2024-05-25
Nell’interrogatorio del governatore «escono di scena» Aponte e i nomi del Pd
Nelle 167 domande fatte dai pm al presidente della Liguria non c’è traccia del ruolo dell’armatore nella guerra del porto.Quando il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti ha varcato la soglia della caserma genovese della Guardia di finanza di via al Molo Giano ha trovato davanti a sé ben tre pubblici ministeri, Federico Manotti, Luca Monteverde e Ranieri Miniati ma anche un generale, un ufficiale e due sottufficiali delle Fiamme gialle. Il primo confronto tra accusa e difesa è durato otto ore, durante le quali inquirenti e investigatori hanno messo in campo 167 domande che nel verbale sono state numerate una per una. Toti, assistito dall’avvocato Stefano Savi, ha fornito 167 risposte.Gran parte dell’interrogatorio ruota attorno a un solo perno: l’imprenditore Aldo Spinelli. I pm sembrano concentratissimi sulle questioni che poneva al governatore e ai finanziamenti per il suo movimento. Mentre non trovano spazio tra le domande l’ipotizzato Sistema Porto, le alleanze e la politica ma anche le relazioni col Partito democratico e perfino i rapporti di forza nel porto. Il corpo a corpo col governatore, per tentare di incastrarlo, è quasi tutto basato sulle intercettazioni, delle quali gli vengono letti degli stralci, forse alla ricerca di conferme. Toti viene continuamente chiamato a degli sforzi di memoria, ma a leggere le 28 pagine trascritte salta subito all’attenzione che del contesto in cui avvengono quelle telefonate sembra non interessare nulla: né i dem che nel porto controllano la compagnia unica dei camalli, né la società Santa Barbara.E resta molto sullo sfondo anche l’Ente Bacini di Mauro Vianello. Il fuoco incrociato parte con una domanda sul perché Toti si trovasse il primo settembre 2021 sulla barca degli Spinelli. «La barca, attraccata alla Fiera, viene usata abitualmente da Aldo Spinelli per incontrare le persone. L’ho frequentata parecchie volte. Non ricordo un particolare motivo dell’incontro se non quello di tenere rapporti con uno dei maggiori operatori economici portuali». E Spinelli di certo lo era. Quel giorno le Fiamme gialle hanno captato nelle conversazioni gli interessi degli Spinelli per una spiaggia libera, quella di Punta dell’Olmo, dove a monte dell’arenile il gruppo aveva tirato su una imponente struttura immobiliare. «Dell’investimento di Punta dell’Olmo», ha spiegato Toti, «mi avevano parlato più volte. come del fatto che questa struttura che stavano recuperando avesse bisogno dell’utilizzo della spiaggia prospiciente».Già un anno prima Toti, secondo i pm, avrebbe ricevuto lo sciù Aldo e suo figlio Roberto in Regione. E, sempre secondo l’accusa, si parlò già della spiaggia. Toti afferma: «Gli Spinelli ritenevano che un investimento così importante in termini di capitali avesse la necessità di poter contare sulla spiaggia davanti alla struttura. In questo caso, come in altri casi del tutto analoghi (come villa Zanelli a Savona), la mia posizione era che la pretesa, se conforme alla legge, poteva essere sostenuta». «Come si è conclusa la riunione?», è la domanda successiva. Toti non si sottrae: «Sicuramente si è conclusa con un mandato ai tecnici per definire i termini. Avendo avuto contezza degli atti ho potuto ricostruire che il parere dei tecnici era stato negativo».Poi tornano all’incontro sullo yacht: «Chi ha introdotto l’argomento della spiaggia?». Il governatore argomenta: «Fu Aldo Spinelli a ripropormi la questione, lamentandosi del fatto che la spiaggia non l’aveva avuta. Ho risposto che mi sarei informato». A quel punto scattò una telefonata (intercettata) con il consigliere regionale Alessandro Bozzano. Gli inquirenti ricordano a Toti le sue parole: «Senti a me... Bisogna trovare una soluzione per la spiaggia lì... di Punta dell’Olmo». E gli chiedono cosa intendesse. «Volevo dire», spiega Toti, «che, sempre che la normativa lo avesse consentito, sarebbe stato bene anche secondo il nostro indirizzo politico venire incontro alla richiesta di Spinelli». In quello stesso incontro lo sciù Aldo avrebbe chiesto al governatore anche una mano per accelerare l’approvazione della proroga per il Terminal rinfuse. Ma per Toti era solo una richiesta esplorativa: «Mi chiese di intervenire per capire perché non stava andando a buon fine la sua richiesta». Il governatore ha anche aggiunto di aver chiamato il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini per informarsi. Ma le parziali curiosità investigative non sono finite. I pm gli chiedono conto della presenza degli Spinelli durante la telefonata a Signorini (che peraltro si sentiva, come emerge dagli atti investigativi, in modo quasi continuo con lo sciù Aldo). Toti ricostruisce che la telefonata «era finalizzata a comprendere il contesto in cui si trovava la pratica, chiedendo informazioni a Signorini anche per capire se vi fossero state ragioni ostative».