2025-10-06
Sandro Mazzola: «Non demoliranno l’effetto San Siro»
Sandro Mazzola (Getty Images)
L’ex campione nerazzurro: «Il Meazza ha fatto la storia del calcio e questa deve continuare anche nel nuovo impianto. C’è un derby tra chi vuole abbatterlo e chi no. Ma i tifosi lì dentro ci spingevano a dare il massimo». Ci sono Inter e Milan che vogliono abbattere lo stadio Meazza di Milano per ricostruirne uno nuovo con corollario di edifici che vanno oltre lo sport. E poi c’è lui, Sandro Mazzola, 82 primavere. Dalla sua casa di Vedano al Lambro, a due passi da Monza, si smarca dall’ovvietà di un discorso con lo stesso piglio con cui saltava l’uomo, nella Grande Inter e con l’italica casacca azzurra. Più di cinquant’anni spesi per il calcio che, a differenza sua, òa mezzala che contribuì a costruire la leggenda di Helenio Herrera e Angelo Moratti, tanto è cambiato nel corso degli anni.Allora, Mazzola, il Comune di Milano ha venduto a Milan e Inter San Siro. Lo stadio dei suoi trionfi, dei suoi gol. Secondo il Masterplan consegnato a Palazzo Marino lo scorso marzo, il Meazza sarà abbattuto e sarà costruito un nuovo impianto nelle vicinanze. Che cosa ne pensa? «Ne terranno un pezzo, giusto?».Sì, dovrebbe rimanere una testimonianza. «Almeno questo, penso che sia giusto lasciare una traccia che lo ricordi».Milano perde un simbolo: secondo lei era inevitabile? Oppure si poteva fare qualcosa in più per tenerlo in piedi? «Non lo so, è difficile dirlo, bisogna essere dentro al processo. Quello che rimane, però, è che Inter e Milan hanno vinto dentro quello stadio, San Siro. Ed è importante che rimanga la memoria almeno di questo aspetto. E penso proprio che rimarrà».I milanesi e anche gli ex giocatori nerazzurri e rossoneri sono divisi: c’è chi dice che è il progresso che avanza e che non c’era altra soluzione alla demolizione e chi, invece, è affezionato al «suo» stadio e vorrebbe un destino diverso per «lo stadio più bello del mondo». «Non lo so chi ha ragione, davvero. È un bel match, anzi è proprio un derby. Ma non so chi abbia ragione».Lei ci ha giocato dentro quello stadio, ha segnato e ha trionfato. Che cosa ricorda di quegli anni? «Tutto mi ricordo, specialmente all’inizio. Era una cosa fantastica: quando entravi in quello stadio ti sembrava di essere arrivati alla fine del mondo, era una sensazione bellissima».Per un giocatore, scendere in campo a San Siro è il massimo: il calore e la passione del pubblico si fanno sentire. «Li sentivi subito, appena mettevi piede in campo. Faceva un effetto incredibile essere lì dentro. Appena entravi lo sentivi. Quando eravamo negli spogliatoi a cambiarci, ci appariva tutto tranquillo, nella norma. Ma appena uscivamo fuori dal tunnel del sottopassaggio, iniziava un’altra storia. Non sapevamo che cosa sarebbe successo».Vi ha aiutato a vincere le partite, l’affetto dei vostri tifosi? «Quando inizia la partita, non capisci più niente, non ti ricordi più niente. Vai, parti, corri, sei pronto a dare tutto. E cerchi di parlare con il pubblico, con le migliaia di persone che sono assiepate sugli spalti per tifare la tua squadra, con i gol, con un’azione, con un dribbling».Il giocatore «risponde» al pubblico con i fatti. «Eh sì, è l’unico strumento che ha per parlarci assieme».Va bene, scendere in campo e giocare in una bolgia come San Siro è un’esperienza unica. Ma che succede, invece, quando uno segna? «È un’emozione fantastica, incredibile, difficile da spiegare. Ti senti come se fossi libero. Hai fatto quello per cui eri entrato in campo. Corri verso i compagni, fai il giro del campo correndo, festeggi con la tua squadra: è la fine del mondo. E il pubblico è lì a giocare con te, in campo con te in quel momento».E gli avversari? Che effetto faceva San Siro ai vostri avversari? «Se la facevano addosso (ride, ndr)».Per tutto l’insieme? lo stadio, i tifosi, i cori, le scenografie....? «No, perché vedono la maglia nerazzurra, capiscono contro chi devono giocare e questo li fa sentire tutti “strani”, gli mette addosso tanta paura».Cosa succederà, adesso, con il nuovo stadio? Questo «effetto San Siro» continuerà anche con il nuovo impianto? «Lo spero tanto, finché non lo vediamo realizzato non lo possiamo sapere. Penso, però, che andrà proprio così. Il Meazza ha fatto la storia del calcio e questa storia deve continuare anche nel nuovo stadio».L’augurio è che almeno per altri 100 anni, Inter e Milan possano giocare in una «casa» altrettanto vincente. «Sicuramente per l’Inter, quell’altra non so che squadra sia...».
Una foto di scena del fantasy «Snowpiercer» con Chris Evans e Tilda Swinton firmato dal coreano Bong Joon. Nel riquadro una tavola del fumetto