2023-04-29
Intanto le emissioni in dollari volano
Il primo bond di Cassa Depositi e Prestiti in valuta Usa ha raccolto domande per quattro miliardi sull’offerta di uno. E dimostra il nostro reale peso sul mercato.Cassa depositi e prestiti ha collocato ieri una obbligazione in dollari per un valore complessivo da un miliardo. Scadenza a tre anni e cedola del 5,75%. Una notizia che letta in maniera asciutta potrebbe essere destinata a una breve per un quotidiano finanziario. In realtà, basta grattare la superficie per vedere che le richieste giunte al terminale della Cdp hanno raggiunto il valore di circa 4 miliardi per un totale di 120 investitori istituzionali. Il 76% esteri e il 45% americani. Si tratta non solo della prima emissione in biglietti verdi (il green che più ci piace), ma anche un risultato che fa pugni rispetto alle uscite delle agenzie di rating e alle paginate della stampa che prendendo spunto da un report di Goldman Sachs hanno descritto scenari di forte criticità del nostro debito. La mossa di Cassa, che sfrutta le relazioni già avviate dal Tesoro (la Repubblica Italiana ha già collocato due volte emissioni in dollari negli utlimi cinque anni), dimostra che ci sono vari modi per approcciare il mercato. E indirettamente fornisce una risposta a tutti coloro che vogliono imbrigliare il debito tricolore al Mes. Il tema è vecchio ma viene continuamente rinnovato dal tentativo sostenuto dagli euro socialisti europei. Buon ultimo quello di ieri in occasione dell’Eurogruppo. È vero il racconto rispetto a tre anni fa è cambiato. Prima era legato alla necessità di aderire al Meccanismo per superare la crisi pandemica (spunto falso visto che potrebbe finanziare solo le attività infrastrutturali e di lungo termine), adesso punta tutto sulla necessità di condividere il mercato bancario. Tradotto condividere le eventuali crisi degli sportelli di altre nazioni Ue. Al di là delle mosse politiche e delle logiche di potere sottostanti, la pratica quotidiana insegna che l’accesso al mercato del debito fa spezzettato e soprattutto mirato a realtà fuori dall’Unione. Questo perché la strada di alleggerimento degli acquisti avviata dalla Bce risulta irreversibile e creerà inevitabilmente tensioni sugli Stati più indebitati come il nostro. Insomma, lo Yankee bond come è stato chiamato dalla comunicazione di Cdp è significati plurimi. Ne vorremmo aggiungere uno di matrice prettamente geopolitica. L’emissione di ieri lava la scelta effettuata nel 2019 ai tempi di Giuseppe Conte, quando assieme a Sergio Mattarella, è stato firmato il memorandum sulla Via della seta. Tra i punti messi a terra durante la visita di Xi Jinping, accolto dai nostri corazzieri in sella a cavalli bianchi, c’era l’emissione dei «Panda bond». Cassa all’epoca organizzò dei bond in valuta cinese destinati a sostenere gli investimenti delle aziende italiane (soprattutto partecipate pubbliche) o di altre imprese Ue in territorio cinese. Quella fu la prima emissione in yuan e pure l’ultima, visto che non hanno portato a nulla. Dimostrando che quella mossa aveva solo natura politica e non finanziaria. Inutile dire che, invece, l’emissione di ieri ha grande valore finanziario e successivamente peso politico. Legare Cassa agli istituzionali americani è un modo per allargare i confini oltre l’atlantico e in un certo senso stabilizzare il nostro debito. Non che ci sia un nesso diretto con i titoli di Stato, ma c’è un parallelismo a livello di sistema Paese. Vediamo se e quando l’iniziativa avrà un seguito e come verrà integrata nel piano di turnaround del debito.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.