedente, e 63,4 miliardi complessivi a livello di gruppo. «È la prova della nostra vicinanza al tessuto produttivo e alle comunità locali», sottolinea. Non solo utili, dunque, ma un modello che si muove sulla lunghezza d’onda del Paese. Nei primi nove mesi il gruppo ha consolidato programmi a favore di famiglie e territori contribuendo alla creazione di valore per tutti gli stakeholder. Inoltre la banca ricorda che 2.050 aziende sono state riportate in bonis, contribuendo a preservare circa 10.250 posti di lavoro. Dal 2014, il totale delle imprese salvate supera le 146.000 unità, per un impatto complessivo di circa 730.000 posti di lavoro tutelati. Numeri che raccontano un’Italia che funziona, e non grazie ai decreti. Anche i dividendi fanno scuola: 5,3 miliardi di euro maturati nei nove mesi, di cui il 35% – quasi 2 miliardi – finiranno nelle tasche delle famiglie italiane e delle Fondazioni azioniste. «Risorse che assumono particolare significato per le ricadute positive sui territori, anche grazie ai programmi delle Fondazioni nostre azioniste», osserva l’amministratore delegato. Il motore delle commissioni cresce del 5,1%, mentre gli interessi netti arretrano del 6,8%. Il gruppo punta molto sull’industria del risparmio, con 17.100 consulenti che diventeranno 20.000 entro il 2027, e fabbriche di prodotto assicurative e di asset management interamente controllate. Il risparmio affidato alla banca supera i 1.400 miliardi di euro, +33 miliardi in dodici mesi.Il patrimonio è robusto. L’indicatore patrimoniale al 13,9% è sopra le attese degli analisti e ben oltre le soglie richieste dalla Bce. Il costo del rischio resta ai minimi storici, in linea con lo status – ormai consolidato – di «banca a zero Npl» come ripete Messina agli analisti.Intesa non si limita a fare banca: ridistribuisce valore. Il consiglio d’amministrazione ha approvato un acconto dividendi da 3,2 miliardi sui risultati 2025. «Per l’intero anno restituiremo circa 8,3 miliardi ai nostri azionisti, includendo l’interim dividend che sarà pagato a novembre», ricorda Messina. E sul capitale in eccesso, mette subito i paletti: «Non sarà usato per fusioni e acquisizioni. L’eccesso di capitale è dei nostri azionisti». Insomma Intesa continua a tenersi fuori da quello che lo stesso Messino ha definito il «far west» delle banche con la girandola di acquisizioni e fusioni in corso.Gli analisti i applaudono. Per JP Morgan i risultati sono «solidi», Morgan Stanley parla di un trimestre «leggermente migliore del previsto», mentre Deutsche Bank si chiede retoricamente: «Cos’altro si poteva chiedere?».In Borsa, però, scattano le prese di beneficio: il titolo chiude in calo del 2,23% a 5,58 euro, un movimento tecnico dovuto al riallineamento con l’Euro Stoxx Banks, dopo settimane di performance superiore all’indice. A febbraio arriverà il nuovo piano d’impresa e una politica dei dividendi «più competitiva», promette Messina. La banca di sistema, come ama definirla si conferma l’infrastruttura finanziaria del Paese.
Edmondo Cirielli (Imagoeconomica)
Il palazzo dove ha sede Fratelli d'Italia a Parma
Marcello Degni. Nel riquadro, Valeria Franchi (Imagoeconomica)
Giuliano Pisapia, Goffredo Bettini, Emma Bonino e Anna Paola Concia (Ansa)