{{ subpage.title }}

Caro Tridico, ha fatto una campagna da ridere

Caro Tridico, ha fatto una campagna da ridere
Pasquale Tridico (Ansa)

Caro Pasquale Tridico, caro candidato alla presidenza della Calabria, le invio questa cartolina per farle i complimenti: lei ha vinto. Nel momento in cui scrivo, per la verità, non so se abbia vinto le elezioni. Ma di sicuro ha vinto la campagna elettorale. Mai nessuno, infatti, è riuscito a farci divertire come lei.

Ha cominciato con un manifesto elettorale che diceva: «La destra ha paura perché sanno…» riuscendo a mettere insieme due errori (il verbo e l’accento) in sei parole. Poi ha dimostrato di avere contezza della Regione che si è candidato a governare a tal punto da non conoscere il numero delle province (ha detto tre, ma sono cinque) né il nome delle città (Bagnaro Calabro anziché Bagnara Calabra) né i suoi siti culturali (dov’è la grotta del Romito? Mah…). Ha anche collocato il comune di Diamante sulla Costa degli Dei, cioè a 150 chilometri di distanza da dov’è realmente. Del resto uno come lei, da sempre cittadino del mondo, può forse essere limitato nei confini di Cosenza o Catanzaro? Quando il 21 settembre la segretaria Pd Elly Schlein è scesa in Calabria per sostenerla, lei non c’era. «È il mio compleanno, festeggio a Bruxelles», s’è vantato. E la cosa non potrà che averle attirato il voto convinto di molti cittadini calabresi. Non il suo, purtroppo, che cittadino calabrese non è. E dunque non ha potuto votarsi.

Mars 3: i sovietici e il «pianeta rosso»
Francobollo sovietico commemorativo delle missioni Mars del 1971 (Getty Images)

Nel 1971 la sonda sovietica fu il primo oggetto terrestre a toccare il suolo di Marte. Voleva essere la risposta alla conquista americana della Luna, ma si guastò dopo soli 20 secondi. Riuscì tuttavia ad inviare la prima immagine del suolo marziano, anche se buia e sfocata.

Continua a leggereRiduci
Il presidente torna dal giro in Francia, Grecia e Spagna con altri missili, caccia, radar, fondi energetici. Festeggiano i produttori di armi e gli Stati: dopo gli Usa, la Francia è la seconda nazione per export globale.

Il recente tour diplomatico di Volodymyr Zelensky tra Atene, Parigi e Madrid ha mostrato, più che mai, come il sostegno all’Ucraina sia divenuto anche una vetrina privilegiata per l’industria bellica europea. Missili antiaerei, caccia di nuova generazione, radar modernizzati, fondi energetici e contratti pluriennali: ciò che appare come normale cooperazione militare è in realtà la struttura portante di un enorme mercato che non conosce pause. La Grecia garantirà oltre mezzo miliardo di euro in forniture e gas, definendosi «hub energetico» della regione. La Francia consegnerà 100 Rafale F4, sistemi Samp-T e nuove armi guidate, con un ulteriore pacchetto entro fine anno. La Spagna aggiungerà circa 500 milioni tra programmi Purl e Safe, includendo missili Iris-T e aiuti emergenziali. Una catena di accordi che rivela l’intreccio sempre più solido tra geopolitica e fatturati industriali. Secondo il SIPRI, le importazioni europee di sistemi militari pesanti sono aumentate del 155% tra il 2015-19 e il 2020-24.

Ilva chiusa da mesi ma è tutta colpa di un errore umano
Imagoeconomica
Altoforno 1 sequestrato dopo un rogo frutto però di valutazioni inesatte, non di carenze all’impianto. Intanto 4.550 operai in Cig.

La crisi dell’ex Ilva di Taranto dilaga nelle piazze e fra i palazzi della politica, con i sindacati in mobilitazione. Tutto nasce dalla chiusura dovuta al sequestro probatorio dell’altoforno 1 del sito pugliese dopo un incendio scoppiato il 7 maggio. Mesi e mesi di stop produttivo che hanno costretto Acciaierie d’Italia, d’accordo con il governo, a portare da 3.000 a 4.450 i lavoratori in cassa integrazione, dato che l’altoforno 2 è in manutenzione in vista di una futura produzione di acciaio green, e a produrre è rimasto solamente l’altoforno 4. In oltre sei mesi non sono stati prodotti 1,5 milioni di tonnellate di acciaio. Una botta per l’ex Ilva ma in generale per la siderurgia italiana.

Mondiali 2026, il cammino dell'Italia: Irlanda del Nord in semifinale e Galles o Bosnia in finale
Getty Images

Gli azzurri affronteranno in casa l’Irlanda del Nord nella semifinale playoff del 26 marzo, con eventuale finale in trasferta contro Galles o Bosnia. A Zurigo definiti percorso e accoppiamenti per gli spareggi che assegnano gli ultimi posti al Mondiale 2026.

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy