2023-05-20
Accoppiata Castro-Vittimberga per l’Inps
L’ex parlamentare del Pdl ha superato Mauro Nori per la presidenza dell’istituto che gestisce le nostre pensioni, mentre l’attuale capo del credito può diventare direttore generale. Possibile già la settimana prossima la nomina del commissario, che poi guiderà l’ente.Anche per i vertici dell’Inps, come nel Tetris, tutte le pedine stanno andando al loro posto. La volontà della premier Giorgia Meloni è di intervenire sulla governance dell’istituto previdenziale ripristinando le norme precedenti all’avvento di Pasquale Tridico, reintroducendo i requisiti di alta professionalità e specifica competenza per il presidente tolti dal governo Conte I per poter nominare il professore grillino, oggi commissariato.La scelta del futuro presidente viene considerata di appannaggio di Fratelli d’Italia e nel toto-nomi delle ultime ore le quotazioni del capo gabinetto del ministero del Lavoro Mauro Nori, che è già stato direttore generale dell’istituto e conosce alla perfezione la macchina, sarebbero scese a discapito di Maurizio Castro, ex parlamentare del Pdl. Sessantotto anni, originario di Cavasso nuovo, Pordenone, Castro, docente di diritto penale a inizio carriera, ha ricoperto importanti incarichi nella cosa pubblica. È stato direttore generale dell’Inail (2004-2007), ha lavorato in Confindustria e in Federmeccanica ed è stato componente di commissioni ministeriali nei governi Ciampi, Berlusconi 1, D’Alema e Berlusconi 2. Tra il 2008 e il 2013, candidato in Veneto, è entrato in Senato sotto le insegne del Pdl. È stato capogruppo nella commissione Lavoro di Palazzo Madama, vicepresidente della Consulta nazionale del lavoro e membro della direzione nazionale del vecchio partito unico del centro-destra. Alle spalle ha anche un’importante esperienza manageriale: tra il 1987 e il 2004 ha lavorato in Electrolux, dove ha rivestito gli incarichi di direttore risorse umane in Italia, di vice-presidente esecutivo del settore componenti a livello mondiale e di presidente e amministratore delegato di società della holding. Nel 2015 è stato nominato presidente operativo del gruppo di lavoro temporaneo Quanta. Direttore scientifico di master della business school Cuoa, è autore di numerosi articoli scientifici su temi giuridici e di relazioni industriali.Questo il suo cv. Il nome di Castro è spuntato un po’ a sorpresa, dopo che alcuni quotidiani progressisti avevano annunciato la nomina di Nori, magistrato di lungo corso ed ex direttore generale dell’Inps, in «quota Meloni», ricordandone maliziosamente una precedente presunta vicinanza a Matteo Salvini e alla Lega. Una precisazione fatta con il chiaro scopo di bruciare il candidato, che sarebbe inviso anche a molti dirigenti ex Inpdap dentro all’istituto. Però la vera partita si gioca sulla figura del direttore generale, il ruolo più operativo. Il governo pare determinato a sostituire Vincenzo Caridi, uomo di fiducia di Tridico e dell’ex ministro dem Andrea Orlando, con qualche estimatore anche all’interno dell'attuale maggioranza, come lo stesso ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone.I fautori della continuità auspicherebbero la conferma di Caridi e la nomina di un presidente senza esperienza in Inps, un bravo professore o un giuslavorista che si limiti a tagliare i nastri e a partecipare ai convegni. Ma a Palazzo Chigi non è sfuggito che, a novembre, il dg Caridi aveva proposto, per l’ennesima tornata di nomine, cinque dirigenti generali su sette della Cgil, per qualcuno nemmeno tra i migliori di quel sindacato.Per questo nelle ultime ore sta prendendo quota un altro nome, quello di Valeria Vittimberga, 54 anni, direttore centrale Credito, welfare e strutture sociali dell’Inps. Il ticket con Castro sarebbe sponsorizzato da lei stessa, che sembra sia molto ascoltata a Palazzo Chigi, in particolare dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari. Il pedigree della Vittimberga sarebbe perfetto per i tempi, quelli della nuova destra di governo. Questa brillante dirigente di prima fascia, infatti, avrebbe un passato dentro all’ex Fronte della gioventù (l’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano) e sarebbe considerata una ex militante di estrazione rampelliana. Ma oggi che Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera di Fdi, ha rotto con la Meloni, lei non lo avrebbe seguito sull’Aventino. La nomina della Vittimberga sarebbe una scelta interna che non causerebbe terremoti, obiettivo che in questa fase la Meloni sembra giudicare prioritario. C’è poi il curriculum, di tutto rispetto: laureata in giurisprudenza alla Sapienza con 110 e lode, dopo aver intrapreso la carriera di avvocato, la Vittimberga ha vinto il concorso per entrare in Inpdap. Nei primi anni 2000 ha fatto uno stage di formazione dirigenziale presso la Presidenza del consiglio dei ministri, ricevendo un encomio dal direttore del dipartimento Innovazione e tecnologie. Successivamente ha guidato la direzione Approvvigionamenti e provveditorato dell’Inps (l’ufficio che si occupa degli appalti) e ha fatto il direttore regionale dell’Abruzzo. Per entrambe le cariche (di presidente e di dg) viene considerato un solido outsider pure Vincenzo Damato, ex vice dg dell’ente, caduto in disgrazia sotto la presidenza di Pasquale Tridico, tanto da essere esiliato a Napoli prima di tornare a Roma come direttore del Lazio. Altri nomi che girano, ma meno gettonati, sono quelli di Concetta Ferrari, già a capo del collegio dei sindaci dell’Inps, apprezzata da Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro della Lega, e del giuslavorista Gabriele Fava, ex commissario Alitalia, considerato vicino al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Per completare il nuovo cda dell’Inps la maggioranza starebbe valutando candidati di spessore come il direttore dell’Agea (Agenzia per le erogazioni all’agricoltura) Fabio Vitale, ex dirigente generale proprio dell’Inps. Anche Vitale era stato messo ai margini per motivi politici sotto Tridico, ma non si era demoralizzato, accettando di passare dalla direzione Vigilanza (dove aveva iniziato, forse con troppo zelo, le verifiche sulla truffa dei prepensionamenti del gruppo Gedi) e dalla direzione Lazio a quella delle Marche. In lizza per un posto ci sarebbe anche l’ingegnere Giuseppe Nucci, già amministratore delegato della Sogin e con esperienze in altre aziende partecipate come Enel. A destra è considerato un perseguitato dalla giustizia: per due volte imputato, è stato sempre assolto.La nomina del commissario (che con ogni probabilità diventerà presidente) è attesa in uno dei Consigli dei ministri della prossima settimana. Prima dell’estate dovrebbero essere scelti i cinque componenti del Cda.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)