2025-03-29
«Il Giubileo? Calma con i facili entusiasmi e tutte le previsioni di un boom turistico»
Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca (Imagoeconomica)
Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «Memori del 2000, non crediamo ai dati ipotizzati. Al momento la stagione va come l’anno scorso».Bernabò Bocca, torinese di nascita ma fiorentino d’adozione, è da 35 anni presidente del gruppo Sina Hotels, di proprietà della sua famiglia, catena di 11 alberghi nelle principali città italiane, 500 dipendenti, 72 milioni di fatturato.Da 25 anni, presidente di Federalberghi.Da 20, cavaliere del lavoro della Repubblica.Da due, presidente della Fondazione CR Firenze.Da uno, vicepresidente dell’Acri, l’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio, con delega agli affari europei.Da sempre, tifoso della Juventus (nessuno è perfetto). Lo incontriamo al termine del primo trimestre 2025, in vista delle festività pasquali che richiameranno - per il Giubileo - tanti fedeli a Roma (città in cui Bocca vive).Intanto ci dica come sono andate le vacanze sulla neve.«Bene. Hanno riguardato oltre 8 milioni di persone, 6 milioni delle quali hanno fatto la classica settimana bianca. Scegliendo l’Italia nel 96% dei casi. Un giro d’affari di 5,8 miliardi di euro, che reputo soddisfacente, tenuto conto degli elementi che giocavano potenzialmente contro. Non ci sono state grandi nevicate. Il costo della vita per le famiglie è aumentato. In più, nella seconda metà del mese di aprile, tra Pasqua, festa della Liberazione e primo maggio, la possibilità di “ponti” anche lunghi ha forse indotto alcuni nostri connazionali a programmare le vacanze più tardi. Ciò nonostante, il bilancio è positivo. Con l’albergo che rimane l’alloggio preferito per oltre il 36% dei vacanzieri». Allora perché date l’impressione, come categoria, di avere sempre un lungo elenco di lamentazioni da sottoporre alla politica, a livello locale e nazionale, in tema di affitti brevi, overtourism e ticket d’ingresso nelle grandi città d’arte?«Noi non ci lamentiamo: valutiamo le situazioni e formuliamo proposte di cui talvolta si tiene conto, altre volte no. Mi faccia però dire che la parola overtourism non mi piace, è fuorviante. Il turismo è un’opportunità di crescita economica, fa bene al Pil, e demonizzarlo non è salutare. Il turismo di massa è un fenomeno strutturale, che però proprio per questo va gestito al meglio».Ha presente cosa è successo a Roccaraso per iniziativa di una cosiddetta influencer?«Le strutture hanno retto bene, anche se certe immagini possono aver fatto pensare a una sorta di “tempesta perfetta”. Il turismo mordi-e-fuggi ha sempre ricadute sui servizi, pensi alla raccolta dei rifiuti. Piuttosto, quando dico che il turismo va governato, penso agli affitti brevi. Che non vanno proibiti, ma normati. Non tanto con una legge nazionale, quanto grazie a un aumento del potere d’intervento dei sindaci, che hanno il polso della reale situazione delle loro città. E comunque: meglio gli influencer che promuovono il turismo, dei meteo-terroristi che lo azzoppano».E chi sono?«Quelli che fanno terrorismo sul meteo. Ci metto pure qualche app che ha diffuso previsioni e allerta sbagliati. Penso al governatore del Veneto Luca Zaia che voleva chiedere i danni per un weekend annunciato con pioggia e invece era soleggiato: “Ci hanno svuotato alberghi, spiagge, piazze e manifestazioni”. Solo che una fake news può provocare danni pesanti al nostro settore, perché condizionano la clientela italiana e quella europea, che consulta il meteo per prenotare le vacanze a breve termine». Intanto è stato introdotto il Cin, Codice identificativo nazionale, per tracciare gli immobili destinati a locazioni brevi.«Il Cin però non risolve il problema del boom fuori controllo. Che, ribadisco, va disciplinato. Se affitti un appartamento 365 giorni l’anno, non arrotondi il tuo reddito, stai facendo attività di impresa. Il che impone un cambio di destinazione perché tu debba osservare regole uguali a chi fa ricezione, dall’Imu alla Tari, dato che, come è ovvio, la produzione di rifiuti non può essere quella di una famiglia normale». Cicero pro domo sua. Un giro di vite sugli affitti brevi, per favorire la vostra «lobby».«Ma quale “lobby”! Sono un liberale a favore del libero mercato e dell’iniziativa privata. Né io personalmente né l’associazione che ho l’onore di presiedere siamo contrari per principio agli affitti brevi. Però se il mercato è unico, le regole dovrebbero essere uguali per tutti. Vogliamo parlare della tassa di soggiorno?».Parliamone.«Invece di aumentarla, con il risultato di continuare a far pagare chi già paga, perché invece non andare a caccia del sommerso che c’è? E poi sulle finalità degli incassi servirebbero più chiarezza e flessibilità, non dovrebbero essere usati come un bancomat per tappare i buchi del bilancio comunale. Quella tassa grava su chi soggiorna in albergo, ma non sul visitatore di giornata, il quale però lascia poco o nulla all’indotto. Per questo, sul modello Usa abbiamo proposto l’introduzione di una city tax».Di cosa si tratta?«Di pochi centesimi, di cui il turista nemmeno si accorge, che possono sostituire la tassa di soggiorno. Mi pare sensato che ogni attività economica che beneficia dei flussi turistici contribuisca mettendoci del suo. Su 100 euro di spesa del turista, l’albergo incamera mediamente il 27%, quindi rimane un 63% di cui usufruiscono altri. Però la tassa (che è inglobata nel prezzo finale che paga il turista, quindi un suo aumento ulteriore sarebbe come un aumento dell’Iva) la paga solo chi alloggia in albergo. Senza dimenticare che nella legge di bilancio era previsto comunque un aumento di 2 euro in tutti i Comuni italiani in occasione del Giubileo. Che però riguarda solo Roma. Dove peraltro si pone con maggiore urgenza - visti i tanti pellegrini in arrivo - un problema di sicurezza, che non è solo della Capitale».In che senso?«Se lei ha prenotato una camera in albergo, io gestore la devo identificare, e poi trasmetto i suoi dati alla Questura. Se invece lei ha preso in affitto un appartamento, fa tutto online e quando arriva trova ad attenderla le famose key box, le scatolette blindate dove i proprietari custodiscono le chiavi dell’appartamento, in attesa che arrivi l’ospite. Peccato che nessuno sappia se chi ha pagato è la stessa persona che poi si sistema in quella casa. Anche qui, c’è una disparità di trattamento. Ora circola l’ipotesi, per mantenere la prassi delle key box, di aggiungere il riconoscimento facciale come conditio sine qua non per ultimare la prenotazione online. Ammesso che ciò risolva il problema, abbiamo fatto sapere al ministero dell’Interno che vogliamo che tale facoltà sia estesa anche a noi. Insomma: basta con la dispar condicio».Lei si è dichiarato a favore del ticket d’ingresso a Venezia. Città in cui ha interessi economici diretti, uno degli alberghi della sua catena. Le due cose «si tengono»?«No. Sono a favore perché è un provvedimento che riguarda i turisti che non lasciano nulla al territorio. Per noi tutte le nostre città d’arte sono musei a cielo aperto e quindi non è giusto che paghi solamente chi alloggia in albergo con la tassa di soggiorno, ma anche chi le visita portandosi dietro il panino e restando un solo giorno. È come la tassa di sbarco a Capri». A novembre il ministero del Turismo ha sfornato, per il 2025, numeri impressionanti: 35 milioni di arrivi turistici in Italia per una spesa di 16,7 miliardi di euro, tra i 4 e i 4,5 miliardi solo a Roma. Con la previsione di afflussi giornalieri che possono toccare anche punte di un milione di visitatori in estate. «Per carattere, sono un ottimista. Però non sono preda di “facili entusiasmi e ideologie alla moda”, come cantava Lucio Battisti. A quei numeri sul Giubileo non abbiamo creduto, memori di com’era andato il Giubileo del 2000. Ad oggi la stagione sta andando più o meno come l’anno scorso, con dicembre e gennaio che in realtà hanno fatto più fatica. La speranza è ovviamente quella di recuperare».Dal vostro punto di vista i turisti cosiddetti giubilari non sono tutti come quelli arrivati a Roma per la Ryder Cup di golf nel 2023, in genere abbienti e ricchi che hanno prenotato con mesi d’anticipo.«Siano benedetti tutti i turisti, sempre e comunque. Però è un fatto che con i pellegrini le strutture che si riempiono prima sono quelle dell’extralberghiero, a partire dai conventi. L’hotel rimane l’opzione last minute. Senza dimenticare che uno stesso evento può essere motivo di attrazione per taluni, e di rifiuto per altri. Quindi il saldo sarà tra chi arriverà per il Giubileo, e chi eviterà proprio perché c’è il Giubileo. Come è avvenuto in Francia. Che abbiamo superato nella classifica 2024 dei pernottamenti (siamo fini secondi dietro la Spagna), perché noi siamo cresciuti del 2,5% ma anche perché la Francia ha registrato 9 milioni di pernottamenti in meno sul 2023». In chiusura: come giudica l’annus horribilis della Juventus? E il licenziamento di Thiago Motta?«Domanda successiva? Scherzo. Se quello che è stato detto è vero, e cioè che i rapporti non solo con la società ma soprattutto con lo spogliatoio si erano deteriorati, l’avvicendamento era necessario per il bene della squadra. L’allenatore paga sempre per tutti, anche quando magari le colpe non sono tutte ed esclusivamente sue».
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)