2025-10-06
Caro Tridico, ha fatto una campagna da ridere
Caro Pasquale Tridico, caro candidato alla presidenza della Calabria, le invio questa cartolina per farle i complimenti: lei ha vinto. Nel momento in cui scrivo, per la verità, non so se abbia vinto le elezioni. Ma di sicuro ha vinto la campagna elettorale. Mai nessuno, infatti, è riuscito a farci divertire come lei.Ha cominciato con un manifesto elettorale che diceva: «La destra ha paura perché sanno…» riuscendo a mettere insieme due errori (il verbo e l’accento) in sei parole. Poi ha dimostrato di avere contezza della Regione che si è candidato a governare a tal punto da non conoscere il numero delle province (ha detto tre, ma sono cinque) né il nome delle città (Bagnaro Calabro anziché Bagnara Calabra) né i suoi siti culturali (dov’è la grotta del Romito? Mah…). Ha anche collocato il comune di Diamante sulla Costa degli Dei, cioè a 150 chilometri di distanza da dov’è realmente. Del resto uno come lei, da sempre cittadino del mondo, può forse essere limitato nei confini di Cosenza o Catanzaro? Quando il 21 settembre la segretaria Pd Elly Schlein è scesa in Calabria per sostenerla, lei non c’era. «È il mio compleanno, festeggio a Bruxelles», s’è vantato. E la cosa non potrà che averle attirato il voto convinto di molti cittadini calabresi. Non il suo, purtroppo, che cittadino calabrese non è. E dunque non ha potuto votarsi.Va detto che alcune immagini della sua campagna elettorale non sono state un granché: il suo van posteggiato contromano e sulle strisce pedonali, un mercato tutto vuoto…. Per compensare ha deciso di farsi sostenere da un intellettuale morto (dicendo che però era un suo cugino omonimo), e poi ha candidato una professoressa tenera con le Br e un ex sindaco che però non era candidabile. Infine, nel rush conclusivo, s’è travestito da Pasquale La Qualunque promettendo in serie: l’assunzione di 7.000 forestali, l’assunzione di 3.000 addetti alla cultura, la costruzione di 30 ospedali, 500 euro cash agli universitari, l’abolizione del bollo auto e naturalmente il reddito di regionalanza, versione calabrese del reddito di cittadinanza. Mancava solo il mitico «porteremo navi cariche di pilu» e poi avrebbe superato Cetto sulla via del qualunquemente.Originario di Scala Coeli (Cosenza), 50 anni compiuti il 21 settembre scorso, figlio di un papà guardiano di vacche e di una mamma casalinga, lei, caro Tridico, impersona la classica storia dell’emigrante di successo, dalla valigia di cartone all’università del Sussex. «Non fosse stato per il welfare avrei fatto il lavapiatti», ha detto. I piatti, per loro fortuna, si sono salvati, noi no. Come presidente dell’Inps infatti è diventato famoso per il reddito di cittadinanza (mal gestito), per il crash del sito nel giorno dei bonus da 600 euro (aprile 2020) e per l’aumento del suo stipendio, che di botto è stato moltiplicato per tre, costringendoci a chiamarla non più Tridico ma Triplico. Poi, come tutti i tecnici che si rispettano, s’è guadagnato una poltroncina ben remunerata al parlamento di Bruxelles, da dove ha tentato la scalata alla regione Calabria, sempre ammesso che riesca a trovarla sulla cartina geografica. Noi naturalmente speriamo che lei possa vincere così ci regalerà altro buonumore, ma ci resta un dubbio: in caso di vittoria, festeggerà a Bruxelles o a Bagnaro Calabro?
Francesco Paolo Capone (Imagoeconomica)
Silvia Sardone (Imagoeconomica)
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