La corsa dei prezzi spinta dal caro energia e la pandemia faranno rallentare il Pil all’inizio del 2022. Se dopo l’estate il problema non sarà risolto, la crescita non supererà il 3%, nonostante le previsioni ottimistiche di Bankitalia. Serve l’accordo con la Russia
La corsa dei prezzi spinta dal caro energia e la pandemia faranno rallentare il Pil all’inizio del 2022. Se dopo l’estate il problema non sarà risolto, la crescita non supererà il 3%, nonostante le previsioni ottimistiche di Bankitalia. Serve l’accordo con la RussiaGli scenari istituzionali, tra cui quello di Banca d’Italia, mantengono una previsione di crescita del Pil 2022 un po’ sopra il 4%. Quelli privati stanno annotando l’impatto del costo dell’energia e, in generale, dell’inflazione sui consumi e sui risparmi delle famiglie combinato con quello dell’ondata epidemica nel settore dei servizi. La scarsità di materie prime e semilavorati si sta riducendo troppo lentamente per sperare in una soluzione rapida delle turbolenze nel ciclo logistico globale. Pertanto, pur considerando il rimbalzo del Pil 2021 attorno al 6,2%, il quarto trimestre non potrà essere brillante, inducendo un ritmo lento per l’economia nel primo bimestre 2022. Poi nella primavera ed estate le dinamiche economiche potrebbero accelerare. Ma se dopo il settembre 2022 non saranno risolti i problemi di inflazione energetica e quelli di insufficiente contenimento delle ondate virali, la crescita avrà un blocco e diventerà molto disomogenea tra settori economici e sul piano sociale. Numeri, elaborati dal team di ricerca di chi scrive: non si possono escludere una recessione o un boom, ma la forchetta più probabile è tra il 2,5-3%, caso peggiore, e il 5%, caso migliore.La differenza tra casi peggiore e migliore dipenderà dalla soluzione o meno dei problemi di inflazione ed epidemiologici prima dell’autunno, immaginando che il clima caldo in primavera riduca la circolazione del virus. Al riguardo dell’emergenza medica è osservabile un apprendimento accelerato da parte dell’industria farmaceutica: maggiore varietà e adattabilità dei vaccini e, soprattutto, di farmaci. L’apprendimento da parte delle istituzioni appare più lento, ma i fallimenti nella gestione dell’epidemia, non solo in Italia, avranno probabilmente un effetto educativo. Sufficiente per evitare una replica del quarto trimestre 2021 nel 2022? Chi scrive pensa di sì, ma più grazie alla tecnologia che alla buona organizzazione delle strutture mediche, lasciate insufficienti nel 2021 per la colpevole illusione che l’emergenza fosse sotto controllo: non potranno estendersi di tanto nel 2022. Ci si può attendere un miglioramento, ma senza raggiungere l’ottimo: la traduzione in curve economiche vuol dire che il virus peserà di meno nel quarto trimestre 2022, ma resterà un peso nel settore dei servizi basati su flussi di persone. Il fattore più preoccupante è l’inflazione. Questa è spinta principalmente dai costi dell’energia, ma anche dall’eccesso di liquidità pompato dalla Bce e da alcune bizzarre misure stimolative del governo italiano che alzano i costi oltre misura, per esempio i bonus edilizi. La Bce cesserà gli acquisti di debiti nazionali in primavera (programma Pepp) e attuerà una stretta graduale, attutita dal rinnovo dei titoli di debito già nel suo bilancio - circa 1/3 di quello italiano - e dalla continuità di un altro programma di acquisto dei debiti nazionali (App) che potrà essere flessibile in base alle circostanze. Infatti la Bce ha preso una postura di «opzionalità» dandosi strumenti per ogni evenienza. Bene. Ma non può intervenire sui costi energetici se non inducendo una suicida recessione per ridurne la domanda. Pertanto il rischio di inflazione resta elevato. Verrebbe ridotto da un compromesso tra Ue/Nato e Russia dove la prima accetterebbe di firmare i contratti a lungo termine richiesti da Mosca. Ma l’Ue nicchia perché ritiene di ridurre le importazioni di gas prevedendo l’aumento di fonti alternative e perché è pressata dall’America per ridurre la dipendenza dalla Russia. Ci sono segnali che un compromesso possa essere siglato entro l’estate. Se ciò accadesse aumenterebbe la probabilità di caso migliore. Se non accadesse vi sarebbero altre soluzioni, ma meno calmieranti i prezzi, spostando lo scenario verso il caso peggiore. Per inciso, comunque sarebbe necessario per l’Italia riaprire i giacimenti di gas e sfruttarne di nuovi considerando che le riserve oggi accertate di 90 miliardi di metri cubi di gas sono probabilmente 8-10 volte tanto. Ciò porterebbe lo scenario 2023-24 verso un boom duraturo. Come mai, vista l’incertezza, il team di ricerca dello scrivente ha messo nello scenario anche la possibilità di un balzo verso il 5%? Perché i dati mostrano un’enorme capacità adattativa del sistema industriale italiano che riesce a crescere nonostante la sub ottimalità della politica. Se l’Italia avesse la fortuna di trovare partiti con capacità cognitive e gestionali, nel 2022 potrebbe spuntare un caso migliore del 6,5%. Come? Se la politica mettesse al centro l’industria, dimezzandone i costi di sistema e fiscali. Possibile? Il team di ricerca lavora per fondi di investimento industriale, rilevando che le aziende italiane sono come un salvadanaio magico: ci metti un euro e ne tiri fuori tre. Con costi dimezzati l’aumento di valore sarebbe superiore, nonché la capacità di assumere. Ma è fantasia che la politica rinunci all’assistenzialismo a ridosso di elezioni.Nello scrivere questa bozza di scenario si è assunta una certa stabilità globale nonché una postura pragmatica dell’Ue. Le stime interne ed esterne 2022 dovranno essere aggiornate a marzo, ma per intanto ci sono motivi per un moderato ottimismo.www.carlopelanda.com
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