È sull’urgenza della pratica i pm battono. E lui risponde: «È doveroso per la pubblica amministrazione evadere le richieste velocemente e la soluzione di questa pratica rappresentava una frazione di un progetto generale». Ed è a questo punto che gli inquirenti aprono l’argomento «finanziamenti». «Il gruppo Spinelli», ricorda Toti, «inizia a sostenere i miei comitati politici dal 2015 e questo rapporto è durato sino a ora». Poi precisa: «È possibile che abbia chiesto un finanziamento anche prima dell’incontro dell’1 settembre 2021». Toti non ricorda con precisione la risposta di Spinelli ma suppone: «Mi avrà detto che avrebbe fatto come sempre». Gli inquirenti cercano quindi di collegare le azioni del politico ai finanziamenti elettorali. E chiedono: «Per quale motivo avrebbe fatto comodo anche a lei prorogare la concessione (quella per il Terminal rinfuse, poi approvata a 30 anni con una postilla, come ha ricostruito in esclusiva La Verità, dettata dall’armatore di Msc e socio di Spinelli, Gianluigi Aponte, ndr) entro la metà di settembre?». Toti risponde: «Equivaleva dire di fare il prima possibile. Era meglio anche per me definire entro settembre perché lasciarla aperta avrebbe provocato una tensione tra gli operatori del porto ed avrebbe alimentato polemiche giornalistiche per me politicamente negative». E a Savona incombevano le elezioni amministrative. Per Toti «era conveniente politicamente arrivare alle elezioni di Savona senza le polemiche derivanti dalla mancata proroga». I pm fanno quindi un’unica domanda sull’armatore di Msc (senza fare riferimento ai rapporti con il socio): «Avevate promesso ad Aponte la proroga di 30 anni?». «No», risponde Toti, «voglio precisare che non l’ho mai promessa neppure a Spinelli».Dalle domande degli inquirenti sembra emergere che abbiano pensato che i tempi della proroga siano stati in qualche modo legati ai finanziamenti elettorali. «Per quale motivo lei in data prossima al 30 ottobre 2021 scrive un messaggio a Spinelli in cui si lamenta di non aver visto nulla per le elezioni di Savona? Spinelli le aveva promesso un finanziamento?». Toti ricorda che «c’era stato un pranzo con tutto lo stato maggiore del Partito democratico, di cui aveva parlato la stampa e al quale aveva partecipato Spinelli. Non ricordo il momento preciso in cui mi aveva fatto la promessa. Nel frattempo avevo saputo che il finanziamento non era arrivato e quindi mi lamentavo, anche un po’ ironicamente». E la domanda successiva sembra essere proprio legata alla precedente: «Se c’era l’urgenza di approvare la proroga e se era una pratica «strategica» per la Regione per quale motivo chiede a Signorini di rallentarne la trattazione?». Toti, che deve aver percepito dove vuole andare a parare l’accusa, risponde in modo secco: «Non è vero che io ho chiesto di rallentare la pratica perché non era arrivato il finanziamento di Spinelli, ma la mia intenzione era di dare tempo a tutti i soggetti coinvolti [...] di elaborare un testo finale che fosse condiviso da tutti». E proprio qui si capisce che manca ancora qualcosa. Dalle risposte del politico si percepisce che avrebbe agito per governare delle dinamiche conflittuali nel porto. L’esclusione, nelle domande dell’accusa, di tutti gli altri soggetti protagonisti, però, non permette di ricostruire completamente il quadro. E infatti si torna sullo sciù Aldo. «Per quale motivo il 3 maggio 2022 lei chiama Spinelli? E perché voleva incontrarlo prima delle elezioni comunali di Genova?». Toti coraggiosamente rivendica che sotto elezioni chiamava gli imprenditori per chiedere finanziamenti: «Sicuramente stavo facendo un giro di telefonate con i finanziatori del comitato per avere finanziamenti in vista delle elezioni». Non sono mancate domande sui fratelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa, i rappresentanti della comunità riesina a Genova accusati di corruzione elettorale. Toti spiega che «Ilaria Cavo» gli disse «che si era incontrata con i fratelli Testa, che non si erano capiti, che le erano sembrati confusi e che comunque non le erano piaciuti, soprattutto per le richieste legate al rimborso spese. Non ricordo che mi abbia parlato di richieste di posti di lavoro anche se era ovvio che i Testa avessero chiesto attenzione per la loro comunità». E comunque, afferma il governatore, «di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro». Ovvero ciò che ai pm sembrava interessare di più, insieme ai finanziamenti.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.