2025-07-25
Ranieri Guerra: «All’Oms qualcuno teme le mie dichiarazioni»
Parla l’ex direttore vicario dell’Organizzazione: «La lettera inviata alla commissione prima della mia audizione? Forse c’è una convergenza di interessi per evitare che io parli. Mi sento un parafulmine. Ma tacere va contro la mia etica personale».Ranieri Guerra è una personalità piuttosto nota ai lettori della Verità. È stato direttore generale dell’ufficio di Prevenzione del ministero della Salute, e direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità. E nei giorni del Covid ha affiancato - almeno nel periodo iniziale - il governo italiano per conto dell’Oms. Sono note anche le polemiche pesanti che lo hanno coinvolto, sfociate anche in indagini. Nei giorni scorsi Guerra è stato sentito dalla commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione della pandemia, ma prima che si presentasse l’Oms ha inviato al presidente Marco Lisei una lettera (che Lisei ha definito «irrituale») con cui ha sostanzialmente cercato di bloccare l’audizione. Dottor Guerra, perché l’Oms ha cercato di impedire la sua audizione?«L’Organizzazione mi ha semplicemente inviato una lettera ricordandomi che sono vincolato da una clausola di riservatezza, contrattuale, anche se ho lasciato l’Oms ormai da oltre quattro anni, precisando che non posso utilizzare alcuna informazione o elemento di conoscenza acquisito o rilevato durante i miei anni di servizio. Da un lato, si tratta di un’applicazione standard del contratto; dall’altro, contrasta con la libertà di espressione e con la mia visione etica della professione».Insomma le hanno chiesto di tacere. «Il contratto contrasta con la trasparenza e il dovere professionale nei confronti della popolazione e dell’autorità costituita. Ho aderito tempestivamente alla convocazione della Commissione, ritenendo prevalenti il diritto alla difesa e alla trasparenza. Quindi prima del presidente Lisei - in forma ufficiale - ho risposto all’Oms, partecipando all’audizione con serenità e rispondendo a tutte le domande nei limiti delle mie competenze e conoscenze».Ha detto che è normale per un contratto di lavoro prevedere riservatezza. Però volevano impedirle anche di difendersi, di rispondere alle contestazioni. Mi chiedo: cosa temeva l’Oms? Che lei rivelasse responsabilità di altri? Sarò diretto: ho la sensazione che lei sia stato usato come capro espiatorio, non solo dall’Oms ma anche da qualcuno all’interno del governo. Mi viene il sospetto che abbiano inviato quella letterina per evitare che lei parlasse alla commissione, affinché non dicesse cose scomode per qualcuno.«È proprio il sospetto che ho avuto anche io. Inoltre, c’è in corso da cinque anni una mia denuncia interna nei confronti di alcuni colleghi e di certe persone nell’ente, per comportamenti non eticamente coerenti. Ho cercato di far ripartire quel processo, che era stato sepolto, utilizzando tutti i canali: prima quello interno e poi il tribunale dell’Agenzia internazionale del lavoro. Se c’è stata una convergenza di interessi per scaricare responsabilità su di me? Può essere. Ma io ho agito diversamente: lo dimostra la mia partecipazione alla audizione davanti alla commissione, che ha avuto un comportamento corretto e ha formulato domande puntuali. Ho risposto fino a dove potevo, per quanto conoscevo. Non è che non avessi nulla da dire: semplicemente, non sapevo tutto».Allora entriamo nella grande questione: il piano pandemico. Sappiamo che non era aggiornato. Poteva comunque essere attivato? Perché non è stato fatto? Qualcuno le ha detto di tacere su questo?«La prima offerta al governo fu un supporto per sviluppare un piano di comunicazione istituzionale efficace: la comunicazione è essenziale in crisi, altrimenti entrano in gioco fake news e complottismi. Era consigliato fin dal vecchio piano pandemico, all’inizio dell’allerta. Dopo la mia uscita dal ministero, nel novembre 2017, ci furono linee guida europee per l’aggiornamento dei piani pandemici. Il mio successore, Claudio D’Amario, basandosi su un mio appunto, propose già nell’agosto del 2018 di aggiornare il piano. A settembre 2018 chiese la costituzione di un team multiprofessionale. A gennaio 2019 la proposta di aggiornamento fu presentata al ministro Grillo. A fine 2019 la bozza era pronta, ma rimase bloccata fra il gabinetto e l’allora capo della segreteria tecnica, Bissoni».Quindi il ministro Giulia Grillo bloccò tutto?«Secondo D’Amario, sì: Grillo respinse la bozza. Dopo il cambio di ministro, la bozza si impantanò e non fu portata avanti né da Grillo né da Speranza».Curioso: Speranza negava che il piano non fosse aggiornato e negò pure che servisse...«Nel 2017 era in vigore solo il rapporto interinale Oms del 2013, aggiornato nel novembre 2017. Poco dopo, furono pubblicate linee guida europee adeguate, rinnovabili nel 2018-2019 e applicabili in due anni. Tecnicamente, il ministro era circondato da una task force qualificata (tra cui Brusaferro dell’Iss e Miozzo del Cts), ma pare che nessuno di loro abbia letto il vecchio piano fino al maggio 2020, quando la pandemia era già in fase avanzata. Questa cosa mi ha molto stupito».Interessante. Mi pare che fu il dottor Ippolito dello Spallanzani, in una delle prime riunioni della task force Covid di Speranza, a suggerire l’attivazione del piano pandemico. Lei sta dicendo che non lo avevano nemmeno letto. «Confermo. La sollecitazione di Ippolito fu seguita da Francesco Maraglino: l’11 febbraio avrebbe inviato il testo del vecchio piano a tutti i membri della task force e del Cts. Ma nessuno lo ha preso in mano, perché - diciamo - sono stati travolti dagli eventi».Ci si aspetterebbe in realtà che i professionisti non si facessero travolgere. Ma andiamo avanti. Le chiedo: qualcuno l’ha usata come paravento per scaricare responsabilità politiche? Ha assunto colpe che non erano sue?«Mi sembra una domanda retorica, se permette…».Dipende, è retorica solo se la risposta è affermativa... Ho la sensazione che l’abbiano usata come parafulmine. «È evidente. Nei procedimenti in cui sono stato implicato - anche quando la Procura di Bergamo ha inviato una rogatoria internazionale all’Oms - l’Oms ha risposto, dimostrando la veridicità delle mie affermazioni. Eppure questo non è stato reso noto. In compenso mi hanno rivolto accuse di ogni tipo».