2025-10-06
Il pollo arrosto è crunchy. Musica per le orecchie ma soprattutto per il palato
In Italia si sta diffondendo l’inglesismo che indica non solo la croccantezza della carne nella sua interezza, ma anche una percezione che va oltre il gusto. È il «sesto senso».Si è tenuto il 2 ottobre il Pollo Arrosto Day, ormai alla sua nona edizione, la giornata di celebrazione del piatto tanto amato dagli italiani, accompagnata ora abitualmente da una grande maratona social che crea una vera e propria rete di festa collettiva dei pollo arrosto lovers. Pollo Arrosto Day, la giornata organizzata da Unaitalia (l’associazione dei produttori di carni bianche), il 2 ottobre di ogni anno celebra il secondo di carne più amato dagli italiani. Quella di pollo è la carne più acquistata (44% della spesa, dati Ismea), consumata dal 76,6% dei connazionali almeno una volta alla settimana nel 2025 (la metà, due o più volte, dati AstraRicerche 2025, ricerca realizzata ad agosto 2025 in modalità Cawi tramite 1.002 interviste online su un campione di 18-70enni residenti in Italia).Il tema di questo Pollo Arrosto Day 2025 è stato la croccantezza del pollo arrosto. La croccantezza è una consistenza caratteristica del cibo da mordere, amata veramente da tutti o quasi, sia quando a «crunchare» è il pollo arrosto, sia quando lo è altro (pensiamo alla crosticina della lasagna, al dadino di cioccolata, alla mandorla pralinata, alla carota cruda). Secondo l’indagine AstraRicerche per Pollo Arrosto Day 2025, 8 italiani su 10 amano il croccante, anche detto crunchy in lingua inglese. In Italia diciamo crunch e crunchy, che sarebbero parole inglesi, per intendere croccante, in inglese croccantezza si dice crunchiness e il verbo to crunch significa sgranocchiare. Il verbo italiano crunchare, che si sente usare sempre più spesso, è un prestito linguistico dall’inglese to crunch ma con traslitterazione dal soggetto all’oggetto e significa essere croccante, fare croc. La pizza che cruncha è quella che produce un croc quando si morde, quella che è sgranocchiabile. Tutti questi lemmi si diffondono sempre di più nello Stivale perché si diffonde oltre i gastrofili la consapevolezza e l’analisi di tanti aspetti del cibo. Quella che un tempo, e in pochi, chiamavamo crosticina, usando termini come crunch & co. diventa una caratteristica che si attribuisce non più a una parte della pietanza, ma a tutta la pietanza: prima dicevamo «Mi piace la crosticina della lasagna!», oggi diciamo «Buona questa lasagna crunchy!».Si tratta di una sineddoche, non esaltiamo più la crosticina della pizza, per esempio, la crosticina del pollo arrosto, ma diciamo che quella pizza, che quel pollo, interi, sono crunchy. Possono parere questioni di lana caprina, ma quella dell’apprezzamento del crunchy è una vera e propria tendenza in salita: 8 su 10 definiscono l’elemento croccante «come una sensazione specifica che dà qualcosa in più rispetto al gusto, al profumo, al suono e alla sensazione tattile: uno stimolo a un “sesto senso”» e l’80,3% dichiara di scegliere un piatto con più interesse se c’è una parte croccante. Il crunch, insomma, attira. Oltre la metà (57%) del campione intervistato sceglie più cibi croccanti che in passato. Per oltre la metà degli italiani (52,6%), inoltre, il crunch-crunch del pollo arrosto assieme alle patate croccanti suscita immediatamente desiderio e acquolina in bocca, più della crosta di pane appena tagliata (46,1%) e più del gorgoglio del caffè preparato nella moka (44,7%) o dell’olio che frigge in padella (37,5%).E il pollo è tra i 5 cibi croccanti preferiti. Il segreto non è solo nelle patate, l’abbinamento preferito degli italiani per il pollo arrosto (76%), ma nella pelle: il suo grasso crea una caramellizzazione in contrasto con la morbidezza della carne, ritenuta irresistibile per il 35% dei connazionali. Ben il 47,7% mangia, infatti, il pollo arrosto sempre con la pelle, proprio perché la ritiene la parte più croccante e appetitosa.Perché amiamo quel «crunch effect» che sempre più spesso andiamo cercando nelle pietanze? Si tratta, innanzitutto, di un fenomeno, pensate, rilassante. Mangiare godendosi il suono del cibo che prima mordiamo e, appunto, spezziamo con la nostra dentatura, fa «crunch», e poi ascoltare il suono della nostra masticazione di un boccone croccante (ancora altri «crunch») rilassa i nervi e ci dà l’impressione di «mangiare di più», di mangiare qualcosa di più consistente proprio perché il cibo croccante richiede alla nostra masticazione un maggiore impegno per ridurre il boccone a bolo da ingoiare. Per questo motivo amiamo il torrone duro più del torrone morbido e, per dire, gli ingredienti del torrone preparati in modo da ottenere un torrone liquido, da bere. Amiamo i semi oleosi e la frutta secca come noci e nocciole per questo motivo e sempre per questo motivo amiamo gli yogurt addizionati di granella di nocciole o granola (forniti rigorosamente a parte, nella confezione, per mescolare i due ingredienti, quello crunchy e quello cremoso, solo un attimo prima di mangiare, poiché se la granella croccante fosse posta già direttamente nello yogurt dal produttore, perderebbe la sua croccantezza poco dopo).Insomma, quella crunchy è una pietanza che ci si gode di più, anche perché per mangiarla si fatica di più. Nel caso specifico del pollo arrosto crunchy, per 6 italiani su 10 il crunch del pollo arrosto genera appagamento e soddisfazione: quasi un terzo sostiene che questo piatto fornisce maggiore sazietà rispetto agli altri cibi croccanti (33,2% contro il 27,3%). Inoltre, circa 4 italiani su 10 sostengono che il pollo arrosto è il loro comfort food proprio perché adorano la croccantezza della pelle, che rimane la parte preferita (35,3%). Torniamo al crunch factor: ci spiega la scienza, dice Unaitalia, che il cibo ammalia tutti i sensi perché non è costituito solo da odore, vista, sapore, consistenza (in questo caso, appunto, crunchy), ma anche dal suono. Il rumore della masticazione può raggiungere anche i 63 decibel, più del suono prodotto da una normale conversazione (60 decibel) e del fruscio delle foglie (20 decibel).La scienza ha persino analizzato le frequenze audio di alcuni cibi croccanti: i più friabili (crispy) vengono di solito assaporati con gli incisivi e producono un suono più acuto; i croccanti (crunchy) invece con i molari che li fanno suonare su toni più bassi e profondi. Il croccante, quindi, è musica per i sensi e influenza il nostro rapporto con il cibo. Ogni prodotto che si può sgranocchiare richiede un tempo maggiore di masticazione e ciò consente un incremento della consapevolezza e del piacere nel consumo di cibo, come abbiamo già visto. Non a caso, quasi il 65% degli italiani collega al croccante appagamento e soddisfazione, il 61,4% a gioia e allegria, il 48,3% a relax e distensione. Non solo musica per i sensi, il croccante è anche un antistress naturale: secondo una ricerca condotta dall’Università americana Ball State University, la croccantezza dei cibi porta effetti benefici anche sulle persone stressate. Assaporare cibo croccante porterebbe a un aumento della produzione di serotonina che ha un effetto calmante e rilassante sulla psiche. Croccante è sano: per Charles Spence, psicologo sperimentale dell’Università di Oxford, qualsiasi prodotto gustoso e croccante viene elaborato dal nostro cervello come sano. Il crunch, inoltre, ha un grande potere «dimagrante»: uno studio della Brigham Young University e della Colorado State University, pubblicato sulla rivista americana Food quality and preference, ha evidenziato come la masticazione di cibi croccanti riduca del 30% l’assunzione di calorie.Abbiamo detto che il pollo arrosto è nei primi 5 cibi croccanti preferiti. Vediamo la classifica. Nella classifica dei comfort food salati crunchy prediletti conquistano il primo posto, con il 29% delle preferenze, le fritture: verdure, frittelle, fiori di zucca e pollo fritto, sono irresistibili per chi cerca il piacere del croccante. D’altronde, si dice che buona sia fritta anche una ciabatta e parte del piacere del fritto risiede proprio nella sua panatura o pastellatura croccante. A seguire ci sono le patatine fritte/in busta (17,4%). Un tempo più che crunch l’onomatopea era crick e crock, la parola croccante è un’onomatopea essa stessa. Da crock, infatti, una nota marca di chips di patate in busta ha fatto dei lemmi crick crock il nome del prodotto. Segue poi un grandissimo classico, la bruschetta (15,1%), un altro classico (locale) sempre della panificazione ovvero la pizza romana scrocchiarella (11,9%) e il pollo arrosto (10,7%).Colpisce che gli italiani considerino il pollo arrosto ben oltre altri alimenti che avremmo considerato ugualmente o più crunchy e che sono le noccioline (8,8%) e popcorn (6,7%). Il crunchy, anzi, un super crunchy, in questo Pollo Arrosto Day 2025, è stato anche il tema di una ricetta e di una performance, «Il Pollo Arrosto suona bene». Per la prima volta il «maestro della brace» Errico Recanati (ristorante Andreina, 1 stella Michelin, considerato tempio della sperimentazione delle cotture con il fuoco e allo spiedo e tra i più antichi d’Italia) è salito sul palco con i Food ensemble (il gruppo che ha inventato il «concerto che puoi mangiare») per cucinare insieme e, pensate, campionare e mixare il suono della ricetta croccante perfetta - cracker di pollo in potacchio e aglio affumicato - per una sound experience unica incentrata sull’effetto crunch. La performance ha trasformato i suoni della ricetta - il fruscio degli ingredienti, il rumore delle preparazioni e il crunch del pollo arrosto - in un concerto di musica elettronica dal sound unico (si può rivedere sulla pagina Facebook di www.vivailpollo.it).La maratona social della giornata è stata aperta da Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, che ha dichiarato: «Il Pollo Arrosto Day è un’occasione per scoprire trend e curiosità su una carne 100% made in Italy, che piace al 94% delle famiglie per le sue proprietà nutrizionali, il gusto e la versatilità di preparazione, che può spaziare da versioni healthy a quelle più appetitose e crunchy. Oggi le carni bianche sono sempre più apprezzate dagli italiani: il 2024 ha visto gli acquisti domestici in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente. Un trend confermato anche dal primo trimestre 2025, con un +5,7% rispetto all’anno precedente». Lo chef Errico Recanati ha dichiarato: «Il mio piatto per il Pollo Arrosto Day, il cracker di pollo in potacchio e aglio affumicato, è tutto incentrato sulla croccantezza della pelle. Per me è la parte più buona del pollo, che viene esaltata pienamente dalla nostra cottura alla brace: così la pelle diventa gonfia e croccantissima. Il pollo arrosto con l’intingolo del classico potacchio “marchigiano” è il mio piatto della memoria: una ricetta storica del ristorante, con i sapori che amo, come l’aglio, il rosmarino e l’olio. Basta schiacciarne la pelle super croccante per scoprire la morbidezza del potacchio».Per Recanati la croccantezza è un elemento chiave: «Convoglia l’attenzione sul piatto, sulla masticazione e permette di gustare al meglio i sapori». Quella perfetta si ottiene con una serie di accorgimenti: la maturazione nelle celle, l’uso dei grassi, la massaggiatura, l’affumicatura del pollo con l’uso sapiente del calore della brace e il ripassaggio in griglia. «La brace, in questo, è fondamentale: occorre trovare la giusta distanza per avere la massima resa e qualità», conclude Recanati.
Sandro Mazzola (Getty Images)
Una foto di scena del fantasy «Snowpiercer» con Chris Evans e Tilda Swinton firmato dal coreano Bong Joon. Nel riquadro una tavola del fumetto